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Maltrattamenti all’asilo di Vanzago, tre arresti.

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Bambini strattonati, insultati, tirati per le orecchie, lasciati con il pannolino sporco, fatti addormentare con delle “goccine” e confinati da soli in stanze buie per punizione.

Uno di loro sarebbe stato chiuso in uno sgabuzzino tra i detersivi, un altro lasciato in lacrime in un bagno allacciato a un passeggino e altri altri due svegliati con spruzzi in faccia di un liquido dal biberon.

Sono molteplici gli episodi di maltrattamenti che hanno fatto finire gli arresti domiciliari la titolare di un asilo nido privato di Vanzago, nel Milanese, e due educatrici, le quali avrebbero agito “senza manifestare alcun tipo di scrupolo” nei confronti di 35 bimbi.

La struttura era già finita al centro di un’inchiesta analoga nel gennaio del 2023 e la stessa responsabile era stata destinataria di una misura interdittiva e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Misure che, come osserva il gip Giulio Fanales, “si sono rivelate inadeguate”. Nell’ordinanza di custodia cautelare il giudice parla di modalità “evocative di una pericolosa propensione alla violenza”, un comportamento che non si sarebbe fermato “nemmeno a seguito del controllo delle forze dell’ordine”. E alla luce di testimonianze, intercettazioni e frame estrapolati dai video delle telecamere nascoste nella struttura spiega che ciascuno dei piccoli maltrattati risulta essere stato “non soltanto vittima delle singole condotte vessatorie, ma, altresì, spettatore dei costanti abusi fisici e verbali”.

Nei due mesi di monitoraggio dell’asilo da parte degli investigatori del Nucleo investigativo dei carabinieri coordinati dal pm Maria Cardellicchio, sono emerse attività ludiche ‘fantasma’ che duravano giusto il tempo necessario a scattare una foto da mostrare ai genitori nella chat di classe. Attività predisposte “fittiziamente” dalle maestre “con la mera partecipazione dei bambini solo per alcuni secondi”. La titolare, intercettata al telefono lo scorso gennaio, diceva che “la mamma è lì che aspetta le foto di questi cuccioli che gli viene detto che piangono (…) e poi va a finire che li ritirano e li danno ai nonni e prendono la babysitter a casa”.

Dalle indagini è emerso anche che in alcuni casi “le educatrici presenti non erano in numero adeguato rispetto ai bambini” e che, per rimediare, la responsabile avrebbe impiegato “la figlia minore, pur non avendo titoli”. Per lo stesso motivo, inoltre, avrebbe dato indicazione di “falsificare i fogli presenze, facendo figurare fittiziamente altro personale, in modo da risultare in regola nel rapporto educatrici/bambini in caso di controlli da parte di Ats”.

Fonte: ANSA.IT

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