IQ. 14/05/2013 – Diecimila euro è il prezzo della disperazione. Una cifra irrisoria o enorme, a seconda degli occhi che la contemplano. Per Giovanni Guarascio, 64 anni, erano un debito così grande da spingerlo a cospargersi di benzina e a darsi fuoco. Le fiamme hanno raggiunto anche la moglie, la figlia e due agenti di polizia che erano intervenuti per calmare l’uomo.
Il muratore di Vittoria, in provincia di Ragusa, aveva un debito con la banca di 10 mila euro e la sua casa era stata messa all’asta per 26 mila euro. La tragedia è accaduta durante la trattativa, poi degenerata, tra gli avvocati della famiglia Guarascio e dell’acquirente. Guarascio aveva contratto il debito con la banca nel 2001 ed esso era cresciuto nel tempo perché l’uomo, disoccupato così come la moglie e i due figli, non è riuscito ad estinguerlo. La casa è stata così messa all’asta e Guariscio avrebbe chiesto al nuovo proprietario di poter rimanere nell’abitazione dove viveva, pagando un affitto. Ma l’accordo non sarebbe stato raggiunto e oggi l’ufficiale giudiziario si è presentato con l’ordine di sfratto. L’uomo ha così pensato di togliersi la vita. Nessun giudizio né condanna ma queste storie, ormai all’ordine del giorno, dovrebbero far riflettere bene sullo stato di disperazione e sofferenza che il nostro Paese ha raggiunto. La vita non ha più nessun valore perché sommersa di debiti e paura.