IQ. 12/05/2013 – Un militante del Pdl è stato picchiato dagli autonomi. È arrivato in piazza sanguinante per una ferita sotto lo zigomo destro. «Saprei riconoscerli», ha detto agli agenti.
Da quello che riporta il quotidiano Il Giornale ad una trentina di metri da piazza Duomo, all’angolo tra via X Giornate e via Padre Giulio Bevilacqua c’era un gazebo dei grillini. Le comitive dirette al comizio del Cavaliere passavano di lì. E lì si erano dati appuntamento gli autonomi bresciani. A qualche metro si trova l’hotel Vittoria dove era annunciato Berlusconi, dove si è visto solo al termine del comizio. Eppure l’albergo è diventato l’epicentro della guerriglia.
Passano i fan del Cavaliere con bandiere e cartelli e il gazebo si trasforma nelle loro forche caudine: invece che sotto il giogo, devono camminare sotto le ingiurie. In galera, scemi, servi, bastardi, venduti, mafiosi. Volano sputi e spintoni. Alcuni si fermano, partono le discussioni, qualcuno ribatte con i cori «Silvio Silvio». La tensione sale rapidamente. I militanti non si rendono conto che è tutto organizzato. Partono gli spintoni e i calci, le forze dell’ordine faticano a tenere divise le fazioni.
Ma non finisce qui; al Centro spuntano bandiere rosse con l’effigie di Che Guevara. Appena le forze dell’ordine si muovono monta l’ondata delle minacce. I teppisti dei centri sociali strappano dalle mani dei militanti pidiellini bandiere e cartelli. Una bandiera azzurra viene incendiata, calpestata tra gli applausi, i brandelli bruciacchiati alzati al cielo come un trofeo.
Il corteo delle auto blindate spunta da corso Zanardelli poco dopo le 18. Gli autonomi sono piazzati all’angolo con via Trieste, la strada che conduce dietro il palco allestito di fianco al Duomo. Altre urla, altri sputi. La contestazione si sposta in piazza per fischiare Berlusconi. Lì il divertimento dura poco perché il Cavaliere non risponde alle provocazioni. Ma il vero risultato, catalizzare e fare esplodere violentemente la rabbia latente, è già stato raggiunto.