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Sinner la Rockstar tricolore

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Avremmo voluto svegliarci così anche nel 2022, invece Rafael Nadal ci indicò comodamente la strada per tornare sotto le coperte, pur riservando un tripudio di applausi per Matteo Berrettini semifinalista all’Australian Open. Oggi invece la sveglia ha suonato a festa, Jannik Sinner ha sconfitto Novak Djokovic ed è in finale all’Happy Slam: spunta l’alba sul tennis italiano “Sono le 8.15 in Europa, Buongiorno ragazzi!”. A queste parole di Sinner si possono anteporre quelle cantate da Ligabue nel 1997 “Siamo qui, già le 4 e siamo qui”, l’abbiamo pensato un po’ tutti noi tifosi del tennis quando ancor prima del sorgere del sole eravamo con la tv accesa e magari anche con indosso qualcosa di arancione (come nella storia Instagram del suo fan club, i Carota Boys). Il tifo per la Volpe Rossa sta diventando un’abitudine tricolore, tipicamente italiana, a qualsiasi orario, in qualsiasi momento; il ragazzo è riuscito a scatenare un interesse tale da essere arrivato a sostituire l’onnipresente calcio nei discorsi da bar sport della mattina. “Hai visto che passante”, “Volgiamo parlare di come ha giocato sul match point?”, sono frasi abituali per gli appassionati cronici della racchetta, ma ormai con l’Italcaclio in crisi, anche di ogni tifoso sportivo medio. Jannik è diventato una completa rockstar. Eppure il ragazzo ha dimostrato anche di saper controllare la pressione delle emozioni generate da un’amore giunto quasi all’improvviso, che tutta Italia gli ha riservato, dimostrando la solita solidità mentale che gli permette di fare i suoi personali “Sogni di Rock and Roll”, e guai a chi ci sveglia”.

Sinner

Sinner-Djokovic, il primo slam ora è ad un passo

Il più giovane finalista dall’Happy Slam dai tempi di… Novak Djokovic. Era il 2008 e il serbo giovanissimo scriveva per la prima volta -negli anni ne seguiranno altre 9- il suo nome nel tabellone, dopo quello di Roger Federer e prima di quello di Rafael Nadal. Un 2008 anno olimpico portò a Nole anche un bronzo a Pechino e il titolo delle Finals, e sui campi da tennis si cominciava a sentire il suo caratteristico grido di battaglia, “Idemo”. Sono passati sedici anni e col tempo quel ragazzo serbo è diventato il padrone di casa dell’Happy Slam e ha iniziato a conoscere come le sue tasche quell’isola continente con la quale ha anche avuto dei momenti non proprio idilliaci (ripensiamo al caso del 2022 che lo tenne lontano dai campi in GreenSet di Melbourne). Era il 2018 quando Novak Djokovic assaporava l’ultima volta il sapore della sconfitta nella città giardino. Erano gli ottavi di finale contro Hyeon Chung, una, seppur abbagliante, meteora del tennis, primo vincitore delle Next Gen Finals. Rispetto a quella giornata, negli ultimi sei anni, abbiamo visto un altro Novak Djokovic, decisamente più concreto e a tratti imbattibile, fino a questa mattina, quando un altro campione (questa volta nel vero senso della parola) Next Gen ha fatto impallidire il tiranno serbo che ora vede vacillare la sua dittatura sportiva.

Novak Djokovic campione US Open 2023

Sinner per la prima volta ha raggiunto la finale di uno slam, un traguardo che si somma a quelli del 2023 (Canada, Finale delle Finali e Coppa Davis), e che accende ancor di più i riflettori sui sogni del suo futuro. Ci aspetta uno Jannik vincente, un vero campione che a piccoli passi sta raggiungendo tutti quei successi ai quali era stato affiancato fin da quando nel 2019 vinse il Challenger di Bergamo: il più giovane italiano a trionfare in un torneo di questa categoria, un predestinato che sta confermando le attese. In semifinale all’Australian Open la Volpe Rossa ha sconfitto un Djokovic surreale nei primi due set, a tratti non sembrava neanche lui per la gran quantità di errori, infatti, per la prima volta nella sua storia negli slam Nole non ha mai avuto neanche una palla break (al massimo è andato 0-30 sul 5-2 del secondo set). E sta proprio qui la bravura della Volpe Rossa: aver sfruttato il momento di annebbiamento dell’avversario ad inizio partita e sopratutto aver tenuto mentalmente anche dopo che il terzo set era scivolato via con match point a favore. A quel punto, a rimonta iniziata, Nole sembrava essersi instradato su di un binario che ha già percorso varie volte; lo ricordano bene Andreas Seppi, Lorenzo Musetti, Stefanos Tsitsipas e lo stesso Jannik Sinner, tutti rimontati da un vantaggio di 2 set a 0 contro il tiranno serbo almeno una volta in carriera. In questa occasione no, la nuova rockstar del tennis non si è minimamente lasciato scomporre fin dall’inizio del quarto set. Ha commesso il primo, ed unico, doppio fallo (al quale ha poi rimediato con un ace) solo al momento di servire per il match per poi alzare trionfalmente le braccia al cielo. In finale troverà Daniil Medvedev, lo ha già battuto, ma sia il russo che la Volpe Rossa sanno bene che, arrivati in fondo, i precedenti si annullano, perché una finale slam è sempre una sfida a se. Jan tuttavia, vuole stupire ancora, come fanno le vere rockstar.

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