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Boschi. Nessun incontro con la Total

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domenica, Febbraio 2, 2025

Nessun incontro o riunione con rappresentanti della Total anche se “rientra nella normale attività istituzionale incontrare dirigenti di aziende o multinazionali”. Il ministro Maria Elena Boschi ci tiene a precisarlo con una nota quando molti giornali ricostruiscono l’incontro tra la titolare delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento e i magistrati di Potenza. Intanto, sul fronte delle opposizioni, si scaldano i motori per la sfiducia al governo. E i primi ad arrivare sono i Cinquestelle. In primo piano il Movimento cinque stelle, i cui parlamentari sono sbarcati in forze in Basilica annunciando un “blitz” allo stabilimento Tempa Rossa ma venendo poi rimandati indietro. “E’ stato vietato a una delegazione di parlamentari del M5S l’ingresso all’impianto di Tempa Rossa – spiegano -, in quello che si rivela agli occhi come una sorta di ‘principato’ della Total in territorio italiano”. Collegati con vari talk show i Cinquestelle tuonano contro il governo e il premier Matteo Renzi “che va a braccetto con i petrolieri e non con i cittadini”, annunciano la loro proposta – “chiudere tutti i pozzi petroliferi” e riconvertirli investendo nelle energie rinnovabili “che porterebbero con un milione di investimenti 17 mila posti di lavoro” – e soprattutto garantiscono che la mozione di sfiducia c’è eccome. “Chiediamo al Presidente Grasso di convocare subito la conferenza dei capigruppo – spiega Nunzia Catalfo, capogruppo M5S in Senato – così da calendarizzare l’esame della mozione in Aula il più presto possibile. Vogliamo che questo governo amico dei petrolieri e nemico della salute dei cittadini e dell’ambiente vada a casa”. Una mozione che, come in altri casi, non vede un fronte unico delle opposizioni. Anzi. Ma i Cinquestelle sono “pronti – conclude Morra – a valutare ed eventualmente a votare altre mozioni di sfiducia”. E anche “il centrodestra compatto – fa sapere il capogruppo di FdI Fabio Rampelli – sta per depositare la mozione di sfiducia al governo Renzi, non solo e non tanto perché i suoi ministri a intervalli regolari vengono travolti dagli scandali ma perché è un governo fragile. In quanto tale, risponde ai poteri forti – banchieri o petrolieri che siano – e non agli interessi deboli e diffusi del popolo italiano”.

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