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New York, New York: US Open il gran finale.

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“Ciò che non ti uccide ti rende più forte” sembra una di quelle frasi fatte alle quali ormai non si dà neanche il giusto peso. È, in realtà un concetto espresso per la prima volta da Friedrich Nietzsche e non poteva che essere ripreso più e più volte in tempi moderni, diventando anche disco di platino negli Stati Uniti grazie alla voce di Kelly Clarkson. A New York è passato un anno da quella che è stata la partita più bella della stagione tennistica 2022, un Sinner-Alcaraz che ha indirizzato i successivi 12 mesi del circuito. Al momento erano il meglio che la next gen poteva offrire, il futuro del tennis in campo per una prima storica sfida ai massimi livelli: uniti, anche nel vestiario molto simile quella sera, ma separati figurativamente dalla rete. Dopo quel giorno hanno preso strade diverse, si sono discostati dall’uniformità di gioco, di carriera e di risultati che sembrava averli legati. È bastato pochissimo è stato sufficiente un punto, un rovescio della Volpe Rossa in corridoio che avrebbe chiuso l’incontro ha invece aperto a Carlitos la strada per il primo Slam e il numero uno al mondo. US Open è l’occasione per azzerare di nuovo questa differenza, lo vuole Jannik, lo vuole il sorteggio e probabilmente anche il tennis attende con emozione il nuovo capitolo dello scontro tra i ormai non più tanto simili next gen Sinner-Alcaraz. Ciò che non uccide fortifica, e con un Masters 1000 in tasca (poche settimane fa a Toronto) Jannik è pronto a lanciare la rivincita.

Alcaraz Campione di Wimbledon

Sinner-Alcaraz e il tabellone maschile

Non resta che goderci il finale di stagione, che poi tanto finale non è perché tra Shangai, Parigi Bercy e le Finals ancora ci saranno palline da servire prima della pausa di dicembre. Tuttavia, l’ultimo Slam ha sempre quell’atmosfera che si vive alla fine di un ciclo, al termine di una giornata: se la stagione tennistica si potesse concentrare in 24 ore, lo Slam newyorkese si giocherebbe al tramonto. Non è un caso che il momento in cui il sole colora il cielo d’arancione, rosso, giallo (a volte anche verde) sia per molti il più bel momento della giornata. Quest’anno le premesse per vivere il torneo dell’anno ci sono tutte e anche i sorteggi hanno lavorato con una buona dose di nostalgia romantica: Ruud finalista dello scorso anno è nel quarto di Paul e Tiafoe che tanto fece sognare l’Arthur Ashe nel 2022. Djokvic ritorna in america dopo la sconfitta più dolorosa della carriera, contro Medvedev nel 2021, avrà un cammino per lui facile lanciando un occhio alle prestazioni del padrone di casa Taylor Fritz (ottavo teorico con Tsitsipas). La Russia di Rublev, Khachanov, Medvedev è interamente nel secondo quarto, proveranno a guastare la loro festa Coric, Berrettini e De Minaur. E poi sembra quasi uno scherzo, ma ai quarti finale, senza upset clamorosi (occhio a Zverev e Dimitrov) Alcaraz e Sinner si ritroveranno, come un anno fa: al mondo del tennis non basta mai lo spettacolo e i due millennials hanno dimostrato che con loro in campo il divertimento è assicurato.

Coco Gauff

Tabellone femminile: una triarchia che fatica ad instaurarsi

Ammettiamo che tra gli spettacoli di Sinner-Alcaraz e Djokovic-Alcaraz (Wimbledon e Cincinnati) l’attenzione riservata al tennis femminile negli ultimi due anni ha iniziato a calare verticalmente. Da una parte il ritiro di Barty ha lasciato la strada aperta ad una vincitrice incontrastata come Iga Swiatek, dall’altra l’assenza di personaggi iconici come Serena Williams (ritirata a New York lo scorso anno) e Maria Sharapova hanno dirottato l’attenzione sul cambio generazionale nel circuito ATP. Eppure tra le più belle partite della stagione compaiono anche numerosi incontri WTA, tra tutte viene in mente la finale di Madrid SwiatekSabalenka. Sembrava essere l’anno della triarchia: la polacca ha avuto qualche indecisione e Aryna si è lasciata trovare pronta ad approfittarne, mentre sulla scia del trionfo a Wimbledon anche Elena Rybakina si è stabilizzata sul livello delle prime al mondo. Con Jabeur in ripresa e Vondrousova finalmente affermatasi campionessa si prospettavano tempi d’oro anche per il circuito WTA, e tutt’oggi è difficile uscire da questi nomi per trovare la favorita di New York. Per la verità le US Open Series (Washington, Montreal e Cincinnati) hanno dato indicazioni diverse preparando l’assalto delle americane: Jessica Pegula e Coco Gauff con un WTA 1000 in tasca cercheranno con determinazione di portare il titolo a casa per revitalizzare il tennis a stelle e strisce che sembra non essere mai stato così lontano dal vertice. I campi in Laykold di Flushing Meadows dovranno spezzare la triarchia e restituire definitivamente al tennis femminile lo splendore di un tempo.

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