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Ucciso turista italiano a Tel Aviv, i genitori: ‘Era un ragazzo semplice’.

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lunedì, Novembre 25, 2024

Un turista italiano, Alessandro Parini, 35 anni di Roma, è stato ucciso in un attentato compiuto con l’auto lanciata sulla folla sul lungomare di Tel Aviv.

Altri due italiani sono rimasti feriti.

“La semplicità, la riservatezza, e la modestia” erano i segni distintivi di Alessandro Parini: a dirlo sono i genitori lasciando la casa del figlio a Monteverde, a Roma. “Dove è arrivato e i traguardi da lui ottenuti – aggiungono – non li conosceva nessuno, solo lo studio per cui lavorava.

Alessandro era fatto così”.

Il gruppo di italiani coinvolto nell’attentato rientrerà oggi in Italia. Secondo quanto si apprende i connazionali saranno accompagnati nel primo pomeriggio dal personale dell’ambasciata italiana all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv da dove prenderanno un volo diretto a Roma.

La Farnesina ha espresso “orrore e sgomento per il vile attentato”. Giorgia Meloni “esprime profondo cordoglio per la morte di un nostro connazionale, Alessandro Parini, nell’attentato terroristico avvenuto a Tel Aviv”, riferisce una nota di Palazzo Chigi. “Il Presidente Meloni – si legge nel comunicato – esprime vicinanza alla famiglia della vittima, ai feriti, e solidarietà allo Stato di Israele per il vile attentato che lo ha colpito”. Meloni e il governo sono in contatto con le autorità israeliane per seguire gli aggiornamenti e l’eventuale coinvolgimento nell’attacco di altri cittadini italiani.

L’ATTENTATO
A confermare l’identità della vittima italiana e il ferimento degli altri due è stato in serata il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha parlato con il padre di Parini per esprimere vicinanza e cordoglio. 

Parini, ha riferito ancora Tajani, “era appena arrivato a Tel Aviv per turismo con un gruppo di amici”. Quando “un’auto a folle velocità” si è lanciata sui passanti sul lungomare. L’attentatore una volta uscito dall’auto, che si è capovolta, – secondo la polizia – avrebbe anche tentato di sparare sulla folla ed è stato poi ucciso dalla reazione delle guardie di sicurezza.

La polizia israeliana ha confermato che l’autore dell’attentato terroristico di ieri sera a Tel Aviv è un arabo israeliano di Kfar Kassem a nord est di Tel Aviv. I media israeliani – dopo una prima versione – avevano successivamente riferito del possibile furto dell’auto da parte di sconosciuti e che quindi non poteva essere stato lui l’autore dell’attacco. Ipotesi poi smentita. La polizia ha poi fatto sapere che l’attentatore è stato neutralizzato da due agenti arrivati sul luogo dell’attentato. 

L’episodio ha riacceso immediatamente la tensione già alta in questi giorni e il premier Benyamin Netanyahu ha richiamato altri riservisti dopo quelli dell’aviazione. La zona dove è avvenuta l’attentato è molto frequentata da turisti, affluiti in gran numero durante le festività pasquali. Hamas e la Jihad islamica non hanno mancato di manifestare la loro soddisfazione per l’attacco definito “un’operazione di alto livello”.

Dopo aver colpito a Gaza e in Libano, il richiamo dei riservisti e il rafforzamento delle truppe nei Territori è un chiaro messaggio ad Hamas, Hezbollah e Iran. La tensione, già alle stelle, è stata aggravata dall’altro attentato palestinese in Cisgiordania, con l’uccisione di due giovani sorelle (21 e 16 anni) e il grave ferimento della madre (48 anni). Anche a Gerusalemme, sulla Spianata delle Moschee, la situazione sembra appesa a un filo, pur in mancanza per il momento di gravi incidenti, con la polizia che continua a presidiare in forze il luogo. Dopo la pioggia di razzi lanciati da Gaza (uno dei 44 è caduto su una casa pur senza provocare vittime) e dalle fazioni palestinesi legate ad Hamas dal sud del Paese dei Cedri, Israele ha risposto nella notte colpendo tre siti in Libano e oltre dieci nella Striscia, compresi due tunnel e varie postazioni della fazione armata. L’esercito libanese ha annunciato invece di aver smantellato una rampa di lancio in un campo agricolo nel sud. La risposta di Israele sembra al momento fermarsi qui e – secondo analisti – appare circoscritta, tenendo conto della forte pressione internazionale per spegnere l’incendio, a partire da Mosca, e l’opposizione del mondo arabo ad Israele. L’attentato palestinese è stato compiuto sulla strada 57 nel nord della valle del Giordano in Cisgiordania, vicino allo svincolo di Hamra. Le due vittime (secondo alcuni rapporti, anche di nazionalità britannica) viaggiavano insieme alla madre – tutte dell’insediamento ebraico di Efrat, vicino Betlemme – sulla stessa auto che è stata crivellata da colpi d’arma da fuoco da un altro veicolo, finendo poi fuori strada. L’attentatore palestinese si è dato alla fuga ed ora è ricercato dalle forze di sicurezza. “Le nostre forze sono adesso impegnate nella caccia ai terroristi. E’ solo questione di tempo, non molto tempo, e salderemo il conto”, ha detto Netanyahu in visita sul luogo dell’attentato per la prima volta pubblicamente con il ministro della Difesa Yoav Gallant, il cui licenziamento è stato congelato.

ANSA

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