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Botta e Risposta

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lunedì, Novembre 25, 2024

Buon pomeriggio cari amici della domenica….passata…..

Devo scusarmi con diversi amici che, convinti di trovare le loro poesie pubblicate, sono rimasti delusi nello scoprire che in realtà la nostra rubrica ieri non è stata neanche spedita.

Purtroppo il mio mal di testa mi ha tenuto a letto, idem per il dott. Brozzi che, appena uscito da un’influenza, non se la sentiva di leggere, di scrivere.

pertanto porgendovi le dovute scuse, approfitto della pagina dedicata solo al sonetto quotidiano del nostro caro maestro e oltre al suo, vi faccio leggere le altre poesie arrivate in redazione, mi raccomando ragazzi, molti di voi ne sono al corrente, usate pure la mia bacheca o i messaggi privati, pe chi non vuole farsi riconoscere, oppure la nostra redazione www.informazionequotidiana.it

I vostri scritti mi arriveranno comunque e verranno pubblicati, vi prego però di leggere anche il nostro giornale, sempre ricco di notizie, apolitico e molto essenziale, quanto basta per avere sempre un aggiornamento….quotidiano.

L’unico difetto del resta il nostro direttore, Pietro Bardoscia e la squadra di cui è tifosissimo…….scherzi a parte, vado a pubblicare tuti i vostri lavori, iniziamo con il primo, ce lo ha mandato Imelda:

All’Italia

Italia mia che ti immergi nell’antico mare

come dolce dormiente sul ciglio di una scia

protetta da corolle alpine di capelli avare

e una bianca spuma il corpo ti avvinghia.

Sol di te mi parla il cuore, terra da baciare.

Forte, coraggiosa, antica nei costumi, pia,

generosa, disponibile, accogliente, salutare,

ricca d’arte e di pensiero, hai dato il via,

indicato la strada all’Umanità in cammino.

Cosa sarà di te se alcun dei tuoi s’avanza

a dimenticar che quì è la storia, il destino

la memoria? Tu sei mia madre a oltranza

tu sei il faro, quella fresca luce che il Divino

ci ha donato per fuggire il buio e l’ignoranza.

Imelda Sabellico

Direbbero due nostri famosi attori: “Non ci resta che piangere”…..davvero notevole, la nostra amica sa farci alla grande, bel sonetto, complimenti, abbiamo ora uno scritto in vernacolo….campano:

SONO CIUCCIO

So’ nato CIUCCIO cu na capa tosta

E cumm’a tutti tengo nu padrone

che pe mme fa camminà lui mi batosta

con un nodoso lungo e bel bastone

tutt’e iurne s’adda faticà

sotto a varda ci aggio fatto o call’

po cibbo nun me pozzo lamentà

a sera dormo pure ind’a na stall’

sono peloso brutto e puzzolent’

cu e recchie longhe e cu na capa gross’

songhe rassegnato ..nun me lament’

e certi vvote faccio pure e moss’

infatti quanno vedo una…cumpagna

me vene voglia sempre di ragliare

pure si è na ciuccia di montagna

stu core mio mi fa nnammurare

piglio mazzate ma io aggia guardà

pure io conosco che cos’è o sentimento

e a notte sogno da putè abbraccià

e vivo pure io il mio tormento

quaccunno poi mi dice “ sei somaro!

E chisto appellativo che me piace

Mi fa diventare meno amaro

Chesta vita e mmerda e senza pace

C’è una cosa che mi tira sù

Sono stato scelto insieme a un bue

A riscaldare a nascita e Gesù

E siamo idolatrati tutti e ddue

In quel momento sono un asinello

Accarezzato anche dai …fedeli

Mi sento presuntuoso ed anche bello

Lo dico da sfacciato e senza peli

N’ata cosa che mi consola assai

È il fatto che di ciucci cumm’a mmè

Li trovi se ti giri e dove vai

Inutile spiegarvi poi il ..perché

Sono un ottuso e a tutti lo confesso

Però son CIUCCI tutti quei cretini

Che in testa a questa lista m’hanno messo

E mescoliamo asini e…. ciuchini

SABATO D’AMATO-

NOTA…………sono ciuccio ma mi consolo in quanto

Fra gli esseri umani mi trovo a mio agio

E indovinate perché????

quelle che avete letto sono quartine in rima alternata che il nostro amico ha concesso alla nostra attenzione

Passiamo al prossimo scritto dal giovane Ivan che non ha più intenzione di mancare al nostro appuntamento settimanale e di questo il dott. Brozzi ne va fiero, non gli sembra vero di aver trovato un altro discepolo:

La bicicletta

Tanti anni son passati

ma quì il tempo si è fermato,

i ricordi son tornati

perchè quì nulla è cambiato.

