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Badanti con documenti falsi, 19 arresti e 17 denunce.

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mercoledì, Gennaio 29, 2025

Cinquantadue perquisizioni delegate dall’Autorità Giudiziaria in tutta Italia nei confronti di cittadine georgiane, 19 arrestate e 17 denunciate in stato di libertà.

E’ il risultato di un’indagine della Squadra Mobile della Questura di Udine sul soggiorno illegale nel territorio nazionale di decine di badanti trovate con documenti falsi.

L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Udine, è stata avviata nei mesi scorsi a seguito di alcune segnalazioni ricevute dagli Uffici territoriali delle Agenzie delle Entrate, dove era stato segnalato un notevole accesso agli uffici di donne, apparentemente di nazionalità georgiana, che si presentavano però come cittadine comunitarie, esibendo documenti di identità validi per l’espatrio di paesi dell’Unione Europea, in particolare Slovacchia, Polonia e Lituania. La presentazione di questi documenti consentiva di ottenere alle donne il codice fiscale comunitario per poter accedere al mondo del lavoro, in particolare nel circuito delle agenzie delle badanti, e godere di benefici giuridici, fiscali e sanitari, aggirando le norme che regolano l’ingresso e la permanenza nel territorio nazionale dei cittadini extracomunitari. Le donne successivamente si erano poi spostate in diverse province, dove avevano con maggior facilità trovato lavoro.

L’attivita’ di indagine ha portato all’esecuzione delle perquisizioni, di cui 14 in provincia di Udine, 6 in quella di Pordenone e le altre nelle province di Bolzano, Venezia, Gorizia, Pistoia, Firenze, Torino, Lecce, Latina, Varese, Belluno e Prato.  

Al termine delle operazioni sono stati sequestrati 36 documenti comunitari falsi, per la maggior parte slovacchi, ed altrettanti codici fiscali, 19 donne – 6 a Pordenone, 4 a Venezia, 3 a Bolzano, 2 a Pistoia, 1 a Varese, 1 a Belluno, 1 a Lecce ed 1 a Latina – sono state arrestate per possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, mentre altre 17 sono state deferite in stato di libertà all’autorità giudiziaria per lo stesso reato.

All’esito degli accertamenti degli uffici immigrazione, se prive del regolare permesso di soggiorno, tutte le straniere denunciate saranno espulse. le indagini continuano poiché l’ipotesi investigativa è la presenza di una organizzazione ben strutturata, in grado di fabbricare all’estero e poi consegnare alle acquirenti nel giro di pochi giorni, dietro il corrispettivo di una somma di denaro che si aggira intorno ai 600 euro, i documenti. 

Fonte: ansa.it

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