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Parigi 2024, finale in Paradiso: è medaglia d’Oro italvolley

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La rivincita della generazione d’oro. Ieri Andrea Giani, oggi Julio Velasco, Atlanta 1996 diventa davvero solamente un ricordo perché la pallavolo italiana per la prima volta ha raggiunto una medaglia d’oro olimpica. Lo ha fatto con la nazionale femminile, quella stessa che nel 2018 era in ginocchio per aver sfiorato un titolo mondiale, sempre quella nazionale piegata ai quarti – mai superati nella storia prima di Parigi- a Tokyo, in entrambe le occasioni dalla Serbia. Vanno aggiunti un terzo posto ai mondiali di Appledorn e un quarto agli Europei in cui le ragazze difendevano il titolo del 2021. E’ stato il torneo delle rivincite, contro la Serbia 3-0 ai quarti, contro la Turchia (che ci eliminò dall’Europeo) doppio 3-0 nei gironi e in semifinale, ma anche e sopratutto contro l’Olanda, e qui la soddisfazione è tutta personale per Julio Velasco. Anna Danesi, Carlotta Cambi, Sara Fahr, Monica De Gennaro, Marina Lubian, Myriam Sylla e Paola Egonu, sono tante le ragazze scese in campo a Parigi con la voglia di riscattare il ricordo del 2018. E nel quarto di finale contro la Serbia, la partita che Velasco ha semrpe definito la più complicata fin da prima dell’Olimpiade, questa voglia di rivalsa agonistica è emersa anche nel confronto diretto tra Paola e Boskovic, eternamente candidate al ruolo di miglior giocatrice la mondo. Per la cronaca in quella sfida hanno concluso 19 pari nel conteggio dei punti, ma a fine torneo Paola può sorridere per aver vinto non solo l’oro, ma anche il riconoscimento di MVP. E’ la vittoria più importante, al di là del simbolismo di Italia-Olanda dei gironi, perché apre alle azzurre le porte della storia: nessuna nazionale femminile era mai riuscita a superare quella fase, quei quarti diventati dolorosi anche a Tokyo. Faticando solo all’inizio, contro la Repubblica Dominicana dove hanno lasciato l’unico set di questa Olimpiade, le ragazze hanno dominato, come da pronostico, ma in questi giochi in tanti, troppi, dei nostri atleti ci hanno ricordato quanto sia difficile vincere da favoriti (chiedere, ad esempio, ad Odette Giuffrida, Vito Dell’Aquila o Tommaso Marini). Iniziavano l’avventura pariginia con il successo in VNL e il primo posto nel ranking mondiale, dovevano puntare all’oro, giocare a carte scoperte sulle ambizioni nonostante le smentite dello stesso Velasco: “Ho detto alle ragazze di non sognare, di pensare partita per partita, punto dopo punto e vediamo dove arriviamo”. IL maestro argentino, con il suo super staff coadiuvato da Barbolini e Bernardi (già campione in stagione in Challenge Cup con Novara), ha finito per far cadere tutte le grandi del volley, vincendo dopo quel primo set contro la Repubblica Dominicana altri 17 parziali consecutivi. La più grande magia di Velasco, finalmente oro olimpico.

Italvolley femminile, Oro Olimpico Parigi 2024

La rivincita di Velasco

Un tabu sfatato, lo ha ricordato anche il presidente Malagò al termine della partita. L’Italia non vinceva l’oro con una squadra da Atene 2004, i successi erano arrivati solo nel calcio e diverse volte nella pallanuoto, ma mai nel volley. Tuttavia, prima o poi “Certe cose sono destinate a succedere. Gli uomini saggi dicono: solo i pazzi sono precipitosi” cantava Elvis Presley e Velasco la figura dell’uomo saggio con le idee chiare e la strada tracciata per arrivare all’oro la incarna perfettamente. Una vittoria, quella ai Giochi Olimpici che personalmente inseguiva da 28 anni, insieme alla generazione dei fenomeni di De Giorgi, Zorzi, Gardini, Bracci, e Bernardi, sì proprio colui che ha affiancato il maestro argentino nella preparazione delle campionesse olimpiche di Parigi 2024 e che ieri ha festeggiato il cinquantaseiesimo compleanno. Di quella nazionale in campo ad Atlanta 1996 faceva parte anche Andrea Giani, forse uno dei protagonisti più ricordati della sconfitta contro l’Olanda arrivata al tie break; era suo l’errore conclusivo che ha relegato i sogni della generazione di fenomeni sul secondo gradino del podio olimpico. Anche Giani ha trovato la sua rivincita in questa Olimpiade, guidando la Francia maschile al secondo oro consecutivo, ma questa è un’altra storia. Se per Bernardi – che venne nominato giocatore del secolo scorso- si è “chiuso un cerchio con Atlanta 1996” per Velasco non ci sono mai stati drammi relativi a quella sconfitta, seguendo la sua eterna e leggendaria logica basata sul raziocinio del “Chi vince festeggia, chi perde spiega“. Un atteggiamento maturato tramite le sue innumerevoli esperienze di vita, nel corso delle quali ha attraversato diversi mondi pallavolistici e non andando ad allenare in Iran, ad esempio, e sperimentando sulla sua pelle la sanguinaria dittatura del generale Videla in Argentina. Julio infatti aveva solo 24 anni quando nel suo paese si instaurò il regime; vide suo fratello Luis scomparire tra le grinfie dei fedelissimi del generale che lo torturarono prima di restituirlo alla famiglia, un trattamento più clemente rispetto a quello riservato ad altre vittime del regime (i desaparecidos). Terminato l’incubo della dittatura Julio scelse di cambiare vita, radicalmente, passando da una città di 12 milioni di abitanti come Buenos Aires, agli appena 1000 di Pianello Vallesina, una piccola cittadina nella valle dell’Esino dove iniziò l’avventura trionfale con la pallavolo italiana.

