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A San Felice a Cancello (CE) strangolata dal marito davanti ai figli piccoli: l’uomo è stato arrestato.

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Strangolata nel letto dal marito davanti ai figli di 4 e 6 anni, uno dei quali ha mostrato in videochiamata il cadavere della mamma alla zia.

Ammazzata senza un apparente motivo. È morta così in un’abitazione di San Felice a Cancello, nel casertano, la 24enne Eleonor Toci. Il marito Luzmil, di 30 anni – sono entrambi albanesi – è stato arrestato dai carabinieri e portato in carcere a Santa Maria Capua Vetere con l’accusa di omicidio aggravato.

Un sogno spezzato quella della giovane Eleonor, che qualche mese fa era venuta in Italia dall’Albania per ricongiungersi al marito, già da qualche tempo arrivato nel comune del Casertano, dove risiedono il fratello e la moglie di questi, e dove svolge il lavoro di bracciante agricolo saltuario. Eleonor aveva portato con sé i figli piccoli avuti da Luzmil perché voleva garantire loro una vita diversa e più agiata, ma questa mattina alle 5, mentre era nel letto con suo marito, e in stanza c’erano proprio i bambini, è stata strangolata dall’uomo, che poi è uscito di casa. I carabinieri sono arrivati dopo un po’, chiamati dalla cognata, e hanno trovato Luzmil all’esterno dell’abitazione di via Caravaggio, in stato confusionale, con il fratello.

Alla vista dei militari l’uomo ha subito ammesso. “Ho ucciso mia moglie”, ha detto. Ma senza aggiungere altro. I carabinieri lo hanno portato quindi nella caserma dell’Arma, a Maddaloni, dove il 30enne ha ribadito la confessione, questa volta anche davanti al magistrato della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Iolanda Gaudino.

L’interrogatorio si è protratto per alcune ore perché Luzmil non capisce bene l’italiano, ed è stato necessario far arrivare un interprete, e soprattutto perché era in stato di choc e ricordava poco, quasi niente. Agli inquirenti, in particolare, non ha saputo fornire alcun movente, non ha parlato di una lite precedente al delitto, circostanza che era emersa nei momenti immediatamente successivi all’omicidio ma che poi non ha trovato conferme, neanche nelle testimonianze dei vicini. Finito l’interrogatorio, Luzmil è stato condotto in carcere.

I carabinieri della Compagnia di Maddaloni hanno sequestrato l’abitazione e hanno poi ricostruito, grazie ad alcune testimonianze, ciò che il 30enne ha fatto nel lasso di tempo intercorso tra il delitto e la chiamata al 112. Come raccontato dai familiari, Luzmil si sarebbe recato a casa del fratello dove avrebbe chiesto alla cognata di accompagnarlo in ospedale; la donna ha però notato delle stranezze nel 30enne e gli ha chiesto se fosse successo qualcosa, quindi ha fatto una video-chiamata al cellulare di Eleonor, alla quale ha risposto il nipote di sei anni, che era intanto rimasto a casa con il fratellino, mentre la madre giaceva morta nel letto. Il piccolo, ha riferito la zia, ha mostrato in videochiamata il corpo della mamma a letto; inorridita, la zia ha subito allertato i carabinieri. Pare che Luzmil sia andato anche in piazza a San Felice, dove qualche testimone l’ha notato con lo sguardo assente.

Sull’ennesimo femminicidio è intervenuta con una nota la Cgil di Caserta secondo cui “è necessario che le istituzioni tutte – ha detto il segretario generale Sonia Oliviero – si facciano carico di quella che sembra essere una strage senza fine. Serve un profondo cambiamento culturale, perché il cordoglio non basta”. Il deputato casertano del M5s Agostino Santillo ha espresso “sgomento e totale indignazione per l’orribile femminicidio di San Felice a Cancello”.

Fonte: ansa.it

 

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