Festeggiamo Italia, anche nel ciclismo. Al termine di una stagione in cui le due ruote azzurre hanno raccolto poche gioie e tante delusioni, dalle Olimpiadi ai Mondiali, ad riequilibrare il bilancio sono stati i mondiali su pista. In Danimarca a Ballerup non arrivavamo con grandi ambizioni e aspettative: il quartetto non è più quello olimpico del 2021 e dopo otto partecipazioni consecutive Filippo Ganna ha deciso di non prendere parte alla manifestazione. “E poi all’improvviso, sei arrivato tu” parafrasando Max Pezzali, perché Jonathan Milan ha indossato i panni del salvatore della patria per concludere una stagione che rischiava di lasciare veramente con pochi sorrisi soprattutto per quanto raccolto dalla strada. Vengono in mente i podi di Ciccone e Mozzato in due classiche monumento come Il Lombardia e il Fiandre, un buon europeo su strada (con inattesa medaglia d’oro di Affini nella cronometro) e la maglia ciclamino dello stesso Johnny conquistata al Giro e poco altro, un bottino non all’altezza della storia ciclistica italiana. Anche gli Europei non erano riusciti a sanare e riempire completamente la serie di insuccessi poiché dopo la crono vinta da Affini si era palesata l’idea di poter completare una doppietta vincendo anche la gara in linea. Invece, proprio Milan -probabilmente il principale favorito- stato sconfitto dal padrone di casa Tim Merlier. E’ con questo successo nel velodromo danese che il cielo si rischiara portando un’iniezione di fiducia in vista di un 2025 che cerca riscatto soprattuto nelle classiche. Filippo Ganna, assente a Ballerup, potrà concentrarsi sulla Sanremo che sia nel 2023 che nel 2024 ha dimostrato di poter vincere, e magari lavorerà anche sulla ricerca di un metodo per battere Evenepoel a cronometro. Intanto ci godiamo un Milan che con una maglia iridata finalmente indosso potrà pensare anche lui a nuovi traguardi nella prossima stagione.
Jonathan Milan, vola con il record del mondo
Campione del mondo nell’inseguimento individuale, Jonathan Milan ha dimostrato ancora una volta di poter vivere di vita propria e non della luce riflessa di Ganna e dei suoi compagni di quartetto. Il fallimento agli europei poteva minare le sue certezze, è stato bravo invece a riaffermare le sue doti in velocità conquistando la gara che lo aveva portato sul podio nelle ultime tre edizioni. Un successo che non è macchiato dall’assenza di Ganna perché giunto al termine di una sfida in cui il record del mondo appartenuto in precedenza a Pippo è caduto per ben due volte, prima per mano del 21enne Josh Charlton -alla fine medaglia d’argento- e poi con il capolavoro di Johnny che ha fermato il tempo a 3’59″153, percorrendo i 4000 metri della finale alla velocità media di 60.212 km/h. Un oro che lascia il nuovo campione senza alcun rimpianto: per prepararsi al meglio a questa gara ha scelto di sacrificare la chiamata del quartetto che senza di lui, Ganna e Consonni ha concluso undicesimo dopo una caduta. Una finale dominata contro il britannico -che indubbiamente potrà prendersi il futuro di questo sport- fa risuonare l’inno di Mameli a Ballerup dopo la beffa incassata dalle ragazze dell’inseguimento a squadre (bronzo dopo aver subito una rimonta dalla Germania in semifinale). Mancano ancora due giorni di gare con Omnium maschile e le due Madison da disputare. Non hanno tradito i personaggi più attesi con le tre medaglie (due d’oro) di Ally Wollaston ed i successi di Emma Finucane nello sprint ed Harrie Lavreysen nel chilometro a cronometro.