Non era più abituato Tadej Pogacar a incontrare le difficoltà dei comuni mortali e quindi come dicono i Muse torna a “provare qualcosa di umano”. Poteva inanellare una serie di successi mai vista, qualcosa di appunto di non umano, l’impresa ciclistica dell’anno senza dubbio: Amstel Gold Race, Giro delle Fiandre, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi. Invece, è proprio qui sugli infiniti cote belgi che la fragilità dell’uomo ricorda la sua presenza; come un fulmine a ciel molto più che sereno- non quello del Belgio che ha portato nuvole e tempesta sopra ai ciclisti- Tadej cade in discesa dopo pochi chilometri, 85 per l’esattezza, terminando la giornata e la sua stagione di primavera sul lettino di una sala operatoria dell’ospedale di Genk per una frattura dello scafoide sinistro. È proprio per diminuire i tempi di recupero, ed essere in piena forma al Tour, che la chirurgia affidata al dottor Joris Duerinckx è stata attuata poche ore dopo l’incedente.
Pogacar-Evenepoel il duello che non c’è stato
Doveva essere uno scontro diretto tra i due fenomeni del momento. Non c’erano i ciclocrossisti van Aert e van der Poel, il primo quasi demoralizzato per aver più volte sfiorato il successo in questa primavera, giunto solo all’E3, il secondo probabilmente soddisfatto ed appagato dalle vittorie alla Sanremo e alla Parigi-Roubaix. Era annunciato quindi lo scontro a due Evenepoel-Pogacar, con il primo ad aver vinto il titolo mondiale e conquistato la maglia iridata a Wollongong 2022 in Australia ed il secondo, come detto, in corsa per completare il trittico delle Ardenne. C’erano andati vicini Eddy Merckx negli anni Settanta e Mauro Gianetti nel 1995, a cui mancò la Freccia in cui raggiunse il quinto posto; ci riuscirono invece in due, solamente in due in oltre 50 anni di storia del trittico delle classiche delle Ardenne. Il nostro azzurro Davide Rebellin completò l’impresa nel 2004 e si dovette aspettare il 2011 per vedere il triplo trionfo di un belga, Philippe Gilbert.
Liegi-Bastogne-Liegi, Remco raddoppia
Alla Liegi-Bastogne-Liegi 2023 “il bimbo” Tadej ha abbandonato il confronto diretto con Remco e l’ex calciatore ha preso la via del trionfo, come lo scorso anno, completando un back to back che mancava dai tempi di Michele Bartoli nel 1997-1998, raddoppiando il suo titolo in bacheca. Adesso i due fenomeni prederanno strade diverse, lo sloveno verso il recupero e il belga verso la preparazione del Giro d’Italia. Senza Pogacar per Evenepoel si era aperta la prospettiva del dominio dell’ultima classica Monumento di Primavera, “la prima che corro con la maglia iridata” ha sottolineato lo stesso Remco alla viglia in Conferenza Stampa. Ha staccato Pidckock a circa tre km dall’arrivo, si è alzato sui pedali e ha reso sua la Liegi attraverso una perfezione calcolatoria e tecnica che rende il suo successo silmile ad un quadro fiammingo che non lascia trascurare nessun dettaglio. E sarà proprio a Roma, in quella che per i pittori delle Fiandre è diventata una seconda casa, che Evenepoel cercherà di festeggiare il prossimo successo, passando oltretutto l’11 maggio per quel porto partenopeo che lo stesso Pieter Bruegel il Vecchio aveva raffigurato del 1556.