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Una storia che non sta in piedi. Anna Gioria si racconta con Giorgio Caldonazzo.

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La storia di Anna

Priva di adeguata assistenza nel momento del parto, nel 1968 Anna si trovò a dover fronteggiare da subito un’insufficienza respiratoria e a vivere, di conseguenza, una condizione caratterizzata da importanti danni del sistema nervoso centrale e da una prognosi nefasta già sentenziata dai medici neonatali.

Nonostante le previsioni, che già la immaginavano priva della possibilità di deambulare, di parlare e di nutrirsi in maniera autonoma, Anna riuscì a costruire le sue piccole autonomie con lentezza e con la caparbietà giusta per arrivare molto oltre il parere dei medici. Affiancata da splendidi genitori e con la voglia di esprimere sé stessa nel migliore dei modi, Anna si sottopose ad intense terapie neuro riabilitative nei principali centri in Europa e anche oltre.

Le difficoltà di movimento, tuttavia presenti, non hanno mai impedito ad Anna di conseguire l’autonomia completa e una vita sociale e lavorativa caratterizzata dal pieno godimento dei suoi desideri. L’ironia e la positività con le quali Anna vive oggi le sue molteplici passioni restano per noi un esempio positivo di sicuro effetto che, trasferito in campo sociale ed educativo, consentono di esprimere la grandezza della persona

Una storia che non sta in piedi. Anna Gioria si racconta con Giorgio Caldonazzo

La prefazione della campionessa olimpica Manuela Di Centa e la presentazione di Mara Carfagna, titolare del Ministero per le Pari Opportunità nell’anno della pubblicazione del testo, hanno da tempo conferito prestigio alla bella storia personale che Anna Gioria, affiancata da Giorgio Caldonazzo, racconta tra le pagine del libro.

La straordinaria energia fisica presente su base caratteriale, unita alla volontà di superare con ogni mezzo le difficoltà iniziali e ribaltare così le previsioni negative dei medici, consentono ad Anna di intraprendere un percorso di crescita impegnativo, seppure caratterizzato da spunti ironici e serenità diffusa.

Il racconto autobiografico che ne deriva si snoda rapido e intenso tra le molteplici terapie mediche e neuro riabilitative condotte in giro per il mondo e approda, finalmente, ad una vita autonoma conquistata a fatica, appagante e completa che Anna riesce a descrivere ai lettori, seppure nelle sue linee essenziali.

Desiderosa di mettere la sua esperienza a disposizione degli altri, anche di quelli che affrontano la disabilità in maniera ben più sofferta, Anna racconta di sé a partire dalla prima infanzia. Descrive gli anni difficili trascorsi a scuola alla ricerca di una improbabile inclusione, soffre per l’allontanamento arbitrario dalla classe ma gode, in ultimo, dell’incontro risolutivo con la sua insegnante di italiano, filosofia e pedagogia.

Le mille difficoltà dell’adolescenza trovano risposta nell’impegno incondizionato che l’insegnante mette in campo per aiutare Anna a crescere serena e per favorire l’incontro solidale con i suoi compagni di classe nel lungo periodo di vita adolescenziale.

Appagata sul piano professionale, adulta quanto basta per guardare al passato con lo sguardo fiero di chi è uscita dal baratro, Anna può dire di aver vissuto pienamente una ‘storia che sta in piedi’ a dispetto delle più nere previsioni iniziali.

La stazione eretta e la vita autonoma lontana da casa, conquistate con impegno da Anna nel lungo periodo, gratificano l’autrice del libro dando senso all’impegno quotidiano messo in essere senza risparmio di energie e ci insegnano che solo attraverso la positività dei pensieri è possibile superare gli ostacoli.

L’impegno a favore dell’inclusione sociale e del supporto agli altri

Anna Gioria ha voluto che il suo impegno fosse in seguito finalizzato a sostenere tutte le persone con disabilità che, nel corso della loro vita, non hanno potuto seguire un percorso di riscatto analogo al suo. Sono dunque nate campagne sociali di integrazione per porre all’attenzione dei più l’importanza da attribuire all’ascolto e al sostegno di quanti si trovano in difficoltà.

La pubblicazione del libro per conto di FIABA Onlus, avvenuta nell’ormai lontano 2010 ha tuttavia rappresentato un punto di riferimento importante che ha permesso, non solo ad Anna, ma a molti dei suoi lettori di intraprendere un percorso di rinascita psico-fisica caratterizzato da speranza e sollievo. Non è un caso che la lettura del libro sia stata consigliata a tutti coloro, indipendentemente dalla condizione psico-fisica di partenza, che necessitavano di una spinta in avanti per superare un momento di stallo, di depressione o di scoramento.

La difesa delle donne con disabilità vittime di violenza

La consapevolezza che oggi Anna Gioria ha acquisito, certamente diversa da quella dell’età giovanile, le permette di affrontare temi sociali di grande rilievo. Ci riferiamo in modo particolare alla tutela delle donne con disabilità, soprattutto di natura psico-intellettiva e mentale e alla loro difesa nei confronti della violenza di genere.

L’organizzazione di convegni e di incontri conoscitivi, che hanno visto Anna in prima linea, si affiancano ad un impegno concreto finalizzato a mettere in luce le criticità presenti nell’accessibilità, non solo strutturale, dei centri antiviolenza. La mancata preparazione dell’équipe medica presente all’interno delle strutture rende complessa l’accoglienza e la comprensione delle esigenze di tutela espresse dalle donne con disabilità.

In questa ottica di ricerca inclusiva e di uguale valorizzazione delle differenze si collocano le ‘Linee Guida per l’accessibilità dei servizi di assistenza e supporto alle vittime di violenza’, realizzate nell’ambito del Progetto ‘Besafe!’, condotto dalle Università di Brescia e di Ferrara.

Anna Gioria oggi

Il lungo periodo di pandemia, comprensivo delle ben note dolenti, non ha incrinato lo spirito volitivo di Anna che, approdata in veste di giornalista al Corriere della Sera, cura il blog ‘InVisibili’ scrivendo sui temi della disabilità. Con piacere ringraziamo Anna Gioria per aver condiviso con i lettori di Informazione Quotidiana le sue esperienze di Vita e di lavoro.

Anna Gioria.

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