Pazienti fragili, anziani, soggetti colpiti da malattie croniche o immunocompromessi: sono costoro i più esposti e che più sono stati a rischio in queste ultime stagioni; le misure di questi anni hanno tutelato questa enorme comunità di cittadini sensibili e costantemente sotto una minaccia incombente.
COSA CAMBIA – L’obbligo di mascherina negli ospedali è stato prorogato fino alla fine di questo mese, 30 aprile, da un’ordinanza ministeriale del 29 dicembre 2022. Ma in questi giorni potrebbero essere approvati dei cambiamenti: si sta infatti discutendo se passare ad un programma di protezione più morbido. Sui possibili scenari sono intervenuti i rappresentanti delle società scientifiche SIGOT – Società Italiana di Geriatria, Ospedale e Territorio, SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.
IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE – “Il 30 aprile si conclude il termine previsto dal decreto per l’obbligo dell’uso di mascherine all’interno di strutture sanitarie, RSA e di altre strutture assistenziali – commenta il responsabile della società che raccoglie i Medici di Famiglia, il Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG – Molti si chiedono se sia opportuno che questo decreto prolunghi tale obbligo o se non sia arrivato il momento di sospenderlo definitivamente. Bisogna distinguere le situazioni: da una parte vi sono luoghi sensibili e critici dove si annida ancora un elevato rischio di contagio di Covid, in particolare per le persone anziane e vulnerabili; dall’altra, vi sono luoghi in cui tale divieto non ha più senso, perché il mondo intorno a questi ambienti è totalmente privo di qualsiasi protezione con le mascherine. Riteniamo quindi che sia opportuno mantenere ancora delle restrizioni nei luoghi dove realmente si concentrano le persone a più alto rischio, compresi alcuni settori specifici delle strutture ospedaliere e alcuni luoghi residenziali come le RSA dove l’ingresso esterno può portare il contagio da parte dei visitatori: in questi casi, la presenza della mascherina, soprattutto da parte degli ospiti, dovrebbe continuare ad essere consentita; in altri luoghi, c’è una tale circolazione libera che l’obbligo della mascherina non costituirebbe più un ostacolo alla diffusione del virus. Riteniamo tuttavia che ci sia un aspetto soggettivo nell’indossare la mascherina: a prescindere dalle indicazioni che verranno previste dalla legge, molte persone percepiscono soggettivamente il rischio del contagio e non si deve dissuadere chi ritiene legittimamente di indossare una mascherina a scopo protettivo in luoghi con un elevatissimo affollamento, come i mezzi pubblici, in cui la mascherina è consigliabile”.
I GERIATRI – “In questi giorni si sta discutendo sull’opportunità dell’obbligo sull’uso dei dispositivi di protezione individuali all’interno delle strutture sanitarie – evidenzia il geriatra del San Giovanni Addolorata, Prof. Lorenzo Palleschi, Presidente eletto SIGOT – Certamente le manifestazioni cliniche dell’infezione da SARS-CoV-2 sono attualmente radicalmente modificate rispetto a quanto avveniva nel recente passato; pertanto, attualmente le complicanze gravi dell’infezione da SARS-CoV-2 sono fortunatamente rare, grazie alla campagna di vaccinazione effettuata nel nostro Paese su larga scala. Tuttavia, i cosiddetti pazienti fragili, che hanno una ridotta capacità di risposta e reazione nei confronti di agenti perturbanti, sia esterni che interni, ossia i pazienti immunodeficienti, i pazienti oncoematologici, i pazienti affetti da gravi insufficienze d’organo come insufficienza renale o respiratoria, i pazienti in generale affetti da più patologie croniche contemporaneamente e i pazienti di età molto avanzata – per queste categorie sarebbe auspicabile un mantenimento di un livello di vigilanza alta, per cui soprattutto all’interno di strutture sanitarie per pazienti cronici e non autosufficienti come le RSA, nei luoghi di cura come le lungodegenze mediche post-acuzie, nei reparti ospedalieri come le unità operative di geriatria in cui sono maggiormente ricoverati queste categorie di pazienti fragili, potrebbe essere opportuno il mantenimento dell’obbligo dell’utilizzo dei dispositivi a tutela di questa particolare categoria di pazienti”.
GLI INFETTIVOLOGI – “Le mascherine hanno avuto un ruolo cruciale soprattutto nei primi due anni di pandemia. Si tratta di uno strumento molto efficiente in rapporto qualità-prezzo, visti i costi molto bassi e i risultati efficaci: l’Rt infatti è stato mantenuto basso in rapporto all’uso sistematico delle mascherine – sottolinea da parte sua l’infettivologo, il Prof. Marco Falcone, Segretario SIMIT – Oggi la situazione epidemiologica è diversa per numerose ragioni: vi è un’immunizzazione pressoché totale della popolazione tra vaccini e immunità naturale; la circolazione del virus rimane limitata; continuano a prevalere varianti che non provocano una malattia grave. Pertanto, non si ravvisa una necessità dell’uso obbligatorio di mascherine, che hanno un ruolo più limitato che in passato. Tuttavia, nei soggetti più fragili (immunodepressi, anziani) ancora adesso la mascherina è molto efficace per permettere una protezione di se stessi. Suggerisco quindi caldamente a chi abbia problemi di salute che provochino un maggior rischio infettivo di proteggersi con le mascherine indipendentemente dal Covid, perché la mascherina è uno strumento semplice, a basso costo e che garantisce il risultato. Mi aspetto un allentamento delle misure, con la scomparsa dell’obbligo di mascherina, ma bisogna continuare a consigliarne l’uso ai soggetti fragili affinché si proteggano da complicazioni gravi che possono essere generate non solo dal Covid ma da ogni microrganismo infettivo (virus, batteri, funghi, ecc.)”.–
Salvo Cagnazzo
Studio Diessecom