Buona, anzi potremmo dire buonissima la prima di Jannik Sinner. Le ATP Finals torinesi tengono alto il tricolore fin dal primo giorno. La Volpe Rossa ha raccolto il guanto della sfida lanciato da Stefanos Tsitsipas rispedendo al mittente anche il più piccolo pensiero greco di poter fare partita pari. Un doppio 6-4 apre il torneo dei Maestri e i primi segnali che ha dato l’italiano al PalAlpiTour alimentano la speranza di vedere l’edizione più azzurra di sempre; e pensare che nel 2021 giocarono due italiani. Tuttavia non si può correre troppo con l’euforia; è facile esaltarsi guardando i segnali positivi della partita contro Tsitsi, anche perché lati negativi non ce ne sono stati, ma siamo alle Finals e la tranquillità che potrebbe dare un successo come questo in altri tornei, qui è cosa sconosciuta. The Greek God era solo il primo di tre ostacoli; per meriti di Jannik la vittoria è sembrata anche facile, ma nei prossimi incontri il livello sarà ancora più alto. Adesso ci saranno Djokovic e Rune, due che sono rimasti in campo la prima sera per 3 ore e 6 minuti regalando il vero spettacolo della prima giornata. La partita tra il serbo e il danese è stata un inno al tennis, ricca di ovazioni e colpi di genio da entrambe le parti che hanno anche portato Nole a distruggere la sua racchetta: è successo di tutto in questa sfida tra due campioni, i quali non possono che essere applauditi e temuti da Jannik.
Arrivano i Maestri, le Finals migliori
Nessuno ha dato forfait ed è davvero il torneo dei migliori. Si potrebbe recriminare l’assenza di Hurkacz vincitore di un Masters 1000 e i mesi di buio nei quali è sprofondato Holger Rune dopo Wimbledon; ma pensandoci bene, a Torino ci sono veramente i migliori otto giocatori della stagione, gli otto più grandi talenti al mondo. Sarebbe stato lo stesso con Hurkacz al posto di Rune? Per quanto abbiamo visto la prima sera non ne siamo sicuri. Novak Djokovic nel corso del 2023 ha infranto gli ultimi record che gli mancavano e punta a staccare Federer nel conto totale di successi alle Finals. Nole ha trovato nel dopo US Open lo stimolo per vincere anche in pieno inverno: ha già festeggiato Parigi-Bercy e ora nel mirino ci sono Finals e Coppa Davis. Quello del lasciare il centro del palcoscenico ai next gen è un discorso che dovrà affrontare, ma che continua a rimandare. Il Djoker può canticchiare tranquillamente il successo di Elton John “Never too Old”. Dalla parte opposta c’è chi invece vorrebbe fare della canzone dei Finley “Diventerai una star” la colonna sonora di queste Finals- uscita nel 2006, quando Nole era già nel circuito e gli altri avevano tra i 5 e i 3 anni-. Holger Rune, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz i dominatori del futuro che ancora non hanno vinto questo torneo sono una garanzia di spettacolo e presto lo saranno anche di vittorie. A loro si aggiungono gli appartenenti a quella che potrebbe essere definitiva la “next gen mancata”: Tsitsipas e Zverev. Nati abbastanza tardi per non incrociare il periodo d’oro degli ingiocabili Fab Four, ma comunque troppo presto per trovare un vuoto di potere ai vertici del ranking dove inserirsi. Infine ci sono i due russi, Medvedev e Rublev, silenziosamente sempre presenti e, sopratutto il secondo, mai protagonisti solitari; anche se, nella carriera di Andrey manca una notte come quella vissuta da Daniil a New York 2021. La prima giornata sotto la Mole ha dato già delle prime indicazioni e bisognerà farsi sempre la stessa domanda: qualcuno fermerà Novak Djokovic?