L’incessante battaglia condotta negli ultimi mesi per la conquista dei diritti delle donne iraniane acquisisce una valenza fondamentale anche nella società occidentale. Le proteste in piazza a difesa dell’emancipazione femminile, innescate dopo la morte della giovane Mahsa Amini, hanno suscitato profonda solidarietà in tutto il mondo. Anche Manon Lescaut di Giacomo Puccini, dramma lirico già in programma al Teatro Comunale di Ferrara per il 20 e il 22 gennaio 2023, si collegherà ai recenti fatti di cronaca.
L’opera, la cui regia è firmata da Aldo Tarabella, presenterà nella versione di Ferrara il gesto simbolo della rivolta in Iran: il taglio della ciocca di capelli. Lo stesso regista spiega: “La scena del terzo atto che vede un gruppo di giovani donne, martoriate oltre la loro pena, salire insieme a Manon sul vascello verso l’esilio, mi è stata fonte di sincera commozione, in riferimento alle recenti e attuali insurrezioni in Iran a difesa del sacrosanto diritto delle donne di esistere. Così, dalla nostra scena, è giunto un umilissimo ma sentito segno di solidarietà nel compiere quello stesso gesto del taglio di capelli, pur nella sua finzione teatrale, anche alle giovani donne in partenza per l’esilio”.
Manon Lescaut ha il suo primo debutto al Teatro Regio di Torino nel 1893, grazie al quale Puccini, con il suo clamoroso successo, poté costruire le basi della propria carriera internazionale da compositore. L’opera del giovane musicista toscano, ispirata al romanzo L’Histoire du chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut dell’abate Prévost, venne composta in tempi molto lunghi a causa della difficile gestione del libretto. Notevoli scrittori vi lavorarono, ma nessuno di questi alla fine appose la firma d’autore. La perfezione ipnotica della musica e l’umana traiettoria di un personaggio che non riesce a superare del tutto i propri limiti hanno permesso a Manon Lescaut di far subito breccia nel cuore del pubblico e di non perdere mai la sua freschezza. Il segreto che rende universale il messaggio delle opere pucciniane è la meticolosità con cui il maestro scava nell’introspezione dei protagonisti, facendo sì che, pur cambiando lo scenario, chiunque possa trovare un personaggio in cui riconoscersi. I contesti storici si trasformano, ma non il sentimento, specialmente se tradotto in una musica che riflette delle situazioni sociali e psicologiche della collettività.
Nella produzione del Teatro del Giglio di Lucca, coprodotto anche dal Teatro Comunale di Ferrara, sono presenti per la musica l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta da Marco Guidarini. Nei ruoli principali troviamo Alessandra Di Giorgio (Manon Lescaut), Paolo Lardizzone (il cavaliere Renato Des Grieux) e Marcello Rosiello (Lescaut). Per interpretare Geronte di Ravoir è stato scelto un decano del ruolo, Alberto Mastromarino. Il Coro Archè è diretto da Marco Bargagna.
L’allestimento, creato insieme al regista Aldo Tarabella dallo scenografo Giuliano Spinelli, “è divenuto un unico elemento poetico – dice Tarabella nelle note di regia – che potesse dialogare con la storia di Manon: un palazzo monumentale che, al pari dei sogni e delle ambizioni della protagonista dell’opera, subirà crolli e mutazioni, dal giocoso esterno del palazzo di posta del primo atto agli interni maestosi del salone di Geronte al desolante molo del porto, sino alla sua definitiva metamorfosi nell’ultimo atto”. Costumi a cura di Rosanna Monti, luci di Marco Minghetti e coreografie di Luigia Frattaroli.
Prima della Prima: Manon Lescaut
Manon Lescaut sarà anticipata da Prima della Prima, giovedì 19 gennaio alle ore 17 al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara. All’incontro saranno presenti il direttore d’orchestra Marco Guidarini, il regista Aldo Tarabella (in collegamento) e il direttore artistico del Teatro Marcello Corvino. Modera e cura l’incontro il giornalista Stefano Marchetti. Ingresso libero.
Ulteriori informazioni: www.teatrocomunaleferrara.it
Fonte: Connessiall’Opera