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Maturità 2023, tutto quello che c’è da sapere sull’esame post-pandemia.

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giovedì, Novembre 21, 2024

“Maxi-orale”, “elaborato”, “commissione interna”: vocaboli che appartenevano all’esame di Maturità rimodulato a causa dell’emergenza sanitaria e che, quindi, sono ormai andati in pensione. Con il ritorno alla “normalità” nella vita quotidiana, si torna anche alle regole “standard” per gli esami di Stato, salutando le misure di semplificazione che abbiamo visto negli ultimi anni.

Perché è vero che il periodo della pandemia ha significato chiusure e disagi, ma è anche vero che la Maturità – forse – è stata più facile. Non tanto in termini di promossi e bocciati – tutto sommato invariati nel pre come nel post pandemia (tranne il caso eccezionale del “tutti ammessi” del 2020) – quanto in termini di punteggio finale: i 100 e lode sono fioccati e, a cascata, la fascia alta dei punteggi è stata più affollata rispetto al passato. Gli studenti, quindi, si ritroveranno tra i banchi di scuola a giugno per sostenere di nuovo un esame completo: prima e seconda prova con tracce ministeriali, colloquio orale classico, commissione mista. In termini di punteggio, si tornerà a dare un peso maggiore agli esiti delle prove d’esame rispetto al credito scolastico. Con il voto finale che sarà assegnato da una commissione d’esame composta, per metà, da commissari esterni dopo che, per ben tre anni, i maturandi si sono confrontati esclusivamente con i propri professori (tranne il presidente che è rimasto sempre esterno). Il cosiddetto “plico telematico”, contenente le tracce delle prove scritte elaborate dagli esperti del Ministero dell’Istruzione e del Merito, sarà lo scrigno inviolabile delle prove collettive e sarà accessibile alle commissioni d’esame solo quando scatterà il via delle singole prove, attraverso la divulgazione della password da parte del MIM. Proprio alla luce dei tanti cambiamenti, il portale Skuola.net ha elaborato un guida sulla Maturità, per fare il punto su tutte le informazioni fondamentali relative agli esami che attendono i maturandi a partire dal 21 giugno 2023.

Un esame “normale” a partire dal punteggio

Il ritorno alla normalità, come detto, ha riportato l’esame alle norme di riferimento, in particolare al dl 62/17, entrato in vigore con la Maturità 2019. Il credito scolastico, ovvero il punteggio assegnato in base al rendimento scolastico durante il triennio, tornerà a valere 40 punti, rispetto ai 50 del 2022 e ai 60 del 2020 e 2021 (modifiche dovute all’emergenza sanitaria). Altri 60 punti saranno conseguibili durante le diverse fasi dell’esame: 20 punti per la prima prova, 20 per la seconda e 20 per il colloquio orale. Il massimo punteggio finale rimarrà 100 punti su 100. Inoltre, la commissione avrà la facoltà di attribuire 5 punti bonus ai candidati con le migliori performance, a condizione che abbiano ottenuto un credito scolastico di almeno 30 punti su 40 e un risultato nelle prove di esame pari a 50 punti su 60. I commissari e il presidente della commissione saranno responsabili della valutazione delle prove di ogni candidato, assegnando un punteggio utilizzando griglie di valutazione nazionali. Quest’anno, come detto, la commissione d’esame non sarà composta esclusivamente da docenti interni, ma avrà una composizione mista. Saranno presenti tre docenti interni e altrettanti docenti esterni, oltre al presidente della commissione, anch’esso esterno. Gli studenti si troveranno quindi di fronte a quattro facce sconosciute su sette durante l’esame.

La prima prova dà il via all’esame

La prima prova, come da tradizione, sarà quella di Italiano, fissata per mercoledì 21 giugno alle 8:30. Lo scritto sarà, per regolamento, simile a quello del 2019, ultimo anno in cui si è svolto l’esame “tradizionale”. Infatti, anche se già nel 2022 si è organizzata la prova nazionale, il punteggio era stato ridotto a 15 punti rispetto ai 20 canonici. Il Ministero dell’Istruzione proporrà sette tracce divise in tre tipologie: due saranno relative all’analisi del testo, tre al testo argomentativo e due al tema di attualità.

Torna lo scritto di indirizzo “nazionale”

Il giorno successivo, ovvero giovedì 22 giugno 2023, gli studenti dovranno affrontare la seconda prova, specifica per il proprio indirizzo di studio. Questa è una delle novità più importanti dell’esame di Maturità 2023 rispetto al recente passato: le tracce delle prove non saranno più decise all’interno delle commissioni d’esame, ma saranno elaborate direttamente dal Ministero dell’Istruzione in chiave nazionale. Inoltre, per evitare di danneggiare eccessivamente i maturandi, nel 2022 allo scritto era assegnato un punteggio praticamente simbolico: 10 punti al massimo. Quest’anno, invece, si potrà arrivare fino a 20. La seconda prova scritta, poi, quest’anno riguarda una sola disciplina caratterizzante i vari indirizzi di studio, scelta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito con apposita ordinanza emanata a fine gennaio. Il Ministero, per la verità, in alcuni indirizzi avrebbe potuto scegliere la via della traccia pluridisciplinare (su più materie caratterizzanti) ma ha probabilmente evitato per non complicare ulteriormente la vita agli studenti. Ad esempio, al liceo classico ci sarà la prova di Latino; allo Scientifico quella di Matematica; al tecnico commerciale ci sarà Economia Aziendale, e così via.

Colloquio orale, ultimo step dell’esame di Stato

L’ultimo passaggio dell’esame di Maturità 2023 è rappresentato dal colloquio orale, che si terrà alcuni giorni dopo le prove scritte. Questo intervallo di tempo permette ai commissari di correggere le prove e pubblicare i risultati parziali. A differenza delle prove scritte, non esiste una data comune per tutta Italia per la partenza dei colloqui. Il calendario degli esami orali sarà stabilito dalle singole commissioni nella riunione plenaria del 19 giugno, durante la quale verrà anche sorteggiata la classe e la lettera alfabetica del cognome dei candidati che inizieranno i colloqui. Verrà quindi predisposto un calendario, che potrà prevedere un massimo di 5 candidati per giornata. Molte scuole potrebbero iniziare i colloqui orali già il 26 giugno, il lunedì successivo alle prove scritte. A proposito dell’orale, la normativa sull’esame prevede una serie di fasi nella costruzione dei colloqui: la prima, deve portare alla trattazione di un discorso pluridisciplinare a partire dai materiali selezionati dalla commissione (come un documento, un testo, un progetto); verrà poi dedicato uno spazio anche alla presentazione dell’esperienza PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) e alla verifica delle competenze di Educazione Civica. Nel caso in cui uno o più candidati siano impossibilitati a sostenere le prove scritte nei giorni stabiliti per cause di forza maggiore, potranno recuperarle nella sessione suppletiva dell’esame, a partire dal 5 luglio. Se anche in questa occasione non fossero in grado di partecipare a causa di ulteriori impedimenti, i candidati possono richiedere di sostenere una o più prove dell’esame di Stato in una sessione straordinaria. Per poterlo fare, dovranno presentare una domanda al presidente entro il giorno successivo all’assenza, e la commissione e l’ufficio scolastico regionale competente prenderanno una decisione in merito alle richieste. Il Ministero stabilirà quindi i tempi e le modalità per l’esame in sessione.

ANSA.IT

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