Protagonista dal primo all’ultimo giorno, nel bene e nel male: il mondiale di Atletica ha elencato i suoi 49 campioni del mondo e ora è il momento di trovare un volto alle giornate di Budapest2023. Non si può parlare solo di Italia e dei 100 metri, per capire la vera essenza del mondiale ungherese bisogna andare oltre e conoscere meglio quella che potrebbe essere la vera ragazza immagine dell’atletica moderna. Femke Bol, olandese classe 2000 ha acceso ogni riflettore su di lei, fin dal primo giorno quando una strana combinazione di eventi fece cadere (letteralmente) lei e l’altra orange specialista del mezzofondo Sifan Hassan. Nei giorni seguenti il passo falso lo ha dimenticato subito con l’oro nei 400 ostacoli, tenendo poi il capolavoro per il gran finale. È una rimonta speciale, sull’ultimo rettilineo dell’ultima gara della rassegna iridata del 2023, ha recuperato due posizioni in circa 70 metri consegnando all’Olanda la medaglia finale nella 4×400.
Lyles e Richardson: Stati Uniti al comando
Dodici medaglie d’oro, c’era da aspettarselo. Gli Stati Uniti vincono, stravincono il medagliere di Budapest 2023, mancando però quello che poteva essere l’obiettivo storico: la doppia tripletta della velocità. Noah Lyles ha decisio di entrare nella storia dell’atletica e per farlo deve porsi degli obiettivi surreali: campione del mondo nei 100 e nei 200 e poi l’assalto al record di Bolt. In Ungheria ha raggiunto i primi due step, completando anche la tripletta personale nella 4×100, per il tempo di 19”19 c’è ancora da attendere, ma la sua ambizione ci ha ricordato che i record esistono solo per essere battuti.
Tripletta States completata al maschile, non al femminile dove non si può parlare di delusione. Staffetta e 100 metri nel nome di Sha’Carri Richardson, è il futuro della velocità al femminile, ha vinto la gara più attesa e ha raggiunto il podio anche nei 200 metri: anche per lei l’obiettivo Parigi è cerchiato in rosso. Ha 23 anni contro i 26 di Lyles, forse è mancata quel poco di esperienza per completare la tripletta, ma nei 200 metri ha pur sempre stabilito il record personale. Shericka Jackson non poteva lasciare Budapest senza difendere il titolo che conqusitò lo scorso anno a Eugene; ai giochi del 2024 saranno loro a scontrarsi.
L’Italia e il mondo: Parigi è vicina e Roma ancor di più
Apparentemente un mondiale di transizione, in realtà una competizione aperta a sorprese e quasi senza assenze. Delusioni si, ce ne sono state tante da Amusan a Barhsim, ma i campioni hanno riaffermato delle supremazie che per Parigi 2024 significano pronostici da medaglia d’oro. Armand Duplantis, Karsten Warholm, Jakob Ingebrigtsen, gli scandinavi sono delle certezze assolute. Faith Kipyegon è diventata ufficialmetne la regina del mezzofondo, mentre le difficoltà di Rojas (triplo) e Mahuchikh (alto) prospettano un grande spettacolo nelle gare future. Il mondo viaggia verso Parigi 2024, ma l’Italia ha prima di tutto un obiettivo azzurro: gli Europei di Roma. Tamberi ormai è un eroe, Iapichino, Stano e Fantini cercano riscatto e poi attenzione ai medagliati Fabbri e Palmisano. Quel che successe a Toyo resterà una magia unica, ma la 4×100 ha finalmente riportato Jacobs e compagni su un podio prestigioso, come si fa a non sognare adesso? L’atletica non sarà lo sport più seguito al mondo, ma resta iconico e unico, capace di regalare spettacoli di agonismo e anche amicizia. Lo ha insegnato il salto con l’asta femminile: Nina Kennedy e Katie Moon vincitrici di un oro condiviso in un abbraccio.