L’ha lasciata a casa da sola per quasi una settimana, con a fianco un biberon con del latte e null’altro, ben sapendo quello che sarebbe successo.
E’ morta di stenti la piccola Diana di quasi un anno e mezzo, trovata senza vita nel suo lettino da campeggio, in un appartamento alla periferia est di Milano dove era stata abbandonata da giovedì scorso.
La madre, Alessia Pifferi, 37 anni ad agosto, è ora in cella con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato, anche dai futili motivi e dalla premeditazione. E’ una storia che lascia senza parole e che ha sconvolto anche inquirenti e investigatori, quella scoperta ieri mattina e che ha portato il pm Francesco De Tommasi, titolare dell’inchiesta condotta dalla Squadra mobile, a fermare la donna, separata e con un nuovo fidanzato (nessuno dei due uomini è il padre della piccola), dopo averla interrogata in piena notte. Interrogatori in cui sarebbe rimasta lucida, non avrebbe mai perso il controllo e nemmeno pianto, ma avrebbe invece manifestato la consapevolezza delle tragiche conseguenze del suo gesto. “Sapevo che poteva andare così”, avrebbe detto. Un gesto non dettato da una situazione di degrado e di tossicodipendenza, ma pare da una volontà, venuta a galla in modo ‘intermittente’, di far finta di non aver mai dato alla luce quella bambina che, è stato riferito, sarebbe stata il frutto di una relazione clandestina. Forse indesiderata poiché, come ha spiegato una vicina, “non giocava mai con lei, non la portava a passeggio, la teneva sempre nel passeggino”. Secondo la ricostruzione, sette giorni fa Alessia Pifferi avrebbe lavato e cambiato la piccola e le avrebbe lasciato, a fianco della brandina da camping, un biberon con il latte. Dopo di che sarebbe andata a Leffe, nella Bergamasca, per raggiungere il suo attuale compagno, al quale avrebbe detto che la piccina era al mare con sua sorella. Quando, poi, nei giorni scorsi ha accompagnato il fidanzato a Milano per alcune faccende di lavoro, la donna non ha nemmeno messo piede in casa. Si sarebbe comportata come se la piccola non fosse esistita tant’è che, ha sostenuto davanti al pm, non solo non si era resa conto di essere rimasta incinta ma ha anche partorito, senza che il padre lo sapesse, in casa a Bergamo. In più, già altre volte, specie per il week end, l’aveva lasciata da sola e la bimba era sopravvissuta. Invece, ieri mattina, in quell’edificio non molto lontano da Ponte Lambro e dall’aeroporto di Linate, l’ha trovata senza vita, morta di stenti, senza cibo né acqua. Con l’aiuto di una vicina, piangendo a dirotto in quei momenti, ha chiamato i soccorsi. Vicino a quella culla di fortuna aveva il biberon pieno a metà e pure una boccetta mezza vuota di En, un potente tranquillante. Cosa che, assieme all’assenza di segni di violenza, fa pensare che sia stata ‘addormentata”. Un’ipotesi che potrà chiarire l’autopsia o la madre quando verrà di nuovo interrogata dal gip a cui verrà inoltrata la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere. Nessuno, infatti, l’ha sentita piangere, niente strilli, nessun lamento. Se ne è andata senza disturbare, lasciando tanta tristezza e dolore tra la gente del quartiere che per ricordarla ha appeso alla cancellata di quell’anonima palazzina in cui viveva una grappolo di palloncini bianchi. ( Ansa)