IQ. 11/07/2013 – E’ morta attraversando la strada Beatrice a soli 16 anni. Le morti non sono mai belle o giustificabili ma quando a strappare la vita ad una ragazzina è una macchina che sfreccia a troppa velocità allora diventano ancor più atroci. “Non mi restituirà mia figlia, ma spero lo prendano. Non si fa così, non si fa” sono state le parole di papà Nerio che, tra l’altro, era tra i soccorritori quando ha scoperto che la vittima era proprio sua figlia.
Beatrice e il cugino Giovanni avevano trascorso una serata con gli amici a Gorgonzola, poi come sempre si sono diretti verso casa, a cascina Mirabello, dove la famiglia Papetti, papà, mamma e due figlie, si era trasferita un anno e mezzo fa. Un percorso buio, senza illuminazione e non protetto quello per tornare verso casa. Le auto corrono e una poco dopo la mezzanotte ha travolto i due ragazzi senza nemmeno pensare a prestare soccorso. “Ho capito subito”, racconta ancora il padre. “L’auto andava sicuramente forte, dal punto dell’ impatto a dove era il corpo di mia figlia c’erano circa 70 metri e la bicicletta era a 100 metri”. E lancia un appello: “Questo criminale si consegni. Io faccio il volontario su ambulanza e gli dico: fermati, perché quando investi una persona non puoi non avere la coscienza di fermarti e invece andare via”. “Non si può morire così a 16 anni – ha urlato la nonna di Beatrice – non ci credo”. Confessare non ridarà Beatrice alla vita ma, almeno, renderà un po’ di giustizia ad una ragazza che della disattenzione e troppa velocità altrui non aveva nessuna colpa.