“Non sognare che sia finita” è un consiglio che le nuove potenze del calcio europeo dovrebbero seguire fino al termine della stagione, un consiglio che portò nel 2016 il Leicester a vincere la Premier. La frase è stata messa in musica dai Crowded House nel 1986, l’anno dell’Argentina campione del Mondo e di Roma-Lecce 2-3, una delle più grandi ed inaspettate sorprese del calcio italiano. Ci si chiede spesso il perché si finisce sempre per tifare per gli sfavoriti, questo perché alla fine, la ricerca dello spettacolo continuo che è alla base dello sport agonistico e televisivo contemporaneo può concretizzarsi solo con un allineamento delle forze in campo, con un riequilibrio dei campionati e delle competizioni. Non è un caso che l’evento sportivo ritenuto più importante siano i 100 metri olimpici, la manifestazione simbolo dell’equilibrio sportivo: a Tokyo, in quella storica giornata per i colori italiani, il divario tra la medaglia d’oro Marcell Jacobs e l’ultimo classificato della finale -Su Bingtian- è stato di 18 centesimi di secondo. È quel che gli appassionati chiedono allo sport, la condizione in cui ogni partecipante può vincere, una dinamica fondamentale per la riuscita del sistema delle franchigie utilizzato in America.
Negli States esistono tre sport principali nei quali le squadre non sono vittima del meccanismo della retrocessione, ma restano perennemente nella massima serie, potendo quindi competere ogni anno per la conquista del titolo di campioni nazionali. In Europa il meccanismo è diverso, paradossalmente il sistema europeo è quello che esprime al meglio il sogno americano, partire dal basso se non da zero per poi arrivare ai vertici della società: in questo caso rappresentati dalla Serie A. Per la verità, la scalata dalla Prima Categoria al massimo campionato è un impresa riuscita a pochi calciatori e ad ancora meno squadre (il Chievo Verona che arrivò addirittura in Europa partendo dalle categorie regionali). Il meccanismo delle promozioni e retrocessioni è stato tuttavia alla base delle imprese del calcio e l’attenzione che attualmente ruota intorno ai campionati europei deriva proprio da squadre che fino a pochi anni fa lottavano per raggiungere questa massima serie e stanno provando a replicare l’impresa Leicester campione d’Inghilterra nel 2016. È il caso di Bologna, Stoccarda, Aston Villa e sopratutto del Girona.
Alla ricerca del nuovo Leicester
La storia del Leicester fu qualcosa di irripetibile, il calcio inglese venne avvolto da un incantesimo che attirò verso la piccola cittadina delle Midlands orientali il tifo di tutti gli appassionati d’Europa. Ranieri, Vardy, Kante e Schmeichel, portiere danese che ha ereditato nel DNA il gene dell’impresa sportiva considerando che il padre difese la porta della Danimarca nell’incredibile Europeo 1992. Il Leicester ottenne la promozione dal Championship (la Serie B inglese) nel 2014 e dopo un anno transitorio vinse la Premier League entrando nella storia del calcio. Quella delle Foxes risulta un unicuum negli almanacchi sportivi, anche perché, escludendo il quarto di Champions League, complici l’esonero di Ranieri e la tragica scomparsa del presidente Vichai Srivaddhanaprabaha nel 2018, la squadra è rientrata nella dimensione alla quale è sempre appartenuta, quella del limbo tra gli ultimi posti di Premier e i primi di Champioinship. Nel 2022-23 è retrocesso, ma negli ultimi anni aveva comunque lasciato un segno sulle cronache sportive, in particolare partecipando alla semifinale di Conference League contro la Roma, in quella che fu la sfida del cuore di Claudio Ranieri. Oggi il calcio europeo è alla ricerca del nuovo Leicester.
Trovare l’erede di Ranieri in Italia e Germania oggi è impossibile, anche se Stoccarda e Bolgona sono attualmente le indiscusse sorprese della stagione. In Bundesliga gli Svevi hanno ritrovato la vecchia gloria storica che li vedeva vincere il Maisterschale nel 2007. Nel 2019 retrocesse e oggi sotto la guida tecnica di Sebastian Honeness, nipote dell’ex presidente del Bayern Monaco, e sopratutto grazie ai gol della nuova star del calcio africano Serhou Guirassy sono al terzo posto. In Serie A sono i rossoblu ad inserirsi tra le superpotenze canoniche, con la scoperta di Thiago Motta allenatore, sotto le due torri va regolarmente in scena un giocato divertente e sopratutto efficace che ha portato la squadra al quarto posto in classifica, momentaneamente in zona Champions League. Sulle orme del Leicester, sempre in Premier c’è l’Aston Villa, guidato dall’esperto Unai Emery. L’armata amarantoceleste di Birmingham sta ricoprendo il ruolo che lo scorso anno diede il via ai successi del Newcastle, ma si tratta di una sorpresa annunciata sopratutto per la presenza di talenti mondiali come Dibu Martinez, portiere campione del mondo.
Se queste tre squadre sono solo dei piccoli esempi, il vero sogno è quello che stanno vivendo in Catalogna i tifosi dei una squadra anch’essa promossa recentemente nel massimo campionato. Il Girona è sempre stata considerata la terza squadra catalana, alle spalle di Barcellona ed Espanyol, ma in questi mesi a Montilivi si sta concretizzando il periodo più bello della storia del club. Non ci sono individualità di spicco e questa è un’altra caratteristica in comune con il Leicester di Ranieri. L’allenatore Michel ha portato la squadra fino al primo posto in Liga, come accade in queste favole il momento del crollo sembra sempre dietro l’angolo e proprio questo atteso risveglio traumatico era atteso contro il Barcellona. Invece all’Olimpico di Montjuic il successo della banda di Michel è entrato negli annali, il Girona continua a sognare e non pensa che minimamente alla fine della loro scalata.