IQ. 24/05/2013 – Il saluto rivolto dal Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, a Papa Francesco, all’inizio della celebrazione della professio fidei, presieduta dal Santo Padre ieri 23 Maggio.
Pellegrinaggio alla tomba di san Pietro
e celebrazione della professio fidei presieduta dal Santo Padre
Padre Santo,
sono molteplici le ragioni che in questo momento rallegrano il nostro cuore, il cuore di ciascuno di noi.
C’è, unanime, la gioia del primo incontro, un incontro atteso e, almeno in parte, anticipato anche da quanto in questi primi mesi di Pontificato i media ci hanno trasmesso della Sua persona, delle Sue parole, dei Suoi gesti.
C’è il desiderio – rafforzato da questo convenire in preghiera attorno al Successore di Pietro – di riconoscerci nella fede nel Signore Gesù e partecipi del mistero luminoso della Chiesa, nella quale abbiamo consacrato con gioia la vita.
Nel groviglio di situazioni e di occupazioni, che a volte diventano anche preoccupazioni; posti in una società complessa, in cui convivono mondi e linguaggi diversi, non sempre coerenti tra loro, viviamo l’unità della comunione ecclesiale come una grazia e una missione.
È questa appartenenza, infatti, a consentirci l’annuncio del Vangelo e la testimonianza fiduciosa della carità, innanzitutto attraverso il dono di noi stessi. Tale cammino ci vede impegnati, come pastori delle Chiese che vivono in Italia, nell’accoglienza dell’amore di Dio e nella promozione della dignità di ogni essere umano: ne è segno l’attenzione operosa e quotidiana con cui le nostre parrocchie aprono le porte a quanti sono provati dal perdurare della crisi economica.
Quest’orizzonte confermiamo, Santità, con la solenne professione di fede di questa sera, che simbolicamente conclude la visita ad Limina Apostolorum delle nostre 226 Diocesi, e che è posta come momento apicale dell’annuale Assemblea Generale della nostra Conferenza Episcopale.
Nel decennio in corso abbiamo assunto la dimensione educativa come compito prioritario del nostro essere Chiesa “discepola, madre e maestra” (CEI, Educare alla vita buona del Vangelo, n. 20). Anche in questo ambito, Santità, la presenza e il ruolo che la Chiesa svolge in Italia sono un contributo di prima grandezza, ancora più evidente in una stagione difficile e delicata come l’attuale. La crisi pubblica, che travaglia le nostre famiglie, tocca in realtà le radici stesse dell’uomo e investe la figura e il progetto del suo destino. L’opera educativa, con l’offerta di una mappa valoriale incarnata da testimoni autorevoli, rappresenta così un tassello decisivo del bene comune dell’intero Paese.
Muove da qui il tema di fondo di questa nostra 65ª Assemblea, dedicata all’attenzione per la cura e la formazione degli educatori all’interno della comunità cristiana. Ci anima la sollecitudine di aiutare tutti, credenti e non credenti, a ritrovare fiducia nella vita, consapevoli che proprio dal Vangelo discende la proposta di una vita buona, di una vita riuscita.
Voglia benedire, Padre Santo, questo nostro impegno, al quale sono poste le forze più vive delle nostre comunità parrocchiali e diocesane.
Anche a nome loro, accogliamo il dono del Suo insegnamento con piena apertura di mente e di cuore, nella disponibilità ad assumerlo fino in fondo, perché porti frutto nelle nostre Chiese.
Con questa convinta adesione, grati Le assicuriamo il sostegno della nostra preghiera, del nostro affetto e del nostro servizio ministeriale.
Cardinale Angelo Bagnasco
Arcivescovo di Genova
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana