Nuovo appuntamento di Milano Vapore sulla città del futuro
A MILANO IL PIU’ GRANDE PARCO METROPOLITANO D’EUROPA.
Costruire in altezza e densificare per risparmiare suolo e promuovere il verde.
di Benito Sicchiero
Fin dagli anni ’80 Assoedilizia, con un gruppo di esperti urbanisti, si pose il problema di conciliare lo sviluppo residenziale ed urbanistico della città con la presenza del verde pubblico in generale e dei parchi in particolare. Ma ci vollero le direttive dell’Unione Europea ed una maggiore sensibilizzazione dei milanesi per arrrivare ad adottare l’unica soluzione possibile: costruire in altezza, i grattacieli, fino ad allora visti dalla cultura dominante quale fonte di speculazione edilizia e come simbolo del capitalismo e quindi osteggiati.
Tracciando poi, da noto cultore della storia di Milano qual è, le vicende che hanno coinvolto i parchi cittadini: compreso il rischio di non veder mai sorgere il Parco Sempione uno dei polmoni metropolitani, sull’ex Piazza d’Armi del Castello, progettato dall’Alemagna in conformità al Piano Beruto. Un parco, che rappresenta una vera e propria conquista sociale dei milanesi.
Così Achille Colombo Clerici, avvocato e Presidente di Assoedilizia, intervenendo al webinar di Milano Vapore “Giardini Pubblici: importanza del verde nelle città del futuro”, uno degli appuntamenti che Giampaolo Berni Ferretti sta organizzando in questi mesi, in qualità di Presidente dell’Associazione, sul “Futuro di Milano” affrontato da varie angolazioni. Relatori: oltre al citato Colombo Clerici, Gabriele Albertini (già Sindaco di Milano); Enrico Pluda (Presidente Associazione AGIAMO-giardini Indro Montanelli); Caterina Azzi (Presidente Associazione Amici della Guastalla); Paola Brambilla (avvocato e Coordinatrice Comitato Giuridico WWF Italia); Giovanni Sala (agronomo, Founding Partner LAND srl); Violetta Fortunati (giornalista del Il Giorno- socia Associazione Area Cani del Parco Sempione); Gianluca Comazzi (Presidente del Gruppo di Forza Italia in Regione Lombardia). Ha moderato i lavori Fausta Chiesa, giornalista del Corriere della Sera.
“La cultura – secondo Berni Ferretti – genera esternalità positive nel momento in cui è fortemente integrata con l’ambiente dove per ambiente si intendono i luoghi verdi della città. Gli esempi di luoghi in cui il connubio fra patrimonio culturale e verde pubblico sono tanti: Villa Reale davanti ai giardini Indro Montanelli, la Sinagoga, la Biblioteca Sormani, il Tribunale, l’Università Statale, l’Umanitaria e le numerose scuole pubbliche e private compreso l’Istituto Zaccaria davanti ai giardini della Guastalla, il complesso dei monumenti del Foro Bonaparte e del Parco Sempione, la Torre Branca, il Castello, la Triennale, il Museo della Scienza e il planetario nei Giardini Indro Montanelli, il Teatro dell’Arte, Il Piccolo Teatro, l’Arena, l’Acquario Civico e La Fabbrica del Vapore (l’Ex Carminati-Toselli in via Procaccini)”.
Ad Albertini ed alla sua amministrazione si deve, per unanime riconoscimento, il merito di avere affrontato la riqualificazione di 11 milioni di mq di aree dismesse: se nel 1997 si contavano soltanto 7 mq di verde per abitante, oggi siamo ad oltre 18 mq, in continua crescita, proprio grazie all’impulso dato da quella giunta. Ma la superfice ‘verde’ negli interventi urbanistici, oggi pari a un terzo, punta a diventare la metà: un investimento, per progettazione e manutenzione, di miliardi di euro. Nessuna amministrazione pubblica è in grado di sostenere tale onere senza onerare pesantemente i cittadini; diventa quindi indispensabile l’apporto del privato che dai suoi investimenti deve ricavare un giusto profitto. Ma, precisa Albertini – che, ricordiamo, è anche imprenditore – tale profitto deve essere essere ispirato ad un criterio etico, non diventare speculazione: principio che lo ha sempre ispirato. In cambio l’amministrazione deve sostenere l’investitore con la defiscalizzazione.
Pluda, Azzi e Fortunati hanno narrato le controverse vicende dei tre parchi storici milanesi – Montanelli, Guastalla, Sempione -. Curiosità ha suscitato la vicenda delle colonie di pappagallini che lo popolano: le variopinte bestiole (circa 15.000 in 90 colonie), tanto gradevoli da vedere, arrecano qualche problema: innanzitutto alcune malattie, ma anche la sostituzione degli uccelli autoctoni. Favoriti dall’assenza di traffico durante il blocco, coppie di nibbi hanno nidificato nei luoghi più disparati. Ma soprattutto i parchi non vanno utilizzati per raduni di massa, come i concerti, che li lasciano in condizioni disastrose.
Altra curiosità. Sala ha ricordato il progetto degli otto “raggi verdi”, altrettanti viali alberati chiusi al traffico motorizzato per congiungere i parchi cittadini e il progetto di Gigi Lazzaroni , realizzato, di affidare alla cura dei privati circa 200 microzone verdi in città. Certo manca ancora parecchio per raggiungere l’obiettivo di 3 milioni di alberi in città, alberi la cui vita deve essere ben più lunga dei 7 anni medi attuali. Mentre Comazzi ha sottolineato come Regione e Comune provvedano alla cura di 230.000 alberi ‘pubblici’ cui si aggiungono altrettanti gestiti da privati. E, guardando al futuro, la grande sfida verde di Milano si giocherà sull’area dismessa dello Scalo Farini destinato a diventare il più grande parco cittadino d’Europa e connotare la futura immagine di Milano.
Prossimo appuntamento sul Futuro di Milano tra due settimane, tema ‘I quartieri del futuro’.
FOTO d’ARCHIVIO: