Una leggenda è stata raggiunta, ma Max Verstappen non ha nessuna intenzione di rallentare. Ormai ottiene le sue vittorie con estrema calma. Con l’olandese in pista non c’è più neanche l’occasione di una battaglia per il gradino più alto del podio, un dominio diverso rispetto a quelli degli anni precedenti, il terzo mondiale non gli sfuggirà.
Quest’ultima vittoria a Montreal ha, tuttavia, un sapore diverso. Max ha l’obbligo di festeggiarla in maniera differente e ricordarla perché è la numero 41, un numero lo pone alla pari con una assoluta divinità. Ayrton Senna venne fermato a 41 vittorie in maniera drammatica, in quella curva del Tamburello che resterà per sempre macchiata di lacrime. L’ultima vittoria di Ayrton è del 7 novembre 1993, avvenne a Melbourne, anche in quell’occasione il successo non venne quasi mai messo in discussione nell’arco del weekend e gli unici brividi erano dovuti al motore Ford che faticava a mantenere i regimi adatti ad una gara, ma ha comunque portato Ayrton al successo. In Canada SuperMax ha messo in cassaforte una vittoria senza rivali, un monopolio quasi dittatoriale che ha instaurato a Montreal e nell’intero mondiale.
Verstappen: fortunato no, invincibile si
Viene da chiedersi se tutte le vittorie di Max Verstappen siano veramente paragonabili a quelle di Senna. Bisogna assodare che qualsiasi paragone tra il presente ed un passato che inizia ad essere remoto, non può essere esaustivo: la differenza tecnologica tra la Red Bull di Max e la McLaren di Senna va ben oltre i 30 anni che separano Melbourne e Montreal. Verstappen ottenne il primo successo a Barcellona nel giorno del suo esordio sulla Red Bull, era il 15 maggio 2016. Quel giorno, in un mondiale combattuto corpo a corpo tra Hamilton e Rosberg, i due Mercedes si eliminarono da soli nei primi metri; si pensava che ad approfittarne sarebbe stata la Ferrari e invece il diciottenne olandese diede inizio alla storia contemporanea della Formula 1. Scaltro e fortunato a cogliere l’occasione d’oro del crash della stella a tre punte, furbo e micidiale ad approfittare di un altro regalo nel 2021 ad Abu Dhabi. Era l’ultimo gran premio della stagione, Hamilton stava per vincere il titolo, a Max serviva un miracolo per ricompattare il gruppo. Trovò un alleato in Nicholas Latifi che causò la Safety Car della gloria olandese. La direzione gara scelse di far disputare un ultimo giro, lo spettacolo prima di tutto, e Verstappen sfruttò quell’unica occasione per vincere il Mondiale 2021: miracolo completato. Per un momento ci si è chiesti quanto la fortuna abbia aiutato il pilota nei suoi successi, i pensieri dubbiosi hanno subito circondato il nuovo campione del mondo, ma come direbbe un’altra leggenda chiamata Elvis Presley, “non possiamo costruire nostri sogni su menti sospettose”. Nel 2022 è iniziata la dittatura olandese, i rivali sono stati rapidamente umiliati e annientati da un Max inarrivabile per chiunque, si è guadagnato quel posto nei libri di storia che nessuno potrà mai più mettere in dubbio.
Senna-Max incoronati sotto la pioggia
Il paragone non sta in piedi perché erano tempi diversi. Eppure Verstappen si è sempre guadagnato l’accostamento al campione paulista a partire da Interlagos 2016, dove sotto la pioggia torrenziale del circuito brasiliano, ha conquistato un podio indimenticabile. Sorpassando Kimi Raikkonen che finì quella giornata distruggendo la Ferrari e Nico Rosberg alla curva esse Senna, mise in accordo la storia e la geografia. Intraversandosi in aquaplaning e salvando la prestazione attirò i riflettori su di se, ma è con la rimonta alla quale era stato costretto dopo la confusione ai box che si accostò ad Ayrton. Dall’undicesima alla terza posizione in pochi giri, con sorpassi da antologia grazie ai quali si riprese un podio dato ormai per definitivamente perso.
Consacrati dalla pioggia; se quello ad Interlagos è stato il battesimo della leggenda per Verstappen, Ayrton il suo ingresso nell’Olimpo lo face dalla porta principale della Formula 1: Montecarlo 1984. Senna era un esordiente e sotto un tempo di tempesta tra le strette strade del principato guidava come se non esistessero le mille difficoltà del caso. In una giornata in cui anche un mago come Niki Lauda si è dovuto arrendere alle condizioni del circuito Senna si prese la scena e la vittoria morale della gara. Con un’auto danneggiata mise a segno i sorpassi su Arnoux, Rosberg (Keke, il padre di Nico) e Lauda che si ritirò pochi giri più tardi. La pioggia si intensificò, ma lui non se ne accorse e continuava a ridurre i secondi tra se e Prost, che il brasiliano sarebbe passato al comando non c’era alcun dubbio. Invece al giro 31 il direttore di gara Jacky Ickx fece esporre una bandiera rossa accompagnata da una a scacchi, vinse Prost e Senna secondo. Quell’interruzione tolse la vittoria ad Ayrton ed il titolo mondiale a Prost: se la gara fosse stata portata a termine Alain avrebbe sì subito il sorpasso dal brasiliano, ma non ci sarebbe stato il punteggio dimezzato e il francese avrebbe vinto il mondiale anche con il secondo posto di Monaco. Le leggende vengono incoronata sotto la pioggia, Montecarlo e Interlagos insegnano.