Nella storia dell’arte, della letteratura e della musica il tema dell’amicizia è stato affrontato infinite volte. Da Honorè de Balzac –quello che rende indissolubili le amicizie è un sentimento che manca all’amore: la sicurezza– a Venditti –Ci vorrebbe un amico-, dai Queen –You are my best Friends– a Miguel de Cervantes –Nelle sventure si riconciliano gli animi e si stringono amicizie– e adesso anche lo sport ha dimostrato ancora una volta, in quanto forma d’arte esso stesso, di saper raccontare a suo modo questo legame. Jannik Sinner ha ottenuto l’accesso alle semifinali delle Nitto ATP Finals di Torino, vincendo si contro Holger Rune, ma ancor prima di scendere in campo aveva ricevuto la certezza di essere qualificato. Il merito è di Hubert Hurkacz che nella sfida del pomeriggio, chiamato in campo in sostituzione dell’infortunato Tsitsipas, ha strappato un set a Novak Djokovic e questo ha permesso al classe 2001 di qualificarsi ancor prima di scendere in campo.
With a little help from my friends, direbbero i Beatles. Si perché Jannik Sinner e Hubert Hurkacz, oltre ad essere rivali fin dal giorno in cui si sono presentati insieme al grande tennis -finale di Miami 2021- sono soprattutto amici. Classe 1997, figlio di tennisti e nipote di un pallavolista internazionale, Hubi potrebbe essere considerato il tennista polacco più forte della storia, anche se in patria, al giorno d’oggi, è Iga Swiatek l’eroina nazionale della racchetta. Quella giornata di Miami, Sinner ed Hurkacz hanno giocato una finale di un Masters 1000 in toni inevitabilmente amichevoli: non c’era astio tra i due, non ci sono state scorrettezze nè risentimenti o rancori che una finale di tale importanza avrebbe potuto far emergere. Alla fine si sono stretti la mano e Jan si è congratulato con Hubi vincitore. “Occorre ardimento per affrontare i nemici, ma molto di più per affrontare gli amici”, le parole di J.K.Rowling che troviamo nel capitolo iniziale della saga di Harry Potter diventano esemplificative del rapporto tra i due. Jannik è stato sì felice per l’amico campione di Miami, ma da vero agonista non ha esitato quando è poi giunto il momento di prendersi la rivincita. Accadde pochi mesi dopo, proprio a Torino alle Finals: nel 2021 il polacco era il titolare e la Volpe Rossa la riserva. Per il ritiro di Berrettini il classe 2001 ha potuto partecipare allo scontro con l’amico al quale ha rifilato un doppio 6-2. Attualmente il bilancio degli scontri diretti è ancora in pareggio 2-2, ma anche senza scontrarsi torna in mente il titolo dei Queen: “Friends will be Friends”. Jannik ha potuto affrontare Rune con il cuore leggero e la mente libera; la vittoria che ne è seguita è in parte anche dovuta al regalo pomeridiano di Hurkacz.
ATP Finals, Sinner batte Rune: ha scelto il primo posto
È quindi il PalaAlpiTour ha raccontato una storia di amicizia, fedeltà ed altruismo che forse non sarà ricordata come quella tra Barrichello e Schumacher al Gran Premio d’Austria del 2002, ma resterà scolpita nel racconto di quelle che sono già adesso le Finals più azzurre della storia. Nessuno infatti era mai riuscito a realizzare l’impresa di Jannik: per la prima volta un italiano ha superato il girone, per la prima volta si giocherà un posto negli ultimi quattro per continuare a sognare di diventare il Maestro dei Maestri. La vittoria contro Rune finisce per accontentare tutti i presenti nel palazzetto, tranne lo stesso campioncino danese. Vincendo Jannik dà una grande mano anche a Novak Djokovic che con una vittoria di Holger sarebbe stato eliminato, invece si qualifica come secondo. Di certo il serbo non è stato il solo a tremare quando la Volpe Rossa continuava a toccarsi la schiena dopo aver colpito con il rovescio, un piccolo brivido che non ha fermato quella che ad ora è una cavalcata vincente. Sinner verte in uno stato di grazia, in campo fa sembrare facile ogni prodezza: è lui lo spettacolo delle Finals italiane a Torino.