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Parigi 2024: Marchand e McIntosh, l’Olimpiade e i suoi nuovi sovrani

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Ori, titoli, record, eterna gloria e un posto nei libri di storia sportivi. “Tutto ciò che è illuminato dall’oro un giorno sarà tuo” potrebbe dire Michael Phelps ai suoi successori parafrasando una celebre frase di un film Disney diventato cult negli anni 2000. Dopo anni in cui il trono è rimasto vacante il mondo del nuoto sembra aver ritrovato un nuovo Re Leone. Lo squalo di Baltimora non è eguagliabile, forse neanche lo sarà mai, ma questo è un assioma generazionale espresso da chi scoprì la magia delle Olimpiadi tra Atene e Pechino, vivendo quelle 23 medaglie d’oro di Phelps. Proviamo a chiedere a un giovane della generazione Z, magari francese, che ha conosciuto le gesta di Leon Marchand prima di quelle di Michael; non avrà dubbi nell’identificare il delfino di Tolosa come l’indiscusso padrone delle acque olimpiche. In contemporanea Parigi 2024 ha consegnato agli annali del successo anche il nome di Summer McIntosh, che un po come Marchand ha prenotato il ruolo di Regina delle piscine per il prossimo decennio se non di più. Vero che Katie Ledecky e Sarah Sjostroem hanno ancora un ruolo di rilievo e faticheranno a cedere il loro ruolo di donne simbolo dei giochi, ma alla Defense Arena si è capito facilmente chi sono le proprietarie del futuro di questo sport. Parafrasando Elton John, il cambio generazionale in corso d’opera nel nuoto, rappresenta “il cerchio della vita” sportiva, “una sorta di ruota della fortuna o di salto del destino”.

Leon Marchand

Protagonisti dell’Olimpiade: Leon Marchand

Consacrato all’Olimpiade in casa e non a quella disputata a 11000 km da casa come accadde per Phelps. E già basterebbe all’elevazione di Leon Marchand ad eroe sportivo nazionale: ha vinto, anzi stravinto davanti al pubblico francese come accaduto a Zidane, Platini, Hinault, Anquetil, Prost, Lacoste e Riner. Sorridente e quasi sbruffone (in senso buono) nel indicare con la mano il numero 4, come i titoli che si è aggiudicato alla sua seconda Olimpiade, la prima vissuta da protagonista. A Tokyo fu sesto nella finale dei 400 misti, ma i tempi ancora non erano maturi per l’apoteosi del Leone. Un figlio d’arte che, in stile Max Verstappen, ha reso celebre il nome del padre: Xavier Marchand ha preso parte a due olimpiadi nei 200 misti (ottavo ad Atlanta e settimo a Sydney) e ha persino vinto un argento ai mondiali di Perth nel 1998, un palmares dignitoso che si confonde tra i tanti se messo a paragone con quello del figlio. Il nuoto ha quindi fatto parte della sua vita fin da quando era bambino, e non poteva essere altrimenti poiché anche la madre, Céline Bonnet, vanta una partecipazione olimpica a Barcellona 1992. Il mondo ha iniziato a conoscere Leon giovanissimo, quando a 17 anni ha vinto un bronzo nei 400 misti dei mondiali juniores di Budapest, alla Duna Arena, la stessa dove tre anni dopo ai mondiali senior del 2022 è iniziata la sua leggenda: 2 ori, un argento e un record europeo, era solo l’inizio. L’idolo francese non vive in Francia; nuota, si allena e studia negli Stati Uniti, più precisamente in Arizona alla corte dell’allenatore di Phelps Bob Bowman, un produttore di leggende con cui ha lavorato e studiato nei minimi dettagli la subacquea dello Squalo di Baltimora. E’ la svolta della carriera che pone le basi per i successi di Fukuoka nel 2023 dove i titoli diventano 3, e soprattutto sono impreziositi dal record del mondo nei 400 misti, e indovinate a chi apparteneva in precedenza. A Parigi si è visto un nuotatore completo, ha aggiunto la rana, non per partecipare, ma per vincere; così le medaglie d’oro che si è messo al collo sono divnetate quattro. Per lui il tempo è relativo, conta solo quando si combatte con i record, e l’impresa del 31 luglio ne è una testimonianza: vince due ori in meno due ore, 200 farfalla e 200 rana appunto. Non sono arrivati primati mondiali del francese (in quella che è stata definita una piscina “lenta”, ma visto quanto fatto da Pan Zhanle e Bobby Finke ci sentiamo di dissentire su questo aggettivo), ma per lui quel che conta è toccare prima di tutti, lo ha fatto 4 volte, quanto basta per essere incoronato come Re Leon del nuoto.

Summer McIntosh

Protagonisti dell’Olimpiade: Summer McIntosh

“I declare Open the Games of the XXXIII Summer Olympics”, Emmanuel Macron non aveva idea che nel dichiarare aperta la sua Olimpiade stava conferendo al mondo uno spoiler sul nome della Regina di questi Giochi. Summer come estate, Summer come McIntosh, una teenager canadese, nata il 18 agosto 2006 che si è presa il presente ed il futuro del nuoto senza aver ancora compiuto i 18 anni. Non è la prima e non sarà l’utlima a detenere dei record di precocità, pensiamo alla Ledecky campionessa olimpica quando di anni ne aveva 15 o anche alla nostra Federica Pellegrini che si mise al collo un argento a cinque cerchi da sedicenne, eppure i suoi titoli hanno qualcosa di speciale. Summer McIntosh, come Marchand ha vissuto a Parigi la sua seconda olimpiade: a Tokyo, 14enne, era la più giovane componente della squadra canadese e piazzandosi quarta nei 400 stile aveva stabilito il record nazionale. Innamorata della velocità delle Formula 1, lei quella velocità l’ha portata in piscina e sta costruendo una carriera da Regina; lo si è visto alla Defense Arena e ancor prima di Parigi 2024. Come Marchand trova la consacrazione a Budapest 2022 dove diventa per due volte campionessa mondiale, nei 200 farfalla e nei 200 misti. Nel 2023 forse fa ancora meglio: sebbene nei 400 stile di Fukuoka sia ancora sconfitta da Katy Ledecky, su questa distanza è diventata la più giovane ad infrangere la barriera dei 4 minuti stabilendo, alcuni mesi prima dei mondiali, il record del mondo non l’unico della sua giovane carriera poiché distruggerà anche quello dei 400 misti. Con questi risultati alla mano ha iniziato l’avventura olimpica di Parigi dove cercava quattro ori, ne troverà tre e un argento (nei 400 alle spalle di Titmus). “Tutto il suo tempo è dedicato al nuoto” ha affermato sua sorella Brook McIntosh, medaglia di bronzo alle Olimpiadi giovanili del 2020, nel pattinaggio artistico. Un lavoro costante per la gloria che la sta consacrando e che sta concretizzando l’idea di poter battere Katy Ledecky, (a Parigi lo ha già fatto nei 400 stile) l’attuale Regina delle piscine che ora ha un’erede pronta a detronizzarla.

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