Tornare a casa e trovarsi sulla porta la scritta «Auschwitz per le guide polacche», con tanto di stella di David e svastica, non fa certamente piacere. È quanto successo alcuni giorni fa a Diego Audero, 35 anni, originario di Faule, da 11 residente a Cracovia in Polonia e guida al Museo di Auschwitz.
«Più che spaventato sono triste – spiega -. Il vero obiettivo di queste minacce non sono io, ma il direttore del Museo di Auschwitz. In Polonia è in corso una battaglia politica di revisione storica, dove anche l’attività del museo è terreno di scontro. Siamo accusati, ingiustamente, di raccontare solo la storia degli ebrei. Le guide sono dei professionisti: abbiamo tutte le autorizzazioni, nessuno è indottrinato. Siamo 300 che collaboriamo con il Museo, di cui 6 stranieri, due italiani. Avendo la partita Iva è facile trovare dove abito. Ma è il clima in generale che è cambiato nell’intero Paese».