Nel 2022 la produzione italiana di acciaio è calata dell’11,5%, con 21,6 milioni di tonnellate, ma il dato rientra in un trend di rallentamento diffuso a livello mondiale (-3,9%) e in particolare nell’area europea, dove peggio dell’Italia hanno fatto Francia (-13,1%) e Spagna (-19%), mentre la Germania ha chiuso meglio con un -8,4% e il resto dell’Europa è in linea col dato italiano.
I dati sono stati analizzati durante l’assemblea annuale di Federacciai che si è tenuta oggi a Milano e dove è stato sottolineato dal presidente Antonio Gozzi come “le imprese del nostro settore hanno superato momenti difficili come quelli del Covid e continuano a impegnarsi in grandi campagne di investimenti in impianti, protezione ambientale, sicurezza e innovazione di processi e prodotti”.
In particolare è stato evidenziato il dato che oltre l’80% dell’acciaio italiano viene prodotto tramite forni elettrici, quindi in maniera decarbonizzata, rispetto all’Europa, dove ancora il 60% circa dell’acciaio viene prodotto con gli altiforni e il carbone.
“Siamo i siderurgici più green d’Europa e ciò consente all’Italia di poter rivendicare ai tavoli europei questo primato.
Non solo vogliamo essere la siderurgia europea più decarbonizzata, ma vogliamo essere nel 2030 a prima siderurgia al mondo a raggiungere una produzione d’acciaio completamente green” ha continuato Antonio Gozzi.
A livello europeo sono circa 90 milioni di tonnellate d’acciaio che vanno riconvertite al forno elettrico, con un costo stimato di circa un miliardo di euro d’investimento per ogni milione di tonnellata riconvertito.
“Le risorse necessarie per convertire almeno una parte della siderurgia europea si aggirano attorno ai 50 miliardi, ma non esiste nessun piano europeo per finanziarli”, ha concluso il presidente di Federacciai.