Quando nel 1965 Bob Dylan si presentò in concerto con una Fender Sunburst si concretizzò una rivoluzione della musica, dal folk acustico all’elettrico. Forse associare il cambio di veste di Andy Diaz alla trasformazione di Dylan è eccessivo, ma da quando il triplista ha vestito i colori dell’Italia, l’atletica nostrana ha abbracciato un nuovo talento in grado di dare una brillante continuità di risultati ad un movimento che ha subito, negli ultimi anni una vera rivoluzione. Sono lontani gli anni in cui al Golden Gala si andava principalmente per ammirare i vari Bolt, Isinbayeva o Blanka Valsic. Oggi il pubblico del Golden Gala si ritrova all’Olimpico di Roma con tanto di bandiere tricolori e cori potendo sperare addirittura nel piazzamento più alto del podio in 5 gare. E’ quanto accaduto ieri sera con Leonardo Fabbri per il getto del peso, Marcell Jacobs (100 metri), Lorenzo Simonelli (110 ostacoli) Gianmarco Tamberi (salto in alto) e appunto Andy Diaz. Dal 2021 sotto la guida di Fabrizio Donato (bronzo a Londra 2012 proprio nel triplo), l’ormai ex cubano chiese su indicazione del suo allenatore asilo politico poco prima delle Olimpiadi di Tokyo e su proposta del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ottenne la cittadinanza italiana a seguito di una delibera del Consiglio dei Ministri. La crisi economica, sociale, alimentare del paese caraibico appare ormai insanabile e in molti atleti hanno scelto la fuga, il cambio di nazionalità cercando fortuna nello sport sotto una bandiera diversa. Tant’è che a Parigi il salto triplo ha visto una tripletta cubana, anche se nessuno portava i colori dell’isola caraibica. Diaz, dopo il suo arrivo in Italia è stato accolto da Donato a casa sua ad Ostia, ed è stato lui stesso ad impegnarsi in prima persona per accelerare il processo della cittadinanza. Così Andy ha potuto gareggiare in azzurro, infrangendo il record italiano del suo mentore (17,75 a Firenze nel 2023), conquistano il bronzo olimpico e ora aggiudicandosi di nuovo il Golden Gala, unico vincitore azzurro dell’edizione 2024.
Golden Gala, riflessione Tamberi e Simonelli. Jacobs non brilla
Nello stesso stadio in cui l’atletica italiana ha vissuto le sue notti magiche, quelle degli Europei di Roma, nessun si è ripetuto anche in Diamond League (Diaz non gareggiò a giugno). La curva Sud si era trasformata in un muro azzurro, pronto a scattare in piedi ad ogni salto, anzi ad ogni mossa di Gianmarco Tamberi reduce dalla delusione di Parigi dalla quale non sembra ancora essersi ripreso. La sua gara si chiude invece con un terzo posto condiviso con Doroschuk, passano solo Woo e Beckford a 2.30, lui si ferma. “Scusate se questa sera non sono stato all’altezza del vostro tifo, la vittoria era decisamente alla portata e non posso trovare nessuna scusa per essemrela fatta sfuggire dalle mani. Un pubblico così caloroso l’atletica non lo ha mai visto” questo l’effetto che può fare al pubblico un personaggio in grado di attirare sul suo sport folle italiane da record, come hanno fatto in passato Alberto Tomba, Federica Pellegrini e come sta facendo in questo momento Jannik Sinner. Certo che nelle sue parole postate su Instagram traspare tutto il rammarico e lo sconforto per un mese di agosto nel quale il campione di Tokyo si aspettava risultati diversi. Una serata amara dunque per Gimbo, ma non solo: Lorenzo Simonelli è anche lui reduce da una disfatta allo Stade de France. Si era presentato ai Giochi come la nuova stella dell’atletica italiana, pensava di poter addirittura attaccare Grant Holloway sui 110 ostacoli, non è andata così nella Ville Lumiere dove è stato eliminato in semifinale con 13.40. Leggermente meglio ieri a Roma, ma il 13.34 di Lorenzo è valso solamente il sesto posto. Non sorride neanche Marcell Jacobs, l’altro campione di Tokyo 2021, che dopo il quinto posto ai Giochi aveva bisogno di un grande risultato in Diamond League per consolidare la sua presenza tra gli uomini più veloci al mondo. Tebogo corre in 9.87, Marcell si ferma negli ultimi metri, è ultimo e dolorante: “Avevo i bicipiti duri e non sono riuscito a fare il riscaldamento come dovevo. Quando la gara è partita male era inutile rischiare di infortunarsi”. Dalla delusione di Parigi al sorriso di Roma, Leonardo Fabbri chiude secondo il Golden gala nel getto del peso, alle spalle di un inarrivabile Ryan Crouser che con 22,49 stabilisce il record del meeting. C’è da lavorare per la nostra atletica, ma non dimentichiamoci da dove eravamo partiti: qualche anno fa tre podi nell’atletica non potevamo neanche immaginarli.