Le analisi del sangue e delle urine potrebbero essere i nuovi e veloci metodi per prevenire l’insorgenza dei tumori e controllare il rischio di recidive. Notizie confortanti in tal senso emergono dalla rivista Plos Medicine che dedica al tema ben cinque articoli.
Una di queste ricerche è in corso alla Washington University School of Medicine sotto la guida di Pradeep Chauha. Lo studio dell’equipe si basa su una tecnica di nuova generazione attenta al sequenziamento del Dna tumorale identificato nelle urine. Sperimentazioni in tal senso si stanno effettuando su pazienti affetti da tumori alla vescica. L’ obiettivo è individuare cellule malate che sono restate in circolo nonostante le terapie antitumorali per personalizzare le cure ed evitare una nuova insorgenza cancerogena. Un’altra speranza è data dalla ricerca portata avanti dalla Washington University School of Medicine. Questo studio, coordinato da Jeffrey Szmanski, si fonda sul sequenziamento dell’intero genoma del plasma privo di cellule in caso di neurofibromatosi di tipo 1 e sembra essere particolarmente utile per controllare l’efficacia della terapia.
Importante anche il contributo dell’ Università di Oxford che sta lavorando , grazie al professor Brian Nicholson, per utilizzare a fini diagnostici i normali test su individui che hanno una perdita di peso inaspettata.
La ricerca cinese della Fudan University Shanghai Cancer Center e del dottor Yaql Wang cerca invece di comprendere i rischi di recidive nei pazienti con cancro al colon retto in stadio avanzato, grazie alla comparazione tra risonanza magnetica e analisi del Dna. Non trascurabile infine lo studio realizzato in Australia dall’ Institute of Medical Research per prevedere eventuali complicanze nelle recidive al fegato di pazienti con tumore al colon retto.
