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Australian Open: Sinner con tranquillità, Djokovic con Murray redivivo

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venerdì, Gennaio 24, 2025

Nel mezzo di una tempesta se guardi i rami di un albero giureresti che stia per cadere. Se guardi il tronco ti accorgerai di quanto sia stabile” sono le parole che si sentono in The Revenant, Redivivo il film di Alejandro Gonzalez Inarritu con Leonardo DI Caprio. E proprio così che si sente Novak Djokovic, un giocatore che nei momenti peggiori sembra essere sul punto del ritiro, sembra in prossimità di una conclusione anticipata della sua partita e poi… Poi l’avversario inizia a sognare di vincere e Nole diventa d’improvviso redivivo e alla fine vince il match. E’ successo ancora, anche nel quarto di finale nobile con Carlos Alcaraz. Puntava al career Grand Slam l’iberico, avrà ancora un anno per diventare il giocatore più giovane a centrarlo ma il Greenset di Melbourne per Carlitos sembra proprio difficile da digerire, quantomeno ha eguagliato i quarti dello scorso anno che sono il suo milgior risultato in Australia. “Se vinco mi tatuo un canguro” aveva affermato, i tatuatori dovranno ancora aspettare per vedere Carlos entrare nel loro studio, ma chissà che non debbano allenarsi per qualche fan di Nole a disegnare il numero 25, come gli Slam che raggiungerebbe in caso di vittoria: sarebbe la consacrazione come il più vincente di sempre senza se e senza ma. Djokvoic dalla parte sua questa volta è anche sorretto da un tronco, per riprendere la metafora del film, che si accomoda in panchina. Amici, rivali e ora teammate se così possiamo dire. Djokovic-Murray è una coppia giocatore coach vicina al fantatennis, una cumulazione di talento e di successi che non può avere eguali.

Novak Djokovic, Andy Murray

Mito immortale, Djokovic e la 50esima semifinale

Anche quando si vede il traguardo non si può dar per battuto il mito che insegue. Novak Djokovic nel corso della sfida con Alcaraz ha rallentato, si è fermato per poi riaccelearre e affondare colpo su colpo finendo per sfiancare l’avversario e cancellando tutte le sue armi diventate inoffensive. Strategico nella gestione dei medical time out, capace come sempre di trarre forza dall’ostilità del pubblico, insieme a Murray ha azzeccato finora ogni mossa. A partire dalla preparazione invernale e alla pre-season, abbiamo lasciato un Djokovic campione Olimpico ma tremendamente in difficoltà in tutti gli altri tornei regolari della stagione scorsa, abbiamo ritrovato la solita macchina insuperabile, se si mette in testa di vincere non c’è fastidio, infortunio o avversario che tenga, lui vince. Come fece due anni fa con uno strappo di tre centimetri al tendine del ginocchio accusato a inizio torneo, non in corso d’opera, che se lo trascinò con se fino al momento della premiazione. Poco cinico Alcaraz, probabilmente, che quando ha visto il suo avversario in difficoltà ha ridotto i giri del motore pensando ad un imminente ritiro di Nole, errore imperdonabile. Sconfitto il numero tre al mondo, adesso tocca la numero 2. Quando leggerete questo articolo saprete già il risultato della partita, quella con Zverev sarà la cinquantesima semifinale slam, un mito immortale che in caso di successo rischia di affrontare il numero uno del mondo, Jannik Sinner nell’enneismo capitolo della rivalità che ha dato il via a Torino 2023, all’epopea della Volpe Rossa.

Jannik Sinner, Australian Open

Sinner, Trema con Rune. Demolito de Minaur, ascolta i consigli di Sonego

Il numero uno al mondo potrebbe anche adottare il pensiero di Ligabue, “Ho messo via un po di consigli, li ho messi via perchè a sbagliare sono bravissimo da me”. Ma Jannik difficilmente sbaglia e il segreto della sua infallibilità forse sta proprio nel suo saper apprendere da ogni avversario, persino da uno Schoolkate qualsiasi incontrato al secondo turno che riesce a togliergli un set. Imparare è anch’esso un talento, e quando Sonego dopo la sconfitta con Shelton ha espresso la sua idea sulla strategia che la Volpe Rossa dovrà adottare contro l’americano lui stesso l’ha ringraziato. “Deve trovare buona posizione in risposta e far iniziare lo scambio, ma è il numero uno al mondo non ha bisogno dei miei consigli” e invece Jannik li ha accettati ricordando tutte le battaglie che ha dovuto attraversare contro Shelton; una delle quali lo ha portato alla sconfitta nel 2023 a Shangai, ultimo torneo in cui è uscito prima dei quarti di finale. Tutte battaglie si, ma nella scorsa stagione tutte vinte senza perdere set. Significa che Shelton non ha proprio i mezzi per dar fastidio al numero uno del mondo in questo momento, tuttavia ogni avversario nasconde delle insidie da scoprire e ogni giornata è un enigma soprattuto negli slam. Basta una scarsa qualità di sonno, lo ha affermato anche Sinner che in questo torneo ci ha spiegato quanto sia importante per lui il riposo, anche più dell’allenametno e della ripetizione dei colpi. Un po come la notte prima di un esame, non ci si può preparare in quelle poche ore, si otterrà il risultato dello studio maturato durante il semestre o in questo caso la pre season, quindi tanto vale dormire e riposare l più possibile. Tra la partita di Djokovic e quella di Sinner con Rune sono emerse alcune affinità, alcune coincidenze che hanno visto sempre il campione uscirne vincitore. Chissà che anche Rune, il bad boy di questa generazione, ha pensato almeno per un momento ad un possibile ritiro di Jannik. Certamente ci siamo spaventati in quell’emorragia di game e in quella fuga negli spogliatoi che poi ha tranquillizzato tutti al momento del rientro e ancor di più dopo la vitale sosta per riaggiustare la rete. Sinner aveva visto il medico anche prima dell’incontro ma ci ha tenuto a precisare che la situazione era diversa da quella di Wimbledon quando venne eliminato da Medvedev. In quell’occasione non era risucito a riposare a sufficienza, non stava bene fisicamente. Sarà il caldo, sarà il clima agli antipodi del nostro che si trova nella città giardino, ma il blackout per fortuna è durato poco, lo si è visto anche nella super prestazione portata in campo con De Minaur. Idolo di casa, l’Australia patria di campioni come Laver, Newcombe, Roche, Hewitt deve aggrapparsi a Demon, un giocatore di talento che tuttavia con il numero uno al mondo attuale accusa un ritardo di 10-0 negli H2H. La palla di Sinner viaggia troppo più veloce rispetto alla sua, ma anche rispetto a quella dell’Americano, penultimo ostacolo per diventare il secondo italiano dopo Pietrangeli a difendere il titolo in uno Slam.

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