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Mondiali di ciclismo su strada: Van der Poel completa la tripletta.

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giovedì, Novembre 21, 2024

Sei la cosa più bella che indosso”, questa grazie ad una canzone del cantautore romano famoso con il nome di Ultimo è diventata una frase cult. Oggi Mathieu Van der Poel può farla sua, perché fino alla prossima rassegna iridata, a Zurigo nel 2024, vestirà la maglia arcobaleno. “Sei risorsa, sei il cielo e sei il mondo”, anche VDP avrà quindi il modo di capire e dedicare queste parole alla sua nuova divisa da gara che non sarà nè rosa, ne gialla, ne rossa ma racchiuderà tutti i colori ad indicare la sua supremazia globale ottenuta a Glasgow.

Van Aert

Glasgow 2023: Bettiol attacca, VDP di un altro livello, Evenepoel scomparso

Alle Olimpiadi e ai mondiali di atletica l’evento più atteso sono sempre i 100 metri. Ai mondiali di ciclismo, raggruppati con più discipline, è chiaro che 100 metri non bastano, sono serviti oltre 200 km per l’evento clou, ma l’intensità è stata pari ad una finale di Jacobs e colleghi. Partenza da Edimburgo e poi, superato stop per i manifestanti, via al circuito cittadino, sempre in curva e con continui strappi in salita, un disegno particolare ed intrigante che Trentin aveva definito “da ciclocross su strada”. Non potevano non rientrare tra i favoriti i due amici-nemici: Wout van Aert vs Mathieu van der Poel. A fare da sfondo non troppo neutrale, anzi per niente neutrale, Pedersen, Pogacar ed Evenepoel. Non mancava nessuno tranne i vincitori dei giri, Roglic e Vingegaard, ma se i gregari di extra lusso sono state delle comparse (Alaphilippe, Almeida, Sagan) i favoriti non hanno deluso le aspettative con una piacevole sorpresa.

Alberto Bettiol

Le speranze dell’Italia si erano dimezzate al momento della caduta di Trentin, invece anceh gli azzurri hanno avuto il loro spazio di competitività. Dal cielo di Glasgow è scesa una pioggia soleggiata che non avrebbe potuto scegliere una giornata migliore per portare un visibile arcobaleno sopra la città; è in quel momento, quando mancavano circa 50 km al traguardo che Alberto Bettiol ha assestato la stoccata più convincente della giornata: fuga solitaria con 30” di vantaggio, è mancata solo la gloria finale. Strategia perfetta e l’unica che poteva essere competitiva: Pedersen non avrebbe lasciato scampo a nessuno nella ipotetica volata finale, mentre un duello corpo a corpo con Tadej o i ciclocrossisti non era immaginabile. Ci ha provato con l’attacco da lontano a sorpresa, ma VDP aveva altri piani per questa giornata. Come tuttigli atleti si era posto degli obiettivi ad inizio anno: Sanremo, Roubaix e Mondiale. Detto fatto, mai nessuno fino ad ora aveva completato questa tripletta.

Evenepoel difendeva il titolo

E adesso? Ha vinto nel ciclocross, ha vinto in strada, sabato ci proverà con la Mountain bike, “il cerchio è quasi chiuso” lo ha dichiarato nel post vittoria. Appare tranquillo, felice e soprattuto sicuro di se per le strade di Glasgow, andare a recuperare Bettiol accelerando a 22 km dal traguardo è sembrato facile, fin troppo facile, nulla poteva andare storto. Invece per un momento le cose non sono andate per il verso giusto, Glasgow stava aprendo la porta degli incubi di Mathieu beffato da una della tante curve del circuito. Asfalto scivoloso e doloroso, a 16 km dal traguardo VDP è a terra. Probabilmente dolorante con la maglia della nazionale olandese strappata e un pedale della bici malridotto, una situazione disastrosa, forse peggiore di quella che aveva colpito al Giro sul Lussari. Mathieu è invece, tornato a pedalare allo stesso modo potendo così cambiare maglia: via quella usurata dalla caduta, indosso quella nuova con l’arcobaleno disegnato. Il capitolo dei rivali sottolinea soprattuto l’annebbiamento dei belgi: Van Aert secondo, eterno secondo, nel 2023 con il suo amico storico non c’è confronto; Evenepoel invece continua a non brillare, per dirla alla Luciano Ligabue, rimane una piccola stella senza cielo. Oggi neanche Pogacar poteva battere Mathieu, c’era riuscito sul Paterberg al Giro delle Fiandre ma VDP nelle corse di un giorno ne sa una più del diavolo. Vittoria col brivido, come era stata quella di Roglic al Giro, ma i campioni sono tali anche per questo, più forti dell’errore e della sfortuna.

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