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Paralimpiadi, Manuel Bortuzzo: ‘I Giochi di Parigi chiudono il mio cerchio’.

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Un cerchio che si chiude, il coronamento di un sogno a portata di mano.

Manuel Bortuzzo, nuotatore paralimpico, è pronto a prendersi ciò che il destino gli ha riservato senza rimpianti, guardando a ciò che è rimasto e non a ciò che se ne è andato quella sera del 3 febbraio 2019 quando, a causa di uno scambio di identità fuori da un pub della periferia sud di Roma, era rimasto vittima di una sparatoria. Un proiettile, fermatosi all’altezza di una vertebra, gli provocò una lesione midollare che non consentì il recupero della mobilità delle gambe. Ma per Bortuzzo, tornato alle gare dopo un periodo di stop, le Paralimpiadi di Parigi 2024 rappresentano comunque “la chiusura di un cerchio, lo sento. E’ una sensazione bella, qui percepisci di aver raggiunto l’apice. Essere qui mi dà quella serenità di dire di essere arrivato, ora non c’è nulla da perdere. Mi approccio a questo evento con serenità perché ho lavorato e sono soddisfatto di come l’ho fatto. Ho tanta voglia di fare, non vedo l’ora di gareggiare; è tutto molto bello e sono molto gasato”, le sue parole all’ANSA.

Da promessa giovanile del nuoto, in rampa di lancio per le Olimpiadi di Tokyo – tanto da essere inserito nel progetto “Road to Tokyo 2020” – e trasferitosi a Roma per allenarsi con medagliati olimpici del calibro di Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti – a protagonista delle Paralimpiadi di Parigi 2024; ma per il nuotatore, che nel 2015 aveva firmato il nuovo record italiano nella categoria ragazzi nei 3000 metri, sottraendolo a Paltrinieri, “la competizione è la stessa, tutto identico. Cambiano i compagni di viaggio, ma solo loro perché le sensazioni sono uguali. Mi auguro possa essere seguita allo stesso modo perché merita. Io in una condizione diversa, ma ci sono”, ammette.

Una storia, quella di Bortuzzo, rappresentata dai tatuaggi sulla pelle. Come la data dell’incidente incisa dietro al collo, il 3 febbraio 2019, o il 12, a rappresentare i millimetri che hanno separato il proiettile dall’aorta addominale e lo hanno tenuto in vita. Dopo un periodo complicato, però, adesso Bortuzzo è pronto a riprendersi tutto, accompagnato anche da amicizie importanti come quella con Aldo Montano, conosciuto nell’esperienza al Grande Fratello, considerato dallo stesso nuotatore triestino “un punto di riferimento. L’ho sentito, mi ha scritto. Lui è un esperto di questi eventi ed è una grande fortuna averlo accanto”, dice, pronto a gettarsi in acqua per l’inizio di questo grande evento. Che Bortuzzo vuole vivere alla grande, senza pensare a nulla.

“Il sogno è sempre quello di mettersi l’oro al collo, ma dobbiamo anche essere realisti. Me la vedrò contro chi nuota da tanti anni, tutti atleti molto forti sulla carta. Non pressione perché non sono il favorito, non ho nulla da perdere. Andrò per giocarmi tutto senza guardare al risultato, perché una volta che hai dato tutto, quello che arriva arriva. Voglio toccare la vasca e poter dire di aver fatto bene. So che valgo, ma tutto è una conseguenza. Sarei disposto anche ad arrivare ultimo ma con un tempo incredibile per me stesso”, conclude. Perché, per chi sognava un oro olimpico, partecipare alle Paralimpiadi e poter sognare una medaglia ha tanto il sapore di sogno realizzato. E anche di più.   

Fonte: ansa.it

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