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LA SINDROME DI COTARD: QUANDO LA VITA SCOMPARE NELLA MENTE.

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giovedì, Febbraio 6, 2025

La sindrome di Cotard è una delle sindromi psichiatriche più rare e bizzarre; si tratta di un disturbo psichiatrico nel quale il paziente è convinto di essere morto, di non avere più organi interni o, addirittura, di non esistere. Questa condizione si manifesta principalmente nei casi di depressione maggiore e disturbi psicotici gravi. A oggi, la sindrome di Cotard è stata osservata solo in un numero limitato di pazienti, ma continua a catturare l’attenzione di psichiatri e neurologi per le sue implicazioni uniche sulla percezione della realtà e dell’esistenza.

Fu descritta per la prima volta dal neurologo francese Jules Cotard (1840-1889) in una lezione a Parigi nel 1880, definendola “délire de négation” (delirio di negazione). In questa lezione il medico narrò di una paziente che negava l’esistenza dei propri organi e della necessità di nutrirsi, sviluppando in seguito la convinzione di non poter più morire di morte naturale in quanto dannata per l’eternità.

È detta anche Sindrome dell’Uomo Morto, mentre nei testi anglosassoni è nominata come Walking Corpse Syndrome ( sindrome del cadavere che cammina).

Le Caratteristiche della Sindrome di Cotard.

I pazienti con sindrome di Cotard sperimentano quello che viene descritto come “delirio di negazione”, ovvero un insieme di convinzioni deliranti che possono includere la certezza di non avere più un corpo, di aver perso il proprio sangue o addirittura la propria anima. Molti riferiscono di non percepire più emozioni o sensazioni corporee, descrivendosi come “vuoti” o “vuoti viventi”. Le manifestazioni di questa sindrome si estendono fino a portare il paziente a trascurare l’igiene, l’alimentazione e persino i bisogni di base, con conseguenze devastanti per la sua salute fisica e mentale.

Cause.

Questa sindrome è spesso associata a gravi stati depressivi e a disturbi psicotici, ma le cause specifiche rimangono sconosciute. Alcuni studi suggeriscono che possano esserci implicazioni neurologiche, soprattutto in aree cerebrali coinvolte nella percezione di sé e nella consapevolezza corporea: una interruzione patologica delle fibre nervose che connettono il centro delle emozioni alle aree sensoriali, comporta l’impossibilità per il soggetto di provare emozioni per qualsiasi evento, al punto che l’unico modo razione per spiegare la sua completa assenza di emozioni è credere di essere morto. Tanto che le ricerche hanno osservato che questa sindrome si manifesta più frequentemente in persone affette da lesioni cerebrali, epilessia o demenza. È stato anche ipotizzato che un’alterazione dei neurotrasmettitori, in particolare dopamina e serotonina, possa contribuire alla distorsione della percezione del corpo e della realtà.

Diagnosi e Trattamento

Diagnosticare la sindrome di Cotard è complesso, data la rarità e la specificità dei sintomi. La diagnosi avviene generalmente attraverso una combinazione di valutazione psichiatrica, esami neurologici e un’attenta osservazione del paziente. Le scale di valutazione per la depressione maggiore possono aiutare a identificare l’origine del disturbo, e una diagnosi precisa è cruciale per pianificare un trattamento adeguato.

Il trattamento è altrettanto impegnativo e spesso richiede un approccio combinato. I farmaci antidepressivi e antipsicotici possono alleviare alcuni dei sintomi, ma in molti casi è necessaria una terapia più intensa, come la terapia elettroconvulsiva (ECT). Studi clinici hanno dimostrato che l’ECT può risultare efficace in pazienti resistenti ai farmaci, offrendo un’opportunità di miglioramento, sebbene non sia sempre una cura definitiva. Inoltre, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) può essere utile per affrontare le credenze deliranti e aiutare i pazienti a ristabilire un senso di realtà e consapevolezza del proprio corpo.

L’Impatto sulla Vita del Paziente e dei Familiari

La sindrome di Cotard non colpisce solo chi ne soffre, ma anche i familiari e le persone vicine. Per i familiari, il dover assistere un paziente che crede di non esistere o di essere “morto” può essere devastante e provocare un forte senso di impotenza. I pazienti, dal canto loro, tendono a isolarsi sempre di più, rifiutando aiuto e supporto esterni, il che rende il trattamento ancor più complesso. Per questo, è fondamentale che chi si prende cura dei pazienti con sindrome di Cotard abbia accesso a un supporto psicologico e a risorse informative, in modo da poter comprendere meglio il disturbo e fornire un’assistenza efficace.

Sembra ne fosse affetto il cantante della band black metal norvegese Mayhen, Pelle Ohlin, tanto che nell’ambiente era noto con il soprannome Dead (Morto); Ohlin era personaggio molto particolare: solito a ricorrere frequentemente atti autolesivi durante i concerti, come farsi dei tagli profondi sulle braccia con cocci di vetro ed era anche noto per seppellire i propri vestiti, per poi dissotterrarli prima di un concerto per avere, insieme al trucco facciale, un aspetto più simile a quello di un cadavere. Si suicidò tagliandosi i polsi e il collo e poi sparandosi in fronte con un fucile nell’aprile del 1991.

La sindrome di Cotard rimane una condizione rara ma estremamente debilitante. La ricerca su questa sindrome, sebbene limitata, sta aiutando i professionisti a comprendere meglio come la mente umana possa generare convinzioni così profonde e distorte sulla propria esistenza. Per quanto non esista ancora una cura definitiva, i progressi nella psichiatria e nella neurologia offrono nuove possibilità di trattamento, ridando speranza a pazienti e famiglie colpite da questa condizione.

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