Abbiamo ricevuto e volentieri pubblicato questa intensa lettera aperta del nostro pregiato e stimato collaboratore esterno e consulente per il settore cultura, istruzione e formazione Dottor Luigi Francesco Gaetano Paci, figura di fine e colto pedagogista molto impegnato da sempre anche nel sociale, nel volontariato e nell’associazionismo, già Messaggero FIABA e attualmente Vice presidente degli Amici del Molise per l’Associazione culturale “La Famiglia Molisana” in Roma.
Onorevole Ministro,
Mi presento: sono Luigi Francesco Gaetano Paci, insegnante presso la scuola primaria Istituto “B. Sestini” di Agliana in provincia di Pistoia.
Le scrivo, col dovuto rispetto, una lettera aperta riguardo i problemi che viviamo quotidianamente non solo nella nostra scuola in particolare ma penso in tutte le scuole italiane in generale.
Oggi la scuola è profondamente cambiata, i ragazzi sono più vivaci (con fenomeni di bullismo sparsi) e si arrendono alle prime difficoltà forse anche perché le famiglie tendono a delegare sempre più le loro educazione e formazione.
Siamo insegnanti sovraccarichi di lavoro , non siamo sereni, non siamo tutelati da nessuno dinanzi all’arroganza e talvolta alle aggressioni di alcuni genitori che per fortuna sono minoranza rispetto a chi sostiene e rispetta il nostro ruolo e la nostra autorevolezza di docenti.
Riguardo poi questo nuovo inserimento del Tutor si corre il rischio che si risolva in una guerra tra poveri, siamo tutti Tutor dei ragazzi, quindi lo stipendio dovrebbe essere uguale per tutti.
Noi sogniamo meno burocrazie e più attenzione ai particolari; solo in tal modo il frutto delle nostre lezioni potrà essere evidente e significante se insegnare significa letteralmente in_segnare, segnare dentro.
Se ci liberaste dal fardello della burocrazia, potremmo essere non solo insegnanti ma anche facilitatori e educatori dei ragazzi insieme e non contro le loro famiglie.
Infine, volendo dar seguito ai suggerimenti pedagogici di Papa Francesco, auspichiamo che ci possa essere un equilibrio educativo fra mente, cuore e mani ossia razionalità, affettività e operatività.
Vorremmo evitare , cioè, di scadere nel nozionismo intellettualistico o nell’ anaffettività “causa di ogni malessere” e infine educare alla concretezza del lavoro che non sia antintellettualistico ma riflessivo nell’ azione, come affermava il grande filosofo Donald Schon.
So bene che Lei è molto impegnato, ma spero in una Sua attenzione e in Suo riscontro a quanto scrivo come portavoce di noi docenti affiatati e motivati che teniamo molto alla scuola, alla nostra professione e ancor di più agli alunni e ogni giorno ci prodighiamo in tal senso con amore e spirito di servizio pur tra mille oggettive difficoltà.
Grato per l’attenzione porgo i miei più distinti saluti.
Luigi Francesco Gaetano Paci