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Maneskin: chiaro di luna all’Olimpico.

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“E adesso concedetemi un po’ di paura”, sono le parole che Francesco Totti aveva pronunciato al termine della sua ultima partita in carriera. Sono le stesse parole che Damiano David ha ripreso in quello stesso luogo sei anni dopo, per descrivere l’emozione di suonare allo Stadio Olimpico. Il capitano della Roma concludeva la sua carriera il 28 maggio 2017 e alcuni mesi dopo i Maneskin si affacciavano per la prima volta sul palco di X-Factor. La loro carriera musicale prese il volo da quell’esperienza, anche se alcuni li ricorderanno, ancora liceali, esibirsi in via del Corso a Roma. Non vinsero il talent di SKY, chiusero al secondo posto alle spalle di Lorenzo Licitra e quella rimane tutt’oggi la loro unica sconfitta.

Victoria De Angelis, Maneskin ph.Ascanio Antolini Ossi

Il chiaro di luna romano

L’amicizia tra Thomas Raggi e Victoria De Angelis era nata sui banchi di scuola, al liceo Kennedy del quartiere Monteverde, si è poi allargata a Damiano David e, attraverso un annuncio sui social ad Ethan Torchio. Un frontman carismatico, un talentusossimo chitarrista, un batterista con mille energie e una bassista inimitabile; era la giusta formula per il successo. Victoria, classe 2000 è riuscita a diventare l’anima della band, un’impresa non facile considerando il protagonismo che Damiano ha sempre portato su ogni palco. D’altronde è proprio la bassista ad aver fondato i Maneskin, scegliendo anche il nome ricollegato direttamente alle sue origini danesi; la traduzione esatta è “chiaro di Luna”.

Damiano David, Maneskin. Ph. Ascanio Antolini Ossi

Un Olimpico Rock

È stata fino ad ora un’estate di fuoco all’Olimpico. Il panorama musicale italiano e non solo ha riempito lo stadio praticamente ininterrottamente, ogni serata sold out da giugno a Luglio. Da Vasco Rossi a Blanco, da Ligabue ad Ultimo passando infine proprio per i Maneskin. La prima volta nello stadio del cuore della rock band; la prima volta da protagonisti e non da tifosi, Damiano inguaribile romanista e Thomas convinto laziale . Il frontman non ha mai nascosto la sua passione giallorossa, addirittura lo scorso 4 gennaio si era camuffato in Curva Sud per Roma-Bologna. “In caso di concomitanza tra un nostro concerto e una finale della Roma farei spostare il concerto. In Curva Sud sono uno di loro, non conto niente, quando inizia la partita esiste solo la Magica” dichiarava il cantante presso il Cachemire Podcast di Edoardo Ferrario e Luca Ravenna.

Victoria De Angelis e Thomas Raggi ph. Ascanio Antolini Ossi

Nelle serate del 20 e 21 luglio, quello stesso stadio ha accolto i Maneskin come protagonisti e qualche spettatore in Curva Sud a sua insaputa ha occupato il posto del Frontman: “Cantare all’Olimpico era il mio sogno, di solito sono lì” ha dichiarato sul palco indicando la Sud. È incredibile come l’emozione dello stadio romano possa colpire anche dei ragazzi che hanno aperto i concerti dei Rolling Stones e suonato ai prestigiosi festival di Coachella e Glastonbury; la scaletta prevede una doppia esecuzione del trionfo rock I Wanna Be Your Slave eppure per un momento Damiano si dimentica le parole, poi è bravo passare oltre e terminare la canzone senza che il pubblico se ne accorga.

Maneskin all’Olimpico ph.Ascanio Antolini Ossi

Una scaletta energica

Sono quattro ragazzi dotati di mille energie che hanno saputo trasmettere ai 63 mila presenti allo Stadio. Tra luci laser, giochi di fuoco e tuffi a stretto contatto con il pubblico per oltre due ore hanno fatto ballare un Olimpico già infuocato per le altissime temperature di queste giornate romane. Una scaletta esente da critiche, le uniche assenze illustri di Read Your Diary e Morirò da Re non ha pesato sulla performance dei “Kool Kids”. Il pubblico partecipe su ogni canzone non ha mai sbagliato alcuna parola, dai primi successi che loro stessi hanno definito “il nostro punto di partenza” –Chosen, ndr-fino alle hit dell’ultimo album Rush!

I Maneskin all’Olimpico. Ph. Ascanio Antolini Ossi

I Maneskin hanno portato sul palco una incredibile capacità di alternare delle vere e proprie Power ballads come “Timezone” e la splendida “Coraline” a successi che sono una manifestazione totale della musica rock italiana come “Mammamia” e “Zitti e Buoni”. Quest’ultimo è il capolavoro che ha globalizzato la notorietà della band romana; presentato a Saneremo nel 2021 li ha portati al trionfo sia al Festival che all’Eurovision Song Contest. Il feeling tra Victoria e Thomas, una volta venivano soprannominati “i fratellini carini”, si vede chiaramente per tutto il concerto e viene allargato anche agli altri due componenti, che dimostrano di essere soprattuto 4 inseparabili amici. “Non ci siamo mai ringraziati” dice Damiano, segue la sua intonazione a cappella di Iron Sky, cover di Paolo Nutini, una prestazione vocale da brividi. Risponde poco dopo Thomas Raggi, con una solitaria improvvisazione nella quale è emersa tutta l’ispirazione dei suoi idoli Jimmy Page ed Eric Clapton. Dal rock puro all’acustico i Maneskin si concedono un lungo momento col pubblico, sia lasciando salire sul palco un gruppo di fan mentre loro suonavano Kool Kids, sia scendendo loro stessi tra le braccia della folla, dove hanno cantato “Torna a Casa” e “Vent’anni”. Lo spettacolo portato all’Olimpico “non è l’inizio, ma la fine”– anche se in questo caso sarebbe più idonea la definizione usata da Damiano di traguardo– del glorioso percorso di consacrazione della band romana che ha fatto in modo che “anche la luna sia gelosa”.

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