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Australian Open, la nuova generazione è qui: Fonseca e Tien un futuro con Sinner e Alcaraz

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Nuove generazioni, nuovi idoli cresciuti con gli idoli di tutti: nel tennis siamo entrati nell’era storica in cui le nuove leve sono nate quando i magnifici tre avevano già iniziato a scrivere i loro record. Joao Fonseca festeggia il compleanno il 21 agosto 2006, troppo tardi per assistere all’ultimo mondiale di calcio vinto dal Brasile, o per ricordarsi dell’ultimo verdeoro numero uno al mondo nel tennis. E’ nato tuttavia nell’anno in cui Roger Federer portava a compimento la miglior stagione individuale della storia chiudendo l’anno con un record di 95 vittorie e cinque sconfitte, e fermatosi ad una partita dal Grande Slam. Intanto Rafael Nadal vinceva già il suo secondo titolo dello Slam. Re Roger ora lo ha messo sotto contratto per la la sua agenzia manageriale team8 ponendogli il suo marchio Joins On. Ha qualche mese in più Learner Tien, nato il 2 dicembre 2005 in conclusione della stagione che ha consacrato Rafael Nadal come King of Clay, in quell’anno vinse Monte Carlo, Madrid, Barcellona, Roma e Roland Garros, ma era anche l’anno del terzo Wimbledon consecutivo e del secondo US Open di Federer che circa un mese prima aveva perso la finale delle Finali a Shangai contro Nalbandian. Aveva quasi sette anni quando l’ultimo campione slam Born in the USA giocava la sua ultima partita in carriera. Più in ombra rispetto a Fonseca fino ad ora, non è stato scelto come sparring partner alle Finals, non ha ancora esordito in Davis, ma al momento in cui scriviamo è al terzo turno del suo primo Slam. Il tempo scorre, gli anni passano i campioni si ritirano, ma allo stesso momento le nuove stelle iniziano a brillare e questi primi turni dell’australian Open hanno consegnato agli appassionati del tennis importanti indizi su quale sarà il futuro della racchetta. Sconfiggere i due russi, campioni di Davis non più di tre anni fa, quando ancora la Russia era ammessa al torneo, ha puntato i riflettori sui due finalisti delle ATP Next Gen Finals, che come con Tsitsipas, Sinner e Alcaraz si stanno dimostrando ancora una volta il principale indicatore di talenti emergenti del circuito, più di Slam giovanili e ranking juniors (per rendere l’idea, il campione di Melbourne juniores dello scorso anno Rei Sakamoto è stato eliminato quest’anno al primo turno di qualificazione con un 6.0 6-2 da Boyer).

Joao Fonseca

Fonseca, carioca universitario mancato. Il futuro è da campione

Che poi a dirla tutta, gli Slam Juniores qualche indicazione sul futuro del nostro sport la rivelano. Australian Open e US Open 2023: nella città giardino Learner Tien giocava il doppio giovanile insieme a Cooper Williams, da testa di serie numero sette si sono spinti fino alla finale vinta contro Alexander Blockx e… Joao Fonseca. Lo stesso brasiliano, raggazino prodigio, che sette mesi dopo a settembre, a Flushing Meadows si prese la rivincita proprio contro Tien. Dei due il carioca è il più acclamato, quello che giungeva allo Slam con un seguito maggiore, anche se questa di Melbourne era la sua prima partita nella carriera in un major. Ha giocato con la freddezza del veterano, senza lasciarsi intimorire neanche dal primo turno complicato, frutto di un sorteggio non benevolo che lo ha opposto a Andrey Rublev, ex numero 5 del mondo e più volte campione 1000. A ricordare l’importanza della classifica juniores -si ci stiamo smentendo, ma abbiamo architettato questo ribaltamento di opinione per darvi un’idea della caratura di questo campioncino -possiamo notare come proprio Fonseca sia stato il numero uno juniores nel 2023, diventando il primo brasiliano a ricoprire questo ruolo nella classifica. Mai un’idea sbagliata, sempre focalizzato sul suo traguardo, e costantemente ambizioso, sia con davanti Rublev, sia con Sonego (che lo ha eliminato al secondo turno), Tien o Sinner. Ebbene sì, il campione del futuro è già stato sullo stesso campo con la Volpe Rossa, è successo alle Finals del 2023 quando è stato scelto per palleggiare con i campioni. Il passaggio a pro è stato inevitabile, subito dopo l’esordio nel torneo di casa con tanti saluti alla prospettiva della vita universitaria che avrebbe voluto sperimentare considerando che aveva ricevuto una chiamata da parte dell’università della Virginia. L’attenzione che si era generata intorno a lui era troppa, in Brasile si iniziava a parlare già dei primi record: Il più giovane a raggiungere i quarti di un 500 (Rio) dai tempi di Zverev, primo 2006 a vincere una partita nel tabellone ATP. Gli ha dato già molto l’America in ogni caso, al livello di esperienza è negli States che ha vinto il primo torneo, un challenger a Lexington lo stesso che nel 2019 portò Sinner alle prime vittorie e che è considerato per lui il preambolo del Challenger di Bergamo. No, il richiamo del grande tennis era troppo forte per essere ignorato. Arrivato a Bologna, convocato in Davis gli era già stato affibbiato il nomignolo di Sinnerinho. Peccato non aver visto il confronto con la Volpe Rossa che saltò i gironi per recuperare dalle fatiche dello US Open, dove per la cronaca il carioca era stato eliminato al primo turno delle qualificazioni da Spizzirri. Non il miglior risultato, destinato forse a scomparire nell’oblio, invece Fonseca si è subito riscattato, ha fatto subito ricominciare il pubblico tennistico a parlare di se: grande partita contro Berrettini e soprattuto la vittoria della speranza con Van De Zandschulp che era fresco giustiziere di Alcaraz a Flushing Meadows. Dritto pesante e aggressivo, risposta minacciosa e quasi sempre dentro al campo, no non è un giocatore qualunque, e le Next Gen lo hanno dimostrato. Prima partecipazione con l’ultimo posto disponibile, e ha vinto il torneo inserendo il suo nome nell’albo d’oro, è il più giovane di sempre a vincere dopo Sinner. Questa prima fase di 2025 forse non è sufficiente per parlare di consacrazione, d’altronde ha raggiunto solo un secondo turno, ma dopo il trattamento riservato a Rublev saremmo tutti sorpresi se tra alcuni anni il nome di Joao Fonseca dovesse perdersi negli archivi come un altro campione next Gen, quel Hyeung Cheong che anche lui sconfisse Rubelv, nella finale del torneo riservato ai giovani.

