IQ. 22/06/2013 – L’attività di monitoraggio sugli spiaggiamenti di cetacei, registra finalmente, un netto calo del numero di eventi rispetto a quanto avvenuto nel primo trimestre del 2013 relativamente alla specie maggiormente coinvolta, stenella striata (stenella coeruleoalba). Si avviano così a conclusione le complesse attività di ricerca intraprese nell’ambito della collaborazione fra il Ministero della Salute e quello dell’Ambiente per la creazione della Rete nazionale spiaggiamenti mammiferi marini.
I nuovi rapporti elaborati dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e dalla Banca Dati Spiaggiamenti hanno contribuito enormemente a far luce sulle cause della straordinaria morìa, sono state trovate infatti, significative analogie con l’andamento di eventi già descritti in precedenza, quali la recente epidemia da morbillivirus osservata nei mari spagnoli tra il 2006 e il 2008.
L’andamento temporale della moria, così come i risultati diagnostici sui campioni prelevati, rafforzano l’ipotesi che anche nei nostri mari la causa più probabile sia da individuare nel morbillivirus del delfino.
Le analisi condotte dagli Istituti Zooprofilattici indicano che il 30-40% dei corpi analizzati sono risultati positivi al morbillivirus, percentuali che – per quanto basse – rimangono comunque comparabili con quanto avvenuto in Spagna. L’epizoozia di questi mesi ha interessato una popolazione di stenelle giovani, con età comprese tra i 7 e i 20 anni (96% delle carcasse analizzate), cioè animali nati dopo la più recente moria occorsa nei nostri mari, quella del 1990-92, per la quale, anche in questo caso, la causa più probabile fu il morbillivirus. Pertanto, la giovane età dei soggetti coinvolti nell’attuale epidemia, avvalora ancor di più la tesi del morbillivirus come agente causale, proprio perché l’attuale generazione, non essendo mai entrata in contatto con l’agente virale, risulta ragionevolmente priva della specifica immunità anticorpale, da qui l’incapacità di opporre una adeguata difesa alla malattia e il conseguente incremento del tasso di mortalità. L’azione immunosoppressiva del virus del morbillo ha inoltre fortemente indebolito le generali difese immunitarie dei soggetti colpiti, aprendo la strada a concomitanti infezioni e infestazioni secondarie come quelle sostenute da photobacterium damselae, herpesvirus e parassitosi varie, corresponsabili della morte degli animali.
Della Rete nazionale spiaggiamenti mammiferi marini, prossima alla sua formale istituzione congiunta da parte del Ministero della Salute e Ministero dell’Ambiente, fanno parte, tra gli altri, gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS), coordinati dall’IZS di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, la Banca dati spiaggiamenti (Bds) dell’Università di Pavia, il Cetaceans stranding Emergency Response Team (CERT), la Banca Tessuti Mammiferi marini del Mediterraneo (BTMMM) e le Università di Padova, Siena e Teramo, con la collaborazione del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera.
Delfini spiaggiati: cosa fare
Grazie alla collaborazione avviata tra il Ministero della Salute e il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, si è riusciti per la prima volta in Italia ad approcciare in maniera sinergica il problema degli spiaggiamenti riunendo allo stesso tavolo competenze ambientali e di sanità pubblica veterinaria.
Anche i privati cittadini possono contribuire fattivamente al monitoraggio degli spiaggiamenti. L’avvistamento di cetacei in difficoltà in mare o molto più spesso di soggetti trovati morti sulle spiagge, è certamente un’attività di primaria importanza senza la quale non potrebbero essere svolte tutte le conseguenti ricerche scientifiche e la raccolta di dati.
Il numero blu 1530 per l’emergenza in mare è attivo gratuitamente su tutto il territorio nazionale anche per la segnalazione di cetacei spiaggiati e rappresenta il primo fondamentale anello della catena di operazioni che i due Ministeri competenti hanno congiuntamente definito.Il logo attestante l’accessibilità del sito rilasciato dal CNIPA.
I cetacei, in particolare i delfini, condividono con gli umani un legame profondo, malgrado la naturale separazione tra terra e acqua. Il loro comportamento tranquillo, l’espressione sorridente e l’innegabile intelligenza sono solo alcune delle caratteristiche che più affascinano.
Tuttavia, bisogna ricordare al pubblico che questi sono animali selvatici e che ci sono rischi connessi con l’esposizione ed il contatto. Bisogna quindi evitare di toccare gli animali e tenere bambini ed animali domestici lontani dal sito di spiaggiamento. Tali rischi aumentano durante le procedure di manipolazione e salvataggio. I rischi sono innanzi tutto di tipo traumatico ma anche di tipo biologico. La preoccupazione sale negli spiaggiamenti anomali con elevato numero di soggetti coinvolti in quanto aumentano i rischi di contrarre patologie infettive o tossicosi da tossine ambientali. Soprattutto nei casi di spiaggiamento con animali ancora in vita è opportuno che ci sia un cordone di rispetto intorno all’animale, pei rischi connessi ma anche per i problemi relativi al benessere dell’animale stesso, dato che un grande pubblico e la confusione riducono le percentuali di successo dell’intervento e, in generale, determinano un forte stress.
Pertanto, l’atteggiamento più sicuro e proficuo da assumere di fronte ad un cetaceo spiaggiato consiste nel segnalare l’evento al numero blu 1530, al fine di consentire e facilitare l’intervento delle autorità competenti costituite da personale formato ed autorizzato ad effettuare le necessarie operazioni.