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Giro d’Italia: vince la nostalgia, il Monte Bondone è di Almeida.

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venerdì, Novembre 22, 2024

Sedici tappe e ora finalmente è iniziato il Giro d’Italia, meglio tardi che mai, anche perché il “mai” nello sport e nel ciclismo non sempre è contemplato. Per dare la scossa alla corsa rosa abbiamo fatto un tuffo indietro, grazie al nome che nel 2020 sorprese tutti rivalendosi al mondo: Joao Almeida, quindici giorni da leader nell’anno della pandemia quando la salita dello Stelvio lo fece saltare. Si riprende ora ciò che ha sempre meritato, vincendo la scalata del Monte Bondone e soprattuto accantonando l’immobilismo del gruppo favorito. Il primo fuoco d’artificio era atteso a Campo Imperatore o a Bergamo alla fine siamo arrivati alla terza settimana con una maglia rosa ottenuta grazie ad una fuga, quella di Armirail, che non ha mai avuto la vera occasione e speranza di candidarsi alla vittoria finale. Sulla salita finale del Monte Bondone quello che ha generato Almeida è un vero e proprio effetto domino, selezione pura e battaglia aperta per giungere in rosa a Roma, quel che tutti volevano e chiedevano al Giro. Finalmente si gioca a carte scoperte, il gruppo si scongela e si muove, adesso sarà un tutti contro tutti e la teoria del non farsi del male reciprocamente troppo presto o lasciare la leadership ingombrante dovrebbe essere definitivamente abbandonata, grazie Joao.

Joao Almeida

Almeida vince, ma è cambio rosa

15% di pendenza per alcuni tratti, arrivo in una salita spianata ma lunga oltre 20 km, tracciatura perfetta per lo spettacolo. È stato bello vedere il litigio tra Pinot e Cepeda certo, come altrettanto emozionante sono state le grandi prestazioni di Ben Healy e Jonathan Milan al comando delle classifiche di scalatori e dei punti, ma la battaglia per il titolo finale tra i favoriti ha un sapore diverso. Sul Monte Bondone non si è ancora capito chiaramente chi sarà il vincitore del Giro d’Italia, ma probabilmente i primi segnali di difficoltà sono stati tracciati e dalla lunga lista dei “probabili” si può cominciare a depennare alcuni nomi. Tre uomini sul podio, dietro di loro un distacco di 2 minuti e 21 di Damiano Caruso che non ha reagito alle accelerazioni dei top 3: come direbbero i Maneskin gli altri sono sembrati viaggiare su “un diverso fuso orario”. Mentre Healy conquista la maglia azzurra, Milan conferma la maglia ciclamino, le intenzioni del team UAE erano chiare fin dall’inizio del Bondone, immediatamente dopo la fine delle fatiche di Dennis si sono messi loro a frangere l’aria per l’uomo di classifica, Joao Almeida. È proprio il portoghese a partire, il primo a scappar via e la reazione è obbligata: Thomas, Roglic supportato dal prezioso alleato Kuss, Dunbar e Zana che si stacca rapidamente, e si, purtroppo per noi manca proprio Caruso nella breve fuga di testa.

Geraint Thomas

I due Jumbo Visma, Roglic e Kuss cercano di aiutarsi a vicenda, l’americano lavora per il suo capitano, ma il Leone inglese Geraint resta li con loro monitorando Almeida poco più avanti. Sfiniti dalle ripide pendenze i calabroni entrano in difficoltà, Thomas non può che non accorgersene e coglie l’occasione per riprendere il portoghese, sarà proprio lui a rivestire la maglia rosa al termine della salita. Roglic è stato salvato dall’americano, non è sembrato brillante e reattivo a differenza dell’Ineos e infatti al termine della tappa si ritroverà terzo alle spalle dei due protagonisti: arriva insieme a Dunbar con 25 secondi di ritardo. Chiaramente un giornata in difesa per lo sloveno che deve ringraziare il suo compagno di squadra senza il quale forse non sarebbe più in corsa ravvicinata. Kuss ha limitato i danni di Primosz, i segnali non sono incoraggianti perché non sempre si troverà con il salvagente giallo dei compagni di squadra che possono portarlo fino al traguardo e anzi adesso deve recuperare 29 secondi all’inglese, urge una risposta se vuole vincere il Giro. Thomas non ha vinto la tappa, ma per il momento l’obiettivo è raggiunto: riprende la maglia rosa e ha 18 secondi di vantaggio sul portoghese che invece è ben contento di essere risucito finalmente a vincere una frazione di un grande giro, e per di più in quello che lo aveva lanciato. Geraint in rosa, Joao in bianco -miglior giovane- e Primosz resta in giallo, ma non siamo al Tour anche se mai come oggi indossare i colori della Jumbo Visma è stato di vitale importanza.

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