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Amazon: lavoratori controllati da vigilantes neonazisti

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IQ – 17/02/2013 di Stefania Paradiso

Se tutto questo dovesse risultare vero il mondo del lavoro e dei lavoratori avrebbe subito un duro attacco alle libertà finora conquistate. Le accuse sono venute fuori da un documentario della  stazione tv tedesca ARD dove molti dipendenti di Amazon assunti tramite agenzie interinali si lamentavano per le difficili condizioni lavorative. Amazon, attraverso la portavoce  Ulrike Stoecker, ha fatto sapere che non tollererà “discriminazioni né intimidazioni e indagherà sulle accuse”.

Clima intimidatorio, giorni di lavoro consecutivo e paga inferiore a quella prevista sono alcune delle accuse venute fuori dalla denuncia. E, cosa ancor più grave laddove venisse confermata, di aver subìto intimidazioni dal personale di sicurezza che indossava abiti usati dai simpatizzanti neonazisti. Il sindacato tedesco  dice che da anni i dipendenti di Amazon lamentano forti pressioni, perquisizioni e riposi troppo brevi. A lavorare ad Amazon arrivano da molte parti del mondo e, soprattutto prima del periodo natalizio, l’esodo si intensifica. “Vengono alloggiati – racconta ancora la tv pubblica tedesca – in camerate dove dormono in gruppo, chi su brande chi su vecchi divani sfondati. Alloggi e toilettes sporchi e pericolanti, cibo di pessima qualità, e devono anche pagarselo da soli con parte del misero guadagno. E spesso i vigilantes si divertono a minacciarli e impaurirli per dissuaderli da ogni protesta. In ogni momento questi ultimi  hanno diritto di entrare per perquisirli e accusarli di furto al minimo sospetto. Vengono portati al centro smistamento con autobus stracolmi su cui spesso devono viaggiare anche in piedi. Se a causa del traffico o del maltempo l’autobus arriva tardi, il ritardo viene loro decurtato dalla misera paga. Alcuni di loro, riconosciuti perché si sono fatti intervistare, hanno ricevuto subito la lettera di licenziamento”. Questa notizia ha molto impressionato alcune case editrici le quali stanno pensando di rescindere il contratto con l’azienda. E’ un duro colpo per l’immagine di Amazon ma anche per la Germania. Queste cose sembrano sempre così distanti da noi, roba da “terzo mondo”. Per fortuna i media, quando sono al servizio del cittadino, sono ancora in grado di denunciare oscenità e maltrattamenti. La paura reale è, però, che il bisogno di lavorare e di percepire uno stipendio, seppure misero, porti i lavoratori a subire vessazioni in Stati considerati di diritto e civili senza riuscire a ribellarsi.

 

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