Le corse, il fiatone, sporcarsi di terra,

le mani e le ginocchia sbucciate,

il pallone calciato rasoterra,

il sole in faccia d’estate.

Ricordi quella strada?

Noi, solo noi in bicicletta,

le foglie ancor bagnate di rugiada,

una pedalata sino alla vecchia chiesetta.

Mamma non vuole che oltre si vada..

I nostri sogni finivan lì,

chissà che vita ci aspetta….

Ivan Vita

Caro Ivan, devo farti i miei complimenti, questa volta abbiamo anche le rime baciate ed ora leggiamo insieme un altro lavoro leggermente….contestatore, di chi insomma inizia a seguire le orme del Dott Brozzi:

GATTI e TOPI GENERALI

Per dare ai Gatti, nemici mortali,

una battaglia decisiva a oltranza,

i Topi convocati in adunanza,

scelti tra i roditori i più marziali,

li elessero per loro generali,

concedendo agli eletti, a loro istanza,

di adornarsi in questa circostanza,

di pennacchi, corna, medaglie e stivali

qual distinzione e segno del grado.

Ma quando i Topi sconfitti e inseguiti

Scapoarono infilando una fessura,

i generali invece, esterrefatti,

da questi vani ornamenti impediti,

furono presi e mangiati dai Gatti.

*** sarà stata la battaglia di Caporetto o quella ai confini tra Grecia e Albania dove qualche generale incitato dal Duce esclamò: romperemo le reni ai greci… pardon ai gatti – Mah!

Salvatore Ribilotta

A me piacciono molto queste rime baciate e alternate, però sapete bene cari amici che adoro i sonetti e, neanche a farlo apposta ne ho uno sfornato da un paio di giorni del nostro Doc:

Notte scura

Se sente in giro grand’apprenzione

intorno a st’appetibile Paese,

formaggio in scadenza ogni mese

infettatosi da la coruzzione!

Pe’ meno nasceva ‘na sedizzione,

ar tempo che s’apriveno le chiese,

‘che pe’ la fame tante vite spese,

godessero de sacra privazzione!

Ma ora che s’è rotto ogni freno

sò come vagoni all’impazzata,

“ mò chi jà farà a stoppà stò treno?”

Nun devi da penzà che ciò paura,

a vecchiaia n’é politicizzata…..

….è ‘a notte che se ‘sta fa’ scura……

Mario Brozzi

Non poteva mancare la poesia scritta dal nostro caro Jacopo che ci tiene in maniera particolare ad essere pubblicato e noi lo accontentiamo:

Insonnia

Quelle foglie romane e il fiume Tevere,

le belle turiste nel cuore di Trastevere.

Vecchi pomeriggi invernali in via del Corso,

e i ricordi di un bel passato ormai trascorso.

Occhi belli, dolci e sensibili in via Ostiense,

d’un diciassettenne di un quartiere lidense.

Lacrime di malinconia romantica e profonda,

grande insonnia e pensieri nella notte fonda.

Opocai

Come al solito prima di lasciarvi, vi faccio dono anch’io di uno scritto, anche se in questo periodo onestamente la mia vena poetica lascia a desiderare, perché finito di curare il libro di poesie del Dott. Brozzi, “Passeggiando tra le rime” mi stò dedicando allo studio dei stornelli del Sor Capanna e così ho provato a scriverne uno, naturalmente la metrica dei sonetti è differente, chi di voi ha impparato a contare le sillabe noterà che è formato da due quartine, laprima a rime alternate, la seconda a rime baciate e/o abbinate, per finire con un verso breve di cinque sillabe seguito da un endecasillabo. Per la musica….cercate di ricordarvela…..con quella sono proprio a “tera”….

Si ‘sto Governo dura ‘n antro poco

ce sbatteno ‘n galera tutti quanti.

Là se magna, se bbeve e costa poco

ce danno lo stipendio in contanti.

‘che se ‘n giorno semo troppi

ce pò nasce senza ‘nttoppi

la presunzione

de prenne tutti quanti ‘na penzione……

Un caro abbraccio virtuale a tutti miei cari lettori….ma un aiutino voglio darvelo, la filastroca che precede gli stornelli de Sor Capanna é:

DAJE DE TACCO, DAJE PUNTA,

QUANT’E BBONA ‘A SORA ASSUNTA.

TIRA LO SPAGO SPIGNI LA SEGA….

BBONA SERA, BBONA SERA…..

 

 

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