Il ciclismo è lo sport nel quale si tifa per tutti e contro nessuno. È la verità, perché se nel calcio gli unici che negli ultimi anni hanno strappato il tifo anche ai tifosi esterni al proprio stadio sono Messi e Ronaldo, nel ciclismo i supporters si dividono allo stesso modo tra Pogacar, Van Der Poel, Van Aert ecc… . Forse però questa euforia per gli “altri” nasce dall’assenza di campioni italiani. Pur restando nella sportività, in Italia era difficile trovare qualcuno che al giro 2013 tifasse per Rigoberto Uran o Cadel Evans e non per lo squalo dello stretto Vincenzo Nibali. Oggi, con i dovuti paragoni, siamo tornati a tifare per Italia e siamo tornati a festeggiare per l’Italia!
La rivincita di Top Ganna
Pippo Ganna, l’uomo delle imprese. Campione del mondo nell’inseguimento individuale con una rimonta che ha del clamoroso. È stato capace di anticipare il diffondersi dell’emozione olimpica agostana che vivremo nell’estate 2024 portando tutti gli occhi sul ciclismo su pista, non esattamente il protagonista sulle pagine quotidiane delle cronache sportive. Adesso anche su strada sta nascendo la rivalità del cronometro: Pippo contro Evenepoel. L’azzurro era atteso alla prima tappa del Giro d’Italia sulla Costa dei Trabocchi e invece vinse Remco, era atteso ancora l’Ineos sul circuito di Glasgow per indossare l’arcobaleno e invece vinse ancora Remco. La maglia iridata alla Vuelta la indossa il belga e i 25,8 km di cronometro a Valladolid erano la sua occasione più ghiotta per assestare l’attacco al duo (trio con Kuss) della Jumbo Visma. Le sue previsioni non sono state disattese e ora Remco vede la maglia roja, ma il suo piano era anche quello di completare il trittico di lusso nelle crono e in questo caso è rimasto deluso. Ganna ha indossato il vestito della vendetta restituendo quei 12 secondi (e aggiungendone altri quattro per un totale di 16) che dovette digerire malvolentieri al mondiale di Glasgow. Non è un mondiale, ma questa vittoria, come qualsiasi successo, darà sicuramente fiducia nello stato di forma e nelle capacità di Top Ganna con l’obiettivo classiche all’orizzonte.
Remco guadagna, ma Kuss comanda
Remco sta mangiando il distacco che soffriva dalla cima della classifica. Con la cronometro di Valladolid adesso vede Kuss, vede la Roja e vede il trionfo. Sono state tappe in cui ha sofferto qualche difficoltà, giornate in cui -eccezion fatta per la vittoria ad Arnisal- i riflettori e i clamori del successo sono stati riservati agli altri, gli stessi che ieri sono affondati in Castilla y Leòn. Roglic è terzo, si è difeso al meglio ma ha perso 20 secondi dal belga, Almeida ne cede altri 34, gli spagnoli (Ayuso e Mas) sprofondano e lasciano solamente Soler in cima alla classifica generale, stretto tra la morsa di Kuss ed Evenepoel. Jonas Vingegaard con una cronometro aveva ipotecato il Tour de France a Combloux, ma il dislivello fece la sua parte; su un percorso piatto e non idoneo alle sue caratteristiche il danese è stato completamente annullato, decimo di giornata e settimo in generale. Evenepoel, tuttavia, per succedere a se stesso nell’albo d’oro della Vuelta dovrà ancora compiere quella che ha tutta l’aria di un’impresa. “Le notti non finiscono all’alba della via”, le parole di Max Pezzali suonano quasi come un monito per l’ex promessa del calcio belga: per lui la parte più ardua deve ancora arrivare e i 27” su Roglic potrebbero (anzi quasi sicurametne) non essere sufficienti. Inoltre, Vingegaard troverà le sue montagne, la salita in stile Grand Boucle del Tourmalet e l’Angliru. Evenepoel ha giocato la sua carta più pesante, la Jumbo ora prepara l’attacco totale con il suo trio di campionissimi.