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Il British Museum lancia un sito web per recuperare i suoi reperti rubati.

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Un aiuto dal basso, che compensi almeno in parte il disastro mediatico e materiale che negli ultimi tempi ha investito il British Museum di Londra. Con questo spirito l’ormai sempre più controverso museo britannico, il cui direttore Hartwig Fische si è dimesso ad agosto, sta chiedendo aiuto agli utenti di internet per contribuire a recuperare centinaia di manufatti scomparsi dai propri magazzini, alcuni – soprattutto gioielli e gemme d’epoca greca e romana – sospettati di essere stati rubati da un ex dipendente, licenziato per questo motivo circa un mese fa. Il museo, come comunicato in una nota del 26 settembre diffusa da Hyperallergic, avrebbe già recuperato 60 oggetti e ne starebbe aspettando altri 300. Non avendo il museo mai comunicato il numero esatto di opere scomparse, è difficile capire a che punto siamo, ma secondo il presidente del Cda del museo George Osborne parleremmo di circa duemila oggetti. In alto mare.

La nuova pagina web per la restituzione delle opere sottratte al British Museum

Sulla nuova pagina web creata per l’occasione compaiono a dir la verità poche opere, tra cui un anello e un braccialetto d’oro di fattura romana (attribuibili al III secolo d.C.) e un ovale ellenistico con un guerriero intarsiato. Lungi dal denotare un nuovo segnale di fragilità, la penuria di informazioni sul portale sarebbe, stando al museo, intenzionale: gli specialisti del recupero dell’Art Loss Register hanno consigliato infatti di non fornire troppi dettagli per dissuadere le persone che potrebbero essere in possesso di alcune di queste opere dal distruggerle o rivenderle sul mercato nero. In compenso, sul sito si può leggere la più ampia strategia del museo per perseguire il recupero delle opere: oltre a chiedere aiuto agli utenti – tramite il sito ma anche con una casella di posta elettronica (recovery@britishmuseum.org) per raccogliere informazioni e suggerimenti anonimi –, il British sta attuando un monitoraggio attivo del mercato dell’arte, lavorando in stretta collaborazione con la polizia e con un gruppo di specialisti per identificare i beni rubati. Sperando di chiudere questa crisi diplomatica, l’ennesima per l’istituzione, il prima possibile.

Giulia Giaume

ARTRIBUNE.COM

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