Oggi la rubrica Italiani nel mondo vi porterà alla scoperta di una figura straordinaria e al contempo poco nota ai più che ha fatto la storia della musica, nello specifico del genere jazz, parliamo del chitarrista statunitense Eddie Lang, al secolo Salvatore Massaro, nato a Philadelphia il 25 Ottobre del 1902 da genitori italiani di origini molisane emigrati negli Stati Uniti, considerato uno dei più grandi chitarristi di jazz di sempre. Appassionato di musica sin dall’infanzia, iniziò con lo studio del violino dai sette ai diciotto anni, e nel frattempo suo padre Domenico di professione liutaio e che costruiva strumenti a corde con tasti, lo indirizzò all’uso della chitarra che imparò a suonare da autodidatta. Pochi anni dopo nel 1917, a soli 15 anni, ottenne il suo primo ingaggio con il pianista Chick Granese presso lo Shott’s Cafè di Philadelphia. Di questo gruppo faceva parte anche Joe Venuti, valente violinista e suo amico d’infanzia, con il quale formò un famoso sodalizio durato tutti gli anni 20. Negli anni successivi ebbe l’opportunità di lavorare con Charlie Kerr, Bert Estlow, Vic D’Ippolito e Scraton Sirens di Billy Lustig. L’anno della consacrazione fu il 1929, quando conobbe Bing Crosby in una seduta di registrazione per i Dorsey Brothers dove registrò “Knockin’ A Jug” con Louis Armstrong e fornì la sua esperienza con la chitarra per i dischi di Bessie Smith e insieme al suo amico Joe Venuti entrò a far parte della Paul Whiteman Orchestra. Negli anni successivi registrò qualche esecuzione diretta da Paul Whiteman, Joe Venuti, Frankie Trumbauer, Arthur Schutt, Seger Elliss e Roger Wolfe Kahn. Nel 1932 invece eseguì con Carl Kress un paio di duetti con successi come “Pickin’ My Way” e “ Feelin’ My Way” e in queste occasioni, a differenza di quelle precedenti dove suonava gli accordi, eseguì principalmente linee solistiche e sempre nello stesso anno divenne accompagnatore di Bing Crosby e apparve nel film “The Big Broadcast”. Tuttavia in piena e sfolgorante ascesa venne a mancare ad appena trent’anni il 26 marzo del 1933 a New York a causa di una emorragia a seguito di un’operazione di tonsillectomia cui era stato sottoposto, in quanto probabilmente era affetto da emofilia, malattia ereditaria caratterizzata da gravi problemi di coagulazione del sangue. Ancora oggi a distanza di quasi un secolo i chitarristi ed appassionati di tutto il mondo ne riconoscono i grandi ed indiscussi genio e talento e dal 1991 viene celebrato ogni anno nel periodo estivo ( quest’anno dal 26 luglio fino al 3 agosto) a Monteroduni (IS), all’epoca in provincia di Campobasso, da cui la famiglia Massaro proveniva, attraverso il prestigioso “Eddie Lang Jazz Festival”.
Prima di lui la chitarra veniva utilizzata prevalentemente come mezzo di accompagnamento ritmico, Lang, da grande innovatore qual era, fu il primo che dimostrò che invece la chitarra poteva essere utilizzata anche come strumento solista con la capacità di eseguire complessi passaggi melodici ed armonici, rendendola, così, protagonista nelle performance jazzistiche. A questo si aggiunge che ha perfezionato e popolarizzato l’utilizzo del fingerpicking, tecnica che utilizza le dita per pizzicare le corde della chitarra e che gli permetteva di creare suoni più complessi ed articolati rispetto all’uso del plettro, inoltre è riuscito a fondere mirabilmente elementi di vari generi musicali tra cui il blues, il ragtime e la musica classica in collaborazione con violinisti come Joe Venuti e cantanti come Bing Crosby. La sua storia è, dunque, senza dubbio quella di un talento a dir poco unico che, nonostante una vita breve ma intensamente vissuta, ha saputo lasciare un’eredità musicale indelebile, infatti la sua prematura scomparsa a soli 30 anni non è riuscita ad offuscare il suo magistrale contributo ma al contrario ha cementato il suo status di leggenda e lo ha consacrato tra le eccellenze musicali di tutti i tempi.
Biagio Zago