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Al Malibran, per la prima volta a Venezia, Il trionfo del Tempo e del Disinganno di Händel.

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Mai rappresentato prima a Venezia, Il trionfo del Tempo e del Disinganno di Georg Friedrich Händel approda finalmente sul palcoscenico del Teatro Malibran, nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2022-2023 del Teatro La Fenice. L’opera andrà in scena in un nuovo allestimento affidato per la parte musicale a uno specialista del repertorio quale è Andrea Marcon e con regia, scene, costumi, light design e coreografia dell’artista giapponese Saburo Teshigawara. Cinque le repliche in programma: il 25, 28, 30 maggio1 e 3 giugno 2023. Lo spettacolo va in scena con il supporto dell’Agency for Cultural Affairs, Government of Japan through the Japan Arts Council.

Composto per la prima volta nel 1707 – Händel aveva appena ventidue anni – su libretto del cardinale Benedetto Pamphilj, poi rivisitato due volte a distanza di molti anni, nel 1737 e 1757, il primo lavoro oratoriale del compositore tedesco si configura come una precisa allegoria con quattro protagonisti, Bellezza, Piacere, Tempo e Disinganno, una sorta di manifesto di austerità che porta l’eco della Controriforma. Bellezza (soprano) vive sotto l’incantesimo di Piacere (soprano) finché Tempo (tenore) e Disinganno (contralto) la convincono a imboccare una nuova via di pentimento e devota austerità. Composto di due parti, comprende alcune delle più belle arie händeliane (in particolare l’ammaliante «Lascia la spina»), passi virtuosistici per l’organo (destinati allo stesso Händel) e per il primo violino (parte scritta espressamente per Arcangelo Corelli, direttore della prima esecuzione). Il trionfo del Tempo e del Disinganno rimase per Händel una sorta di magazzino da cui attinse per altri lavori in non meno di trenta occasioni.

«Il trionfo del Tempo e del Disinganno (anche se il titolo corretto dovrebbe essere La bellezza ravveduta nel trionfo del Tempo e Disinganno) è attualmente uno dei titoli händeliani più eseguiti nella programmazione dei teatri d’opera – spiega il direttore d’orchestra Andrea Marcon –. Il soggetto principale del racconto sarà il ‘viaggio’ spirituale della Bellezza. Tentata dai piaceri e dalle vanità della vita, e in questo ostacolata dal Tempo e dal Disinganno, deciderà di scegliere la via più casta e pura ma anche più estrema, quella della solitudine e della vita eremitica. Decisamente teatrale è invece la musica del giovane Händel, qualcosa di veramente inaudito e moderno per l’epoca. Musica di una bellezza struggente con linee melodiche profondamente ispirate e ricca a tratti anche di un virtuosismo trascendentale sia per i solisti vocali che per gli strumentisti dell’orchestra. Qualcosa di analogo in Italia e a Roma non si era ancora mai sentito».

«Il punto iniziale, per me – a parlare è il regista e coreografo Saburo Teshigawara – è stato considerare che questo non sia un racconto, bensì poesia, molto significativa e altamente simbolica. Il libretto non tratta solo di emozioni ma si rivolge soprattutto all’umanità. Guarda alle figure ideali piuttosto che alle circostanze, che si rivelano contraddittorie per gli esseri umani. Si tratta di una lezione estremamente profonda, che richiede un forte gusto per la poesia, per il significato astratto. […] Per questo la scena è una cornice cubica, formata da quattro elementi. Tutto ruota attorno a questi elementi, che muoviamo in differenti angolazioni. È tutto molto semplice: quattro facce per quattro personaggi, quattro cantanti, quattro danzatori, un cubo ciascuno. I danzatori sono musica visibile, ritmo visibile. E non c’è necessità di tradurre le parole, non c’è nessun bisogno che i danzatori spieghino la storia a parole. Ai cantanti non è richiesto di danzare, non voglio disturbarli. L’impressione dominante sarà quella di bellezza e armonia».

Il questo primo allestimento veneziano dell’opera händeliana, Bellezza sarà interpretata da Silvia Frigato; Piacere da Giuseppina Bridelli; Disinganno da Valeria Girardello; Tempo da Krystian Adam. In scena anche Saburo Teshigawara nella veste di danzatore, insieme ai ballerini Rihoko Sato (che è anche assistente alla regia e alla coreografia), Alexandre Ryabko e Javier Ara Sauco.

La prima di giovedì 25 maggio 2023 ore 19.00 (turno A) sarà trasmessa in differita su Rai Radio3. Seguiranno le repliche domenica 28 maggio ore 15.30 (turno B); martedì 30 maggio ore 19.00 (turno D); giovedì 1 giugno ore 19.00 (turno E); sabato 3 giugno ore 15.30 (turno C).

Ulteriori informazioni: www.teatrolafenice.it

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