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Sinner mente di ferro contro la WADA, ma vince Alcaraz.

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“C’è chi riesce a dormire comunque sia andata, comunque sia”, le parole di Ligabue potrebbero riassumere alla perfezione la straordinaria tenacia mentale di Jannik Sinner, la sua capacità di estraniarsi dalla tempesta perfetta che si è abbattuta sul suo mondo sportivo negli ulitmi mesi una volta entrato in campo. Il numero uno al mondo è ormai costretto, e lo sarà ancora per molto tempo, a giocare con una incombente Spada di Damocle che la Wada (l’agenzia mondiale antidoping) ha posto sopra la sua testa. A guardarlo giocare non si direbbe che sia un giocatore a rischio squalifica di uno o due anni, eppure risulta difficile credere che i suoi sonni continuino ad essere tranquilli e sotto controllo anche dopo il ricorso presentato dall’agenzia antidoping per la vicenda Clostebol. Sinner ha perso in volta la finale di Pechino (dove difendeva il titolo) contro Carlos Alcaraz, lo stimato rivale che quest’anno lo ha sempre sconfitto. Per tre ore e 24 minuti le due star del tennis contemporaneo si sono date battaglia giocando al loro massimo livello, e almeno per questo tempo i pensieri di Jannik e di tutti i suoi tifosi hanno avuto una possibilità di evadere dalla minaccia della squalifica. La sconfitta di Pechino giunta in volata è una piccola battuta di arresto nella cavalcata dell’azzurro iniziata lo scorso anno proprio sui campi che nel 2008 ospitarono i giochi olimpici della capitale cinese. Un segnale che deve allarmare il giusto, senza scatenare ingiustificati tragicismi ed interrogativi sul nostro campione che invece ha giocato come meglio non poteva e ha perso per pochi punti, come spesso accade contro il murciano.

Sinner Alcaraz

Il caso Clostebol: un minaccia da lasciar fuori dal campo

Nel tennis la capacità di lasciare i pensieri relativi al mondo esterno al di fuori del campo è comune solo ai migliori. Si tratta pur sempre di uno sport in cui la componente mentale e psicologica incide fortemente sul risultato e sulla prestazione; la vicenda clostebol per Sinner è quindi un nuovo avversario con il quale dovrà imparare a convivere anche perchè, a causa dei tempi tecnici della giustizia sportiva, prima di sapere l’esito del ricorso della WADA passeranno almeno tre mesi. Lui continuerà a giocare a testa alta, lo ha affermato lo stesso Sinner in conferenza stampa essendo convinto di non aver fatto nulla di sbagliato e di aver dato tutte le garanzie di innocenza possibili, tuttavia lui ed il suo staff pensavano di aver archiviato il caso doping ad agosto. Invece, il compito di analizzare l’accaduto spetterà ad un collegio arbitrale composto da tre giudici, uno nominato da Jannik, uno dal TAS (il Tribunale Arbitrale dello Sport) e uno dalla WADA alla quale spetta l’onere della prova: per avvalorare la sua teoria e dare seguito al ricorso dovrà dimostrare la negligenza del campione in merito al trattamento con il clostebol, oppure la falsità della ricostruzione data da Sinner e dal suo staff. Come detto il pensiero era quello di aver archiviato la pratica ad agosto, infatti il ricorso presentato dall’agenzia antidoping è apparso illogico e forse eccessivamente severo; non può che sorgere il dubbio che questo comportamento sia un tentativo di redenzione e di pulizia dell’immagine della WADA che in questo modo continua a cambiare il suo modus operandi in maniera incoerente. Possiamo affermare ciò anche alla luce di quanto accaduto negli anni passati per tre casi di positività al clostebol (il calciatore Josè Paolomino, la tennista Matilde Paoletti, e il tennista Marco Bortolotti) che non portarono ad alcun ricorso, ma anche per quanto emerso nello scorso mese di aprile. Il New York Times e la tv tedesca ARD rivelarono che la WADA, nel 2021 in periodo preolimpico, aveva lasciato correre su 28 positività riscontrate su 23 atleti cinesi tra i quali Zhang Yufei, Wang Shung (medaglie d’oro a Tokyo 2020) e il rivale di Martinenghi ai mondiali 2023 Haiyan Qin. L’agenzia accolse l’idea che la trimidazina era stata assunta per un errore di contaminazione avvenuto nelle cucine dell’hotel dove risiedevano gli atleti (non tutti nello stesso peraltro), trascurando il fatto che tale sostanza vietata è presente solo in determinati farmaci e non negli alimenti. Ecco perché questa nuovo volto severo e scrupoloso della WADA ha lasciato una certa sorpresa nell’entourage di Jannik che, incolpevole, sta pagando il tentativo di restauro d’immagine di un’agenzia confusa ed indebolita.

