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Fiorentina-West Ham: al novantesimo fa ancora più male.

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“Più vicino al paradiso che mai e non voglio andare a casa proprio adesso” i Goo Goo Dolls nella loro canzone più famosa, Iris, sembrano interpretare questi ultimi mesi viola. Eppure la storia della Fiorentina, tornata in Europa e protagonista anche in Italia dopo anni in cui era quasi, anzi era nettamente, in lotta per la salvezza, non ha un lieto fine. Prima Roma e poi Firenze, sembrava troppo bello: la Coppa poteva andare ad arricchire il patrimonio artistico sconfinato delle due città; è successo nel 2022 quando Pellegrini l’ha trasportata in vetta al pullman romanista al fianco del Colosseo. In questo 2023 l’attenzione della sempre affollata – e ci mancherebbe- Piazza della Signoria resterà concentrata sulla copia del David di Michelangelo- quella vera si trova nella Galleria dell’Accademia- e non farà da sfondo a nessuna festa calcistica.

La conference League

Tutta Firenze sembra essere colorata con un viola delicato, come vino diluito”, anche Henry James, scrittore statunitense che ha vissuto il cambio di secolo tra 1800 e 1900, aveva quasi predetto l’immagine che si sarebbe concretizzata in caso di vittoria. Vaneggiare su quel che sarebbe potuto essere e su quel che non sarà porta solamente dolore. Le occasioni di festeggiare nella città dell’arte sono state ben due e come dopo la finale di Coppa Italia, la squadra di Italiano torna a casa con la testa bassa e una seconda sconfitta, ancora più inspiegabile rispetto a quella giunta con l’Inter. Sì, inspiegabile perché la Fiorentina è riuscita quasi ad imporre il suo gioco e a prevalere sul West Ham. Anche per una qualche giustizia morale, dopo che un tifoso ha colpito alla testa Biraghi con un oggetto non chiaramente identificato, la Viola sembrava pronta a vincerla. La costruzione del gol di Bonaventura avrebbe meritato un posto in uno dei tanti musei fiorentini, il palo di Kouamè ha lasciato la coppa sulla linea del fuorigioco e proprio da quella linea gli Hammers l’hanno raccolta, al novantesimo lasciando il dubbio in tempo reale sulla regolarità della posizione di Bowen. La speranza è vana, il fuorigioco ormai è una questione geografica, è tutto regolare, Londra esulta, Firenze piange.

Luka Jovic

E quindi emergono i nuovi campioni che si cominciano a (ri)conoscere con la Coppa tra le mani. Si scorge la figura di Emerson Palmieri, non poteva mancare una non troppo vecchia conoscenza del calcio italiano. Italo brasiliano, sarà stato ben felice di cambiare nazionale nel 2017, dopo quella data è diventato un volto noto alle premiazioni UEFA: per la quarta volta si mette al collo una medaglia, il primo giocatore a vincere Champions, Europa, Conference League ed Europeo. Ha il successo nel sangue, anche se ha faticato a dimostrarlo: aveva destato curiosità il suo trasferimento alla Roma nel 2014, dopo appena nove presenze nel Palermo, invece ha conquistato, con il tempo titolarità e attenzioni dei top club, l’infortunio al crociato del 2017 ritardò solamente il suo approdo in cima all’Europa al Chelsea e poi a Lione e West Ham.

David Moyes

Il titolo del West Ham significa anche il ritorno di David Moyes, bandiera e icona dell’Everton per oltre dieci anni. L’eredità del connazionale Sir Alex Ferguson al Manchester United non gli si addiceva, non erano maturi i tempi per i Red Devils, che avevano appena perso la loro essenza; lo esonerarono dopo neanche un anno. Fino al 2018 raccolse fallimenti, delusioni e soprattutto esoneri; lo stesso West Ham non lo riconfermò al termine del 2018, era il momento di staccare, quasi di dire basta e invece nel 2020 ritornò con gli Hammers conducendoli prima alla semifinale di Europa League, poi al successo in Conference. Un allenatore scozzese torna a vincere in Europa, l’ultimo fu proprio Sir Alex.