Tien, la clama di Chang per fare meglio di Frit

Quasi cinque ore, tanto è durata la seconda partita a livello Slam di Learner Tien. Un salvatore d’America, l’evoluzione degli attuali idoli (Fritz, Tiafoe, Shelton), gli Stati Uniti si chiedono se con l’astro nascente già finalista alle Next Gen potranno finalmente tornare a respirare l’aria rarefatta dell’altissima classifica. Il best Ranking di Taylor Fritz è stato un assaggio certo, come d’altronde la semifinale tutta a stelle e strisce dello scorso Us Open, un grande spot per il loro tennis. Ma sappiamo come sono abituati in America, o tutto o niente, c’è poca gloria per chi arriva secondo e il giocatore in grado di compiere quel passo finale ed iscriversi tra i grandi manca ormai da troppo tempo, da Andy Roddick nel 2003, Tien non era nandche nato. Parliamoci chiaro, ha vinto due partite, non di più, ma quando a 19 anni e 55 giorni diventi l’americano più giovane dopo un certo Pete Sampras a raggiungere un terzo turno dello slam ormai l’etichetta di predestinato non te la toglie nessuno, con tanto di onori ed oneri che essa comporta. Maggiore pressione, perché adesso Tien è chiamato a confermare nei prossimi mesi quanto di buono ha dimostrato nella partita contro Medevedv per non dare adito ai pensieri di chi giustifica la vittoria con una giornata storta -capita a tutti- dell’orso scacchista. Maggior pressione, ma anche maggiore attenzione, quella di spettatori, media e in generale del mondo tennis: campi prestigiosi, ambizioni più alte, wild card, Tien si è guadagnato con una sola partita un certo rispetto e una discreta considerazione. Al terzo turno, con Moutet giocherà infatti sulla Kia Arena ci aspettiamo un’invasione di pubblico. Che quella con Fonseca possa diventare un’altra rivalità? Abbiamo già imparato a conoscere le sfide Sinner-Alcaraz, ma forse, volendo esagerare ci auguriamo che la splendida finale delle Next Gen possa diventare la nuova frontiera dello scontro diretto. Il verdeoro ha vinto a Jeddah, l’americano ha già fatto meglio nel confronto a distanza in Australia. Anche contro un giocatore in grado di far perdere la testa agli avversari più esperti come Medvedev, Tien e rimasto calmo sfoggiando una delle sue doti extratennistiche. In campo invece con il gioco mancino ha fatto emozionare. Anche per questo è stato accostato a Michael Chang, i cui genitori si erano conosciuti in America dopo essersi entrambi trasferiti da Taiwan. Storia simile quella della famiglia di Tien, i genitori sono entrambi vietnamiti, lasciarono il paese durante la guerra ma si conobbero solo negli Stati Uniti, nella città di Irvine della Contea Orange in California. Con un rovescio che è visibilmente il suo colpo preferito, nel 2024 dopo un infortunio alla costola ha già imparato a conoscere il gusto della vittoria inanellando una serie di 28 successi consecutivi che hanno portato a 5 tornei ITF e 3 challenger. Ha lavorato molto sul fisico, lo ha ammesso anche l’allenatore Eric Diaz, e adesso la sua scalata è iniziata. Si isipra ad Alcaraz,e considerano che il rivale annunciato è già stato soprannominato Sinnerinho il futuro preannuncia grandi sfide e fuochi d’artificio per una Next Gen del tennis sempre più intrigante.

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