Jannik Sinner

Sinner-Alcaraz: Volata spagnola

Come in una tappa del Giro d’Italia, dopo ore di fatiche la finale di Pechino si è conclusa in volata con una differenza di appena 12 punti vinti in più da Alcaraz rispetto al numero uno al mondo (132 vs 120). Il murciano alla viglia dell’incontro aveva espresso pensieri confortanti verso il rivale sul caso clostebol: “Penso sia un situazione difficile per lui, non capisco come qualcuno possa guardarlo in modo diverso, sta esprimendo un tennis fantastico è incredibile che riesca a mettere tutto da parte quando scende in campo. Spero riesca a rimanere concentrato e sereno grazie alla sua famiglia e agli amici”. Alcaraz ha poi sperimentato in prima persona le capacità di estraniazione di Sinner dal mondo esterno quando entra sul campo da gioco e, pur essendone uscito vincitore, non ha trovato un cammino facile nella conquista del suo sedicesimo trofeo da professionista. Quello di Pechino è stato un vero scontro tra titani, una delle partite più belle dell’anno come era giusto attendersi dai migliori giocatori della stagione: nel 2024 si sono divisi gli slam in maniera eguale (2 a testa) tagliando fuori dalla spartizione, per la prima volta dopo 20 anni, i vari Federer, Nadal e Djokovic. Se Jannik ha conquistato, nel corso del Roland Garros la prima posizione mondiale, Alcaraz sconfiggendo Medvedev in semifinale è risucito a recuperare la seconda, il giusto punto di partenza per lanciare la sfida alla Volpe Rossa in vista degli ultimi appuntamenti del 2024 (Shangai, Parigi Bercy e le Finals). Sinner era reduce da una serie record di vittorie nei tie break (17 su 18) e dopo il primo set e l’ennesimo 7-6 in favore dell’altoatesino, Carlitos ha capito di doversi inventare qualcosa di diverso per riaffermare la sua imbattibilità contro Jannik nel 2024 (i due si sono affrontati tre volte in stagione e ha sempre vinto lo spagnolo). Nel secondo parziale Sinner si è visto annullare due palle break di quello che sarebbe stato l’allungo decisivo, bravo Alcaraz ad affidarsi al servizio nel momento di maggior bisogno prima di chiudere 6-4. Cedendo la battuta nel quarto game del set decisivo, Jannik si era subito messo nella condizione di inseguire, una situazione che per la verità non lo ha mai destabilizzato più di tanto. Infatti, una volta annullate due occasioni per il doppio break è lo spagnolo a concedere con tre gratuiti nello stesso game l’occasione alla Volpe Rossa di tornare on serve. Il nostro campione ha sfruttato il momento di annebbiamento dell’avversario e ha galleggiato fino all’ennesimo tie break che -proprio per la statistica raccontata in precedenza- lo vedeva favorito. Sinner è andato avanti di due minibreak, ma la battaglia era destinata ad entrare nella storia di questo torneo e il murciano giocando due punti fantastici è tornato in parità prima dell’allungo decisivo. Carlitos ha vinto il quarto trofeo della stagione rilanciando la sfida con Jannik a Shangai (potrebbero trovarsi in semifinale) e alla parte conclusiva di stagione con vista su una possibile finale di Davis tra Italia e Spagna, tra Sinner e Alcaraz.

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