Emerson Palmieri in azzurro

E infine ci sono anche gli altri italiani che forse in effetti quando lasciano il campionato italiano tendiamo a dimenticare. Gianluca Scamacca, qui la memoria è ancora fresca, non ha potuto giocare a Praga, ma la sua stagione da 16 gol con la maglia neroverde del Sassuolo sembra ancora recente. Invece ha cambiato maglia ormai da quasi un anno, gli inglesi hanno sborsato 36 milioni per lui. Dopo i primi 3 gol tuttavia, è stato costretto a fermarsi per problemi fisici culminati con l’operazione al menisco. Suo compagno di squadra è Angelo Ogbonna, e in questo caso si torna più indietro negli archivi. Una giovane promessa nel Torino, rimasto a lungo in granata e comunque rimasto all’ombra della Mole anche nel 2013 quando passò alla Juventus, il primo giocatore delle giovanili a “tradire” il Toro per andare dalla Signora eppure aveva anche indossato occasionalmente la fascia di capitano dei granata. Non diventò titolare bianconero, vinse due Scudetti e nel 2015 volò a Londra: adesso è casa sua, alza la coppa quando ha 35 anni. Il West Ham ora “vola alto avvicinandosi a toccare il cielo”, lo dice anche l’inno I’m forever blowing bubbles, colonna sonora della storia deli Hammers, nonché del film Hooligans.

Aguerd, West Ham

La cronaca della partita

Nel corso del primo tempo la difesa del West Ham è ben posizionata, Aguerd, un muro sia in Qatar che con il suo club, non concede assolutamente niente all’interno dell’area; l’unica via è il tentativo dalla distanza e ci provano Mandaragora e Dodo. Gli inglesi vengono scossi da un brivido allo scadere del recupero, Kouamè vola a colpire un cross di Gonzalez, il palo respinge altissimo, Jovic deve solo appoggiare in porta, ma il serbo era in fuorigioco ed è anche costretto ad uscire per infortunio. La partita cambia al sessantesimo quando Bowen controlla col petto un pallone in area che sbatte poi sulla mano di Biraghi, l’arbitro Del Cerro Grande viene chiamato all’on field review e concede il calcio di rigore. La Viola chiede al suo portire, Terracciano l’ennesimo miracolo- dopo la parata col Basilea si guadagnò soprannome di San Pietro- invece Benrahma è cinico, segna e si lancia in mezzo ai suoi tifosi. La squadra di Italiano non si scoraggia facilmente, la reazione è immediata e non c’è neanche il tempo di protestare per un fallo di mano di Kehrer: lancio di Amrabat per la sponda di Nico Gonzalez a Bonaventura, Jack colpisce di prima ed è 1-1. L’argentino di Firenze ha una grande voglia di rivalsa- saltò il mondiale per infortunio, voleva una Coppa ad ogni costo in questa stagione- e si vede, crea occasioni su occasioni, è il pericolo numero uno per gli inglesi. La sconfitta al novantesimo fa ancora più male, Italiano è infuriato ma la posizione di Bowen è regolare, Paquetà si prende una grande rivincita conto l’Italia dove la sua carriera non è decollata: è suo l’assist preciso per l’inglese. La Conference League cambia nazione e va oltremanica a Londra, saltando Firenze, gli Hammers succedono alla Roma.

Pagelle Fiorentina-West Ham 1-2

Fiorentina: Terracciano 6, Biraghi 5, Ranieri 5.5/Igor 4.5, Milenkovic 6.5, Dodo 6, Mandragora 5.5/ Barak SV, Amrabat 6.5, Bonaventura 7.5, Kouame 6.5/Saponara 5, Jovic 6.5/Cabral 5, Gonzalez 7.5

West Ham: Areola 5.5, Coufal 7, Zouma 6/Kehrer 5, Aguerd 7, Emerson 5, Soucek 6.5, Rice 6.5, Paquetà 6.5, Bowen 8, Antonio 5.5/Ogbonna SV, Benrhama 6.5/Fornals 5.5

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