A s s o e d i l i z i a
“Libero Quotidiano” 4 ottobre 2014
Ci sono 250mila immobili invenduti, ma gli italiani li comprano all’estero
ACHILLE COLOMBO CLERICI*
L’economia immobiliare non e’ una variabile indipendente del sistema economico, come hanno di fatto ritenuto da anni economisti e politici.
Per cui, comunque la si tratti sul piano economico e fiscale, anche comprimendola attraverso un regime tributario vessatorio e punitivo, non si produrrebbero effetti conseguenti sull’economia generale.
Essa e’ viceversa una parte integrante di quest’ultima: e lo si e’ compreso all’improvviso, quando le misure fiscali introdotte dal Governo dei tecnici hanno superato il break even, innescando la crisi del settore immobiliare, causa a sua volta dello stato generale di sfiducia dei risparmiatori che, con il calo dei consumi e degli investimenti, ha generato la crisi della nostra economia.
Come se non bastasse l’attuale carico fiscale ad alimentare la sfiducia dei risparmiatori verso il comparto immobiliare, questa e’ rinfocolata giorno dopo giorno dallo stato di assoluta incertezza che regna nella fiscalita’ del settore.
Non bastano dunque le tasse che paghiamo. Quotidianamente sentiamo parlare di revisione catastale che innalzera’ i valori imponibili per tutte le imposte immobiliari: un processo questo che preoccupa perche’, pilotato com’e’ dalla burocrazia, rischia di sfuggire di mano ai nostri governanti con esiti nefasti per i contribuenti. Di restyling dell’imposta di successione; di possibile incremento delle aliquote Tasi fino al 6 per mille; di TFR da anticipare ai dipendenti; di opere manutentive o di adeguamento tecnologico rese obbligatorie da disposizioni di legge o da regolamenti; di blocchi degli sfratti anche per i casi di morosita’ degli inquilini.
Non parliamo dei continui accenni ad un’imposta patrimoniale, che, a seconda dei differenti angoli di visuale, appare ora la panacea di tutti i mali, ora lo spauracchio da agitare dal palco, ora la bandiera da sventolare nell’azione politica.
In questo quadro, non c’e’ da meravigliarsi dunque se gli italiani non investono piu’ un solo euro in immobili-risparmio.
Di conseguenza, i prezzi del mercato immobiliare in Italia stanno letteralmente crollando ed il risparmio investito negli immobili si sta dissolvendo.
In Italia ci sono 250 mila abitazioni nuove che sono invendute e che i costruttori son pronti a vendere a prezzi di liquidazione.
Ma i nostri connazionali reagiscono investendo all’estero e comperando a prezzo pieno annualmente 45 mila case nei Paesi piu’ disparati: equivalenti ad un’intera citta’ come Pisa.
Ma lo fanno, non tanto perche’ all’estero non si paghino imposte sugli immobili; quanto piuttosto perche’ in tal modo essi hanno una certa sicurezza nella tenuta di valore del proprio investimento.
Abbiamo finalmente capito in che razza di circolo vizioso ci hanno cacciato ?
Colpendo prevalentemente gli immobili, si e’ minata la credibilita’ dell’economia italiana agli occhi degli italiani stessi; e seminando sfiducia non si e’ generata crescita economica.