Parte oggi il 107° Giro d’Italia e la prima tappa arriverà a Torino. Il vincitore sarà premiato con un pezzo davvero unico e particolare: la riproduzione della collana di Kha, l’architetto egizio che progettò le tombe di alcuni dei più grandi faraoni del Nuovo Regno. L’idea nasce dalla mente creativa del direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, per suggellare il sodalizio del prestigioso Museo con uno degli eventi sportivi più importanti e seguiti al mondo.
A consegnare la collana alla prima maglia rosa sarà la presidente del Museo, Evelina Christillin, che commenta così l’iniziativa: “Il Museo Egizio quest’anno celebra il suo bicentenario e oggi essere qui e dare in qualche modo il contributo alla riuscita di una manifestazione sportiva che coinvolge tutta l’Italia, è un onore immenso”.
Kha era architetto e capo della Grande Casa e servì tre differenti faraoni: Amenhotep II, Thutmose IV e Amenhotep III, sovrani della XVIII dinastia che regnarono sulle Due Terre tra il 1400 e il 1350 a.C. circa. Nonostante le sue umili origini Kha riuscì a scalare la gerarchia professionale e sociale, assumendo la direzione dei cantieri delle tombe reali. Svolse così bene il suo lavoro che gli fu conferita la collana d’oro al valore, il collare shebyu, un’onorificenza con il quale i faraoni ricompensavano i funzionari più abili e meritevoli.
Kha indossa ancora il suo “oro al valore”, come ha dimostrato la prima radiografia effettuata alla mummia nel 1966; orgoglioso di questo conferimento l’ha voluto indossare per il suo viaggio ultraterreno, quindi è stato bendato con il collare al collo.
La collana shebyu non fu il solo riconoscimento importante che Kha ricevette dal faraone. Fa arte del suo prezioso corredo funerario anche un altro oggetto eccezionale, un cubito in legno ricoperto in lamina d’oro, omaggio del faraone Amenhotep II.
Il corredo funerario di Kha e di sua moglie Merit conta oltre 460 oggetti ed è tra i principali protagonisti della straordinaria collezione custodita presso il Museo Egizio di Torino.
Tiziana Giuliani
Fonte: MEDITERRANEOANTICO.IT