Tra la fine e l’inizio del Cinquecento, il medico svizzero Paracelso, tentò, per primo, ma senza successo, di elevare la pratica chirurgica allo stesso livello e prestigio della scienza medica.
Lo svizzero fu uno figura controversa, una specie di anello mancante tra il mago e lo scienziato; egli fu un medico, ma anche un alchimista e un astrologo, ma gli si devono comunque importanti innovazioni come le prime basi della semeiotica e l’utilizzo di minerali e sostanze chimiche nella cura delle malattie e non solo i derivati erboristici.
Chi, invece, riuscì dove Paracelso non era riuscito ad arrivare, fu Ambroise Parè, chirurgo francese, che riuscì definitivamente ad eliminare tutte le differenze classiste tra chirurghi e medici, restituendo alla chirurgia la dignità di scienza.
Di questo chirurgo abbiamo già trattato in un precedente articolo, dove ne veniva raccontata la vita e la sua più importante scoperta, la legatura dei vasi sanguigni, atto vittorioso nella lotta ad uno dei più grandi nemici di quella pratica chirurgica che si stava sempre più avviando verso la sua definitiva maturazione e progresso, le emorragie.
L’importanza di questa figura viene sottolineata dall’evidenza che egli fu il medico personale di ben cinque sovrani, nonostante all’epoca fosse uso comune, effettuare cambi drastici nella composizione della corte, ad ogni nuovo regnante.
Fu una figura innovativa in tutti i sensi, tratto che gli portò un forte ostracismo, che superò grazie alla sua abilità, alle sue conoscenze, ma soprattutto, grazie all’autorità acquisita.
Fu barbiere, esercitando per anni all’interno delle loro corporazioni, ma fu anche un medico, formandosi nei principali ospedali di Parigi; era di estrazione umile, non conosceva né il latino né il greco, ma in francese scrisse numerose opere e diffuse le sue intuizioni e le sue scoperte.
Inventò strumenti chirurgici, ideò delle protesi per i suoi pazienti amputati: le umili origini e la minima considerazione che la medicina di allora aveva per la figura del chirurgo, o peggio del barbiere, non intaccarono mai ciò che egli aveva conquistato con la sue reputazione.
La figura di Parè fu fondamentale per avviare una trasformazione importante nella medicina che dal Rinascimento si avviava verso l’Illuminismo.
Da allora il chirurgo iniziava ad entrare negli negli ospedali, non uscendone più, si affiancava al medico clinico e diventava una figura fondamentale nelle struttura ospedaliera. Il processo fu lungo, è durato secoli, ma si trattò di un progresso che non poteva essere fermato.
Questo fu un passaggio fondamentale in quanto il riappropriarsi della propria identità scientifica permise alla chirurgia di avviarsi verso studio e sviluppo, nonché pratica e crescita, elementi che porteranno, due secoli più tardi alla nascita della chirurgia moderna, dopo la vittoria contro il dolore (anestesia) e contro le infezioni (antisepsi).
STORIA DELLA CHIRURGIA: XVI SECOLO, L’EMBRIONE DELLA CHIRURGIA MODERNA.
Date:
venerdì, Novembre 22, 2024