Alessia Orro

Ragazze d’Oro: una squadra da sogno

“C’è un principio di magia” che ha trasformato il gruppo delle “ragazze terribili” finaliste al mondiale 2018, campionesse d’Europa nel 2021 e terze al mondo nel 2022, nelle Ragazze d’Oro. Il tocco magico del maestro argentino che, a detta di Paola Egonu, “Ha saputo costruire la squadra che non eravamo”. A Parigi 2024 abbiamo capito che il Dream Team di queste olimpiadi è quello della pallavolo italiana che trionfa il giorno dopo gli Stati Uniti del basket di Lebron James. In quattro mesi sono riuscite a costruire ciò che solitamente si costruisce in quattro anni e lo hanno fatto strabiliando e vincendo “per distacco”. Nessuna delle loro avversarie è mai veramente entrata in partita, o ha mai accarezzato l’idea di poterle superare, dal girone alla finale. Un successo speciale per tutte le azzurre, da Monica De Gennaro che per ben due volte è stata l’incubo della squadra allenata dal marito Santarelli (la Turchia), fino a Kate Antropova che ha finalmente trovato il modo di convivere in azzurro con una Paola Egonu ormai destinata alla leggenda. “E’ un gruppo, ma soprattuto una squadra. Non serve a niente essere un gruppo unito se poi perdi”, parole sante proferite come al solito dal lucidissimo coach Velasco che ha voluto precisare la predisposizione al cambiamento e all’adattamento della sua squadra. Impresa ardua trovare qualcuna da incorporare come migliore della nazionale, semplicemente perchè il livello di gioco delle azzurre è stato talmente alto che sarebbe ingeneroso non menzionarle tutte o quasi. Paola Egonu ha vinto l’MVP ufficiale, ma non indifferente è stato l’apporto degli attacchi di Bosetti e Sylla, gli ingressi a fine set di Antropova, la regia e i servizi di Alessia Orro (indimenticabile la sua serie in battuta nel corso della finale che ha indirizzato definitivamente la partita) e i muri di Fahr e Danesi. A proposito della capitana, al suo ritorno a casa sarà accolta come una regina, ma non sarà la prima volta quest’estate che il suo piccolo paese festeggerà per un oro. A Roncadelle ci sono novemila abitanti, dopo Parigi ben tre di loro poteranno al collo una medaglia del metallo più prezioso; Anna Danesi si aggiunge a De Gennaro e Bellandi per completare una magica tripletta. La cittadina del bresciano sarebbe a. ventinovesimo posto nel medagliere delle Olimpiadi, davanti a nazioni come Danimarca, Croazia, Svizzera, Grecia, Argentina, India e con lo stesso numero di medaglie d’oro della Serbia o del Brasile. Come tutti i trionfi, una dedica speciale va a alle assenze, a chi se non si fosse messa di mezzo la sfortuna avrebbe festeggiato sul podio insieme alle altre: è il caso di Alice Degradi ed Elena Pietrini. Diventate due pedine fondamentali della Nazionale hanno dovuto rinunciare, subito prima dei Giochi per degli infortuni che hanno obbligato Velasco ad effettuare scelte diverse, rivelatesi in ogni caso vincenti. Vincenti come è stata l’intera spedizione azzurra a Parigi2024: 40 medaglie, 12 ori, 13 argenti e 15 bronzi ai quali si aggiunge il numero record di 25 sfortunati quarti posti. Grande Italia Olimpica, continua a sognare verso Los Angeles 2